Eterna Vigneti è una bella storia, quella di Saverio Riccobono e Oreste Gibilaro, due giovani enologi classe 1995, amici e compagni di studi, che mettono insieme fatica e conoscenze per portare avanti un sogno comune. Tutto inizia tra i banchi di scuola nell’ Istituto Agrario Filippo Eredia di Catania, dove i due sin dall’inizio condividono una forte passione per il vino, cosa che presto li porterà a farsi una promessa: “Un giorno avremo un’azienda insieme”. Dopo il diploma, entrambi vanno a studiare Viticoltura ed Enologia all’Università di Trento – Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige e, successivamente, iniziano a fare esperienza presso diverse cantine in Italia e all’estero. Ad un certo punto, però, durante gli anni della recente pandemia, capiscono che è arrivato il momento giusto per dar vita al loro progetto. Da lì a poco lasciano il lavoro che in quegli anni aveva portato Saverio in Friuli e Oreste in Germania per tornare sull’Etna. Nasce così nel 2022 Eterna Vigneti. Il nome non è stato scelto a caso, ma, al contrario, pensando a qualcosa che potesse racchiudere il significato di quello che si voleva portare avanti, come spiega Saverio Riccobono: “Innanzitutto, si può facilmente vedere dai caratteri evidenziati con il colore nelle etichette che la parola Eterna contiene Etna, poi la derivazione dal latino aeternus, unione di ex-ternum, cioè che sta al di fuori dal tempo, si riferisce all’idea della triade passato, presente e futuro che vorremmo rappresentare con tre vini”.
Oggi la superficie vitata si estende complessivamente per 1,8 ettari, distribuiti in tre diversi siti: contrada Trinità, sulle sponde del fiume Alcantara a 450 metri sul livello del mare nel territorio di Castiglione di Sicilia, dove troviamo una piccolissima vigna di Nerello Mascalese con viti a piede franco di oltre 130 anni di età; contrada Borriglione a Linguaglossa, 1,1 ettari a 670 metri di altitudine con Carricante e Nerello Mascalese piantati nel 1950, allevati a spalliera; contrada Imboscamento a Rovittello dove, a quasi 700 metri sul livello del mare, ci sono 5 mila metri quadrati con viti ad alberello di Nerello Mascalese di oltre 70 anni. I terreni sono di natura vulcanica con tessitura prevalentemente sabbiosa a Linguaglossa e Rovittello, mentre in contrada Trinità il suolo di origine mista, vulcanica e fluviale, contiene una buona percentuale di limo. Quest’anno dalla piccola cantina di Passopisciaro verranno fuori 6 mila bottiglie, ma in un futuro non lontano si prevede un ampliamento che riguarderà sia i vigneti che i locali per la vinificazione e l’affinamento.
La produzione si articola su due le linee di vini: la classica con gli Etna Doc e la linea denominata “triade del tempo” che rappresenta l’interpretazione più personale del territorio e al momento risulta composta da un bianco, il Presente, che sarà presto affiancato dal Passato, un rosso da contrada Trinità e poi da un terzo vino, il Futuro. Ci è piaciuto molto l‘Etna Rosso Doc 2022, un Nerello Mascalese cento per cento, frutto dei vigneti di contrada Borriglione a Linguaglossa. Come già detto, questa parcella allevata a spalliera risale al 1950. La densità d’impianto è di 5 mila ceppi per ettaro con rese che non superano i 50 quintali per ettaro. Le uve, vendemmiate a mano durante la prima decade di ottobre, vengono vinificate in tini d’acciaio inox alla temperatura controllata di 26-28 gradi centigradi con circa 20 giorni di macerazione sulle bucce. Il 70 per cento della massa affina in acciaio, mentre l’altro 30 per cento matura 6 mesi in barrique usate di rovere francese.
Nel calice l’Etna Rosso 2022 di Saverio e Oreste presenta una buona intensità di colore che si esprime nei toni di un bel rosso rubino, appena tendente al granato. Fine e pulito il naso, nel quale i profumi di frutta come ciliegia, amarena, mora e fragola di bosco incontrano la vivacità di una variegata speziatura, completandosi poi con un cenno lavico-terroso che, seppur tenue, è molto caratterizzante. Ottima la definizione dei profumi con un frutto che appare maturo al punto giusto, mostrando una perfetta integrità. Il sorso, fresco, ma anche avvolgente e dotato di una buona morbidezza, è preciso e compatto nella tessitura con tannini ben presenti, ma levigati, che regalano una sensazione vellutata. In chiusura una piacevole sapidità completa l’assaggio di un rosso davvero buono: si legge molto bene il territorio, ma anche la sensibilità e la sapiente tecnica di chi lo interpreta. Ancora giovane, crescerà con il tempo. Lo riassaggeremo volentieri negli anni. Può essere abbinato a primi piatti dal gusto deciso della cucina di terra, carni di vario genere alla griglia o al forno e formaggi a media e a lunga stagionatura.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
Eterna Vigneti
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