L’Europa «ha bisogno di una politica di promozione più ambiziosa in termine di bilancio, di contenuti e di struttura nella sua gestione».
Insomma di una specie di cabina di regia europea – come chiedono da tempo numerosi produttori con in prima linea il settore del vino – per rilanciare le esportazioni sul mercato mondiale considerando l’alto livello di qualità della produzione Ue. Così il commissario Ue per l’agricoltura Dacian Ciolos (nella foto), a Wroclaw, nel sud-est della Polonia dove è in corso il consiglio informale dei ministri dell’Agricoltura europei – per l’Italia il ministro Saverio Romano – dice senza mezzi termini «che ci vuole una nuova strategia per rilanciare la promozione agroalimentare a livello mondiale». Insomma, spiega, «oggi in totale l’Ue ha a disposizione solo 53 milioni di euro l’anno (esclusa l’ortofrutta) per favorire la promozione, e di questi solo il 26% sono destinati all’export sul mercato mondiale, mentre gli Usa per sostenere i loro prodotti versano alcune centinaia di milioni di dollari l’anno». Del resto i dati parlano chiaro: «Le esportazioni europee di agroalimentare negli ultimi dieci anni – precisa Ciolos – hanno perso terreno scendendo da 21,5% del 1999 al 17,1% del 2009». Le ragioni? «La Politica agricola comune (Pac) ha conosciuto importanti trasformazioni che l’hanno orientata sempre più verso il mercato e ora quelle regole non sono più adeguate». L’Italia, leader europeo per numero di denominazioni e indicazioni di origine protette in Europa (Dop e Igp) è tra i Paesi Ue maggiormente interessati ad un rilancio della promozione del suo ‘Made in Italy’.