Il progetto della cantina Leonildo Pieropan firmato dall’architetto Moreno Zurlo dell’Acme Studio di Verona ha vinto il prestigioso premio internazionale Ecotechgreen, organizzato dal Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori e dalla rivista Paysage.
Il premio nasce per stimolare riflessioni sul ruolo del verde tecnologico all’interno dell’Architettura del Paesaggio e su come queste tematiche siano sempre più attuali e necessarie per il contrasto al cambiamento climatico. Attraverso il miglioramento della qualità ambientale, si possono coniugare efficienza energetica, bellezza e tecnologia per rendere gli ambienti di ricettività e di lavoro sempre più sostenibili. Il progetto vince il primo premio ex equo nella categoria verde tecnologico e ricettività, che valorizza i paesaggi ricettivi in cui il verde pensile e verticale ampli l’offerta dei servizi nel rispetto della qualità ambientale. Le motivazioni date sono le seguenti: “un progetto guidato da principi di sostenibilità dove architettura sostenibile e genius loci convivono attraverso l’involucro di base che prevede un’integrazione tra natura e architettura dalla quale nascono i giardini pensili. Questo crea un legame tra storia e paesaggio attraverso la contrapposizione dialettica tra forme contemporanee e materiali tradizionali.”
Verde, che circonda e avvolge la cantina Leonildo Pieropan, la nasconde con grande rispetto per ciò che la natura ha costruito in migliaia di anni, diventando parte integrante di essa, senza soluzione di continuità. Un’opera che ha visto impegnate oltre quaranta maestranze per cinque anni e che ha visto la costruzione di una cantina di diecimila metri quadri perfettamente integrata nelle colline circostanti. “L’idea, dal punto di vista paesaggistico, è quindi molto elementare nella sua semplicità: sollevare un lembo del pendio e “nascondervi” al di sotto il considerevole volume (oltre 60.000 mc) necessario allo svolgimento dell’attività vitivinicola – spiega l’architetto Moreno Zurlo – il progetto si propone come “utensile da lavoro”, perfettamente adattato alla tecnologia sempre più affinata dei metodi di vinificazione e con un’architettura fortemente integrata nell’ambiente, grazie alla scelta della costruzione ipogea, istituendo un dialogo tra storia e paesaggio, attraverso la contrapposizione dialettica di forme contemporanee e materiali tradizionali”.
C.d.G.