Nel nord Italia, ai piedi delle Alpi, il Lago di Garda si estende sulle tre provincie di Lombardia, Veneto e Trentino, un’estensione di circa 370 chilometri quadrati, che tocca tanti luoghi di fama e di singolare bellezza. Presso la Dogana Veneta di Lazise in provincia di Verona, sulle sponde di questo splendido specchio d’acqua, attrattore turistico incredibile, si è aperto il convegno promosso dal Consorzio Garda Doc, realizzato nell’ambito dell’evento “Garda Wine Stories”. Occasione che ha voluto mettere in luce le nuove sfide e i progetti futuri con poche, ma efficaci parole chiave. Dinamismo, adattamento e diversificazione. Del resto i vini Doc del Garda rappresentano un importante fattore economico e turistico, oltre che una parte imprescindibile della gastronomia locale. Quello che distingue la Doc Garda è senza dubbio il fatto di essere una denominazione interregionale ampia e diversificata, vista la sua estensione che attraverso le regioni della Lombardia e del Veneto, abbraccia i territori dalla Valtenesi alla Valpolicella e dalle rive del Mincio arriva fino alla città di Verona. Questo ampio territorio, principalmente collinare e inserito intorno al lago di Garda, si caratterizza per una notevole varietà climatica. La sua diversità può sicuramente risultare la sua forza, ma al contempo una debolezza vista la mancanza di specifica identità della Denominazione.
La denominazione di origine protetta Garda esiste dal 1996 e si estende dal capoluogo lombardo di provincia di Brescia, nel sud-ovest del lago, attraverso l’idilliaca città di Mantova, nel sud, fino a Verona. L’intera zona di produzione del vino Garda Doc comprende un totale di dieci diverse denominazioni, che rappresentano stili di vino individuali che si caratterizzano per le diverse ubicazioni, oltre che per i tipi di suoli e il microclima diversi. Durante il convegno, aperto dal saluto del Presidente del Consorzio, Paolo Fiorini, si sono alternati due interventi densi di contenuti, che hanno messo in evidenza l’importanza e la vitalità dei vini Garda Doc nel panorama enologico contemporaneo. Eugenio Pomarici del Centro per la Ricerca in Viticoltura ed Enologia degli Studi di Padova ha portato in campo un lavoro di analisi che ha approfondito i diversi aspetti della denominazione, evidenziando le opportunità e le minacce, oltre alla proposta di elementi strategici per l’evoluzione dell’offerta Garda. Quello che infatti è emerso, è il lavoro svolto dal Consorzio nel corso degli ultimi 7 anni, che ha puntato a consolidare l’immagine dei vini Garda, elevandoli, in modo da assicurare che il loro valore sia riconosciuto e apprezzato sia dai consumatori, ma in primis dai produttori stessi.
Lo studio ha infatti evidenziato il dinamismo e il potenziale del sistema vitivinicolo Garda Doc, sottolineando come questa Denominazione si sia affermata efficacemente sia sul mercato nazionale che internazionale. Pomarici ha messo in luce l’espansione significativa dell’area coltivata e del numero di viticoltori, che testimonia una crescita quantitativa notevole: +46% dal 2017, con una produzione che ha superato i 410.000 quintali di uva nel 2023. Ulteriore considerazione emersa ha riguardato l’importante capacità di innovazione e diversificazione del Garda Doc, che racchiude una vasta gamma di vini che rispondono alle diverse esigenze del consumatore moderno, con un evidente aumento del numero di bottiglie prodotte che in sei anni è passato da 6,1 a 18,6 milioni. Una crescita che sicuramente è legata alla narrazione dell’essenza stessa del territorio del Garda, che ne permea la conoscenza e l’apprezzamento non solo dei suoi vini, ma anche delle numerose ricchezze che in esso si radicano. Di conseguenza, diventa essenziale associare l’esperienza unica del Lago di Garda con i vini prodotti in questa regione, puntando a una comunicazione omogenea e inclusiva che abbracci tutte le denominazioni.
L’intervento di Angelo Zago, del Dipartimento Scienze Economiche dell’Università di Verona, ha invece voluto focalizzare l’attenzione sull’interesse verso i vini Garda Doc basata su ricerche effettuate su Google. Il progetto di ricerca, finanziato dal Ct Garda Doc ha infatti indagato come utenti di vari Paesi europei e di alcune regioni italiane, ricercano termini legati ai vini veronesi, in particolare quelli del Garda Doc. I risultati emersi dallo studio hanno evidenziato che “Garda” è il termine più ricercato tra le principali Denominazioni veronesi, con un notevole interesse proveniente da Germania, Austria e Olanda, oltre che dalle regioni italiane di Trentino Alto-Adige e Lombardia. Quello che emerge è quindi la necessità di intensificare le attività di promozione e valorizzazione da parte del Consorzio, oltre alla collaborazione con il turismo locale e la creazione di una rete tra produttori e operatori turistici, che possa rafforzare l’immagine del vino legato al territorio del lago di Garda. “Questi interventi – ha concluso il Presidente Fiorini – non solo confermano la popolarità dei vini Garda Doc a livello nazionale e internazionale, ma offrono anche fondamentali spunti per future strategie di marketing e promozione, al fine di valorizzare in modo crescente e sinergico il legame tra il territorio del Garda e il suo prestigioso prodotto vinicolo”.