Le vendite dei grossisti di vino a più di 450.000 rivenditori negli Stati Uniti sono diminuite del 6% nei 12 mesi fino ad agosto 2024. I dati arrivano dal SipSource del Wine & Spirits Wholesalers of America (WSWA) e sono stati analizzati da The Drink Business.
Le scorte di vino sarebbero calate dell’8% e quelle di alcolici del 3,9%, mostrando un quadro cupo per il 2025. Se a maggio le notizie non erano negative con un entusiasmo guidato dal destoccaggio e dai modelli di spedizione stagionali, oggi secondo gli analisti le tendenze di consumo più ampie sono motivo di preoccupazione.
I dati hanno rivelato che il calo più vertiginoso è stato quello dei vini da tavola da 8 a 10,99 dollari, che hanno registrato una flessione a due cifre del 12,7% sia nei canali on- che off-trade. Come si legge sul giornale specializzato, Dale Stratton, analista di SipSource e veterano del settore, ha dichiarato che “il vino sta soffrendo” e che a ciò contribuiscono i cambiamenti nel comportamento dei consumatori, le pressioni economiche e inflazionistiche e la riduzione dello spazio sugli scaffali.
Il fenomeno si inserisce anche nell’avvento delle bevande alternative. L’aumento delle bevande infuse con THC è stato di circa 2,04 miliardi di dollari l’anno scorso e si prevede che quest’anno crescerà a più di 3,09 miliardi di dollari. Entro il 2032 potrebbe raggiungere i 117,05 miliardi di dollari, secondo Fortune Business Insights.
Questa crescita entro la fine del decennio sarebbe quasi il doppio delle dimensioni stimate dalla Silicon Valley Bank per il settore vinicolo statunitense per quest’anno, che prevede di generare un fatturato di 61,2 miliardi di dollari.
Queste pressioni stanno creando una sorta di tempesta perfetta per il settore vinicolo. Le notizie sono state migliori in altre categorie di vino. Danny Brager, analista di SipSource, ha sottolineato come il Prosecco stia continuando a “performare bene”, con un aumento di oltre il 2% su base annua, che si aggiunge ai già impressionanti dati post-pandemia, come precedentemente riportato nel settore delle bevande.
Anche nel settore dei vini pregiati si è registrata una piccola crescita negli ultimi sei mesi, con un modesto aumento dell’1% per le bottiglie da 50 dollari in su. Anche se nel settore domestico l’aumento è stato del 3%.
Secondo gli analisti, i dati mostrano che anche la premiumisation di alto livello, un tempo considerata un grande motore di crescita e spesso citata dai produttori di vino come parte integrante della loro strategia, è sotto “pressione in un mercato che si sta restringendo”.
Anche gli alcolici sono in difficoltà. I dati hanno rivelato che il segmento che ha subito il peggior declino non è quello dei vini economici, ma quello degli alcolici da 100 dollari in su, che sono scesi del 12,5%, e che anche la fascia media da 50 a 99,99 dollari è scesa del 3,9% nel settore horeca.
Per quanto riguarda il settore off-trade, che rappresenta l’80% del mercato statunitense, la fascia da 100 dollari è scesa dell’8,5% e quella da 50 a 99,99 dollari del 4,3%.