Siddùra, l’azienda della famiglia tedesca Gottesdiener, nasce nel 2008 a Luogosanto, piccolo centro situato nella parte nord orientale della Sardegna. Ci troviamo nell’entroterra della Gallura, in un’area caratterizzata da terreni ricchi di sabbie di natura granitica, da un’estesa superficie ricoperta da boschi intervallati a fitta macchia mediterranea e da un clima soleggiato, tendenzialmente caldo, che risente dell’azione rinfrescante della brezza marina proveniente dalla vicina costa. Il nome Siddùra, che è lo stesso della località dove si trova la tenuta, in gallurese vuol dire sella e si rifersce alla forma delle colline sulle quali si trovano i vigneti. Sin dall’inizio la filosofia aziendale è stata quella di puntare sulla qualità per esprimere nel migliore dei modi le peculiarità uniche dei luoghi da cui nascono i vini.
Il progetto oggi è portato avanti da un team di professionisti di riconosciuto valore come l’agronomo Luca Vitaletti, l’enologo Dino Dini, allievo di Giacomo Tachis e il direttore generale Mattia Piludu. Il lavoro è stato impostato nel rispetto della natura e della sostenibilità ambientale, curata in diversi aspetti: risparmio di acqua attraverso il monitoraggio del fabbisogno idrico delle piante, studio del microclima per capire a fondo le esigenze delle viti ed evitare l’utilizzo di fitofarmaci e impiego di bottiglie del peso massimo di 550 grammi, fatte con vetro riciclato. La proprietà si estende per 220 ettari, di cui 40 vitati. In essa troviamo anche una modernissima cantina sotterranea e diversi edifici tra i quali c’è un antico fabbricato ristrutturato con molto buon gusto, dove trova spazio una suggestiva sala degustazione. Oltre al Vermentino, la varietà d’uva più importante del territorio, vengono coltivati Moscato e alcuni vitigni a bacca rossa, sia autoctoni che alloctoni: Carignano, Cannonau, Sangiovese e Cabernet Sauvignon. Sono 350 mila le bottiglie prodotte annualmente.
La gamma di etichette ècomposta da tre differenti Vermentino di Gallura Docg, alcuni rossi, un rosato e un vino dolce. Abbiamo degustato l’annata 2023 del Vermentino di Gallura Docg Spèra, il più fresco e immediato tra i bianchi proposti da Siddùra. E’ ottenuto da Vermentino in purezza proveniente da vigneti a guyot e cordone speronato, situati a 250 metri sul livello del mare su suoli sabbiosi da disfacimento granitico, che, come già detto, sono tipici della Gallura. La densità d’impianto è di 5.600 ceppi per ettaro con rese che non superano i 70 quintali per ettaro. Le uve, vendemmiate a mano in picole ceste, vengono avviate alla vinificazione che prevede pressatura soffice e successiva lenta fermentazione del mosto in serbatoi di acciaio inox alla temperatura controllata di 12-13 gradi centigradi. Il vino resta alcuni mesi in acciaio sulle fecce nobili e infine va in bottiglia tra la primavera e l’estate dell’anno successivo a quello della vendemmia.
Il colore che osserviamo nel calice dopo aver versato lo Spèra 2023 è un giallo paglierino carico con vivaci riflessi verdolini. Intenso e pulito il naso, nel quale sentori di frutta a polpa gialla, litchi e zagara sono affianacati da sottili richiami di erbe aromatiche e da un tocco balsamico. E’ subito evidente un profilo nitido e spontaneo, così come il carattere decisamente mediterraneo di questo Vermentino. Il sorso è vivo nell’acidità, snello, agile, ma anche pieno nel gusto che appare dominato dalle note fruttate. Chiude con una lunga scia salina. Si tratta, a nostro parere, di un’annata particolarmente riuscita di Spèra, una versione che è in grado di regalare piacevolezza insieme ad una bevibilità non comune, grazie alla perfetta combinazione tra freschezza e carica aromatica. Può essere abbinato ad antipasti e primi della cucina di mare, specialmente se a base di molluschi e crostacei. Provatelo anche come aperitivo o a qualsiasi ora del giorno in buona compagnia, siamo sicuri che non vi deluderà.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
Siddura
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