Parte lo stoccaggio per il Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc, varietà che al momento ha una resa massima pari a 140 quintali. La procedura si attiverà a partire dai 110 quintali, con un bloccaggio fino a 30 quintali per ettaro.
La misura, valida fino al 30 giugno del prossimo anno salvo proroghe o mutate condizioni di mercato, si lega a una vendemmia che si preannuncia con volumi superiori sulla precedente.
Sono state in questo modo accolte a larga maggioranza durante l’assemblea dei soci le proposte dell’Istituto marchigiano tutela vini (Imt) a salvaguardia del mercato e della denominazione alla luce, in particolar modo, della nota crisi aziendale della principale cooperativa delle Marche.
“La crisi Moncaro, e in seconda istanza le difficoltà congiunturali, ci obbligano a scendere in campo con misure di bilanciamento che speriamo possano esaurirsi nel breve termine – ha detto il presidente Imt, Michele Bernetti. Vogliamo preservare – ha aggiunto – le nostre imprese da potenziali speculazioni che mettono a rischio non solo la sostenibilità di aziende e produttori ma anche la riconoscibilità internazionale di un territorio vinicolo di qualità”.
“La priorità del Consorzio – ha concluso Bernetti – rimane la difesa del valore oltre che della qualità della denominazione; oggi per riequilibrare il mercato è più che mai necessario agire con strumenti di governo dell’offerta, strumenti adottati tra l’altro da diverse denominazioni su scala internazionale”.
Lo stoccaggio è stato deciso per intervenire rispetto alla situazione di incertezza che si è venuta a creare nella principale Doc bianca marchigiana. Sarà comunque possibile riclassificare il prodotto stoccato senza alcun vincolo. Ricordiamo che la zona di produzione delle uve atte a produrre i vini a denominazione di origine controllata Verdicchio dei Castelli di Jesi ricade nelle province di Ancona e Macerata.