Se il Sud Italia, inteso come zona vinicola, fosse una danza, probabilmente più che una “cumbia della noia”, come canterebbe qualcuno, sarebbe una vivace tarantella o una pizzica di San Vito. Energica, mutevole, vibrante e più capace di evolvere adattandosi ai cambiamenti climatici che il pianeta Terra sta vivendo. È così secondo James Button, che con il vino dice di avere un rapporto dinamico perché, come afferma, “ci trovi sempre qualcosa di nuovo da scoprire”. Il giovane giornalista, che segue le sorti dell’Italia del vino per la prestigiosa rivista inglese Decanter, ci racconta del suo rapporto entusiasmante con il Sud del Bel Paese e suggerisce di porre una maggiore attenzione alla bevibilità dei vini, un elemento da non porre mai in secondo piano, soprattutto in un momento storico come quello attuale, dove il vino ha sfide importanti da affrontare per il futuro. Button è papà di due bambini, ama cucinare, sciare, suonare la chitarra e andare in bicicletta, ma spesso gira il mondo guidato dalla passione del vino. La sua carriera è iniziata alla Majestic Wine nel 2006, che gli ha dato una solida base in materia prima di completare il Diploma Wset Livello 4 nel 2010. Dal 2014 al 2016 ha gestito il dipartimento di vini pregiati di un’azienda vinicola startup a Londra, prima di entrare in Decanter. E lo scorso giugno è stato con noi sull’Etna, come membro di giuria per il concorso Sud Top Wine del nostro giornale che premia i migliori vini delle regioni del Sud Italia.
“Essere sull’Etna e degustare così tanti vini è stata un’esperienza “educativa” – dice il giornalista -, un po’ come attraversare il Sud restando fermi alle pendici del vulcano”. L’occasione, per lui che sull’Etna è stato più volte, anche in occasione della manifestazione Contrade dell’Etna, è stata molto motivante, per acquisire un’istantanea del vino italiano del Sud del Paese; area vinicola quest’ultima, vasta e sfaccettata al suo interno, verso la quale il Regno Unito mostra attenzione e curiosità: “La percezione che abbiamo nel Regno Unito del vino italiano in generale è quella di un continuo miglioramento. Oltre il Chianti Classico e il Barolo, ci sono realtà molte interessanti e vignaioli che stanno facendo bene il loro lavoro. Nelle enoteche, nei ristoranti, il vino italiano è sempre presente e non è difficile trovare un sommelier italiano che lo racconti”. Sulle belle scoperte fatte durante la degustazione alla cieca per Sud Top Wine, Button mantiene la riservatezza che gli appartiene, ma senza tralasciare lo stupore per la grande diversità riscontrata tra i vini che a suo dire spaziano tra “stili più classici ed altri più moderni”. Oltre alle differenze tra aree vinicole, terroir e vitigni, c’è un’ampia varietà di stili. Un dato quest’ultimo che non va letto in un’accezione negativa: tutt’altro. “L’Italia del Sud è in una fase di cambiamento, una zona “hot”. In scena c’è un processo di evoluzione costante e i vini entusiasmano perché riflettono comunque le loro origini. Ci troviamo davanti ad un microcosmo di varietà che si sanno adattare bene ai cambiamenti climatici. E di fronte all’incessante aumento delle temperature, i vitigni autoctoni del Sud Italia e siciliani stanno fiorendo”, afferma Button.
Un punto di vantaggio, dunque, per una terra che rispetto alle zone vinicole del Nord Italia ha cominciato lentamente la marcia di risalita verso la qualità, riconosciuta nel panorama mondiale del vino. “La Sicilia e l’Etna sono tra le aree vinicole più dinamiche in Italia. Ottimo anche il lavoro che stanno facendo tanti vignaioli in altre regioni, come la Campania, la Basilicata, la Calabria e la Puglia. Bisogna non perdere di vista la qualità e il solo consiglio che vorrei dare è quello di cercare la bevibilità nei vini”.