di Francesco Pensovecchio
Lontano dai riflettori, ambienti glamour e jet set del vino, defilato rispetto alle cosiddette cantine “cool” della penisola e tuttavia ben conosciuto nei circuiti internazionali come un produttore di riferimento della Sicilia occidentale, Salvatore Ajello è per certo un viticoltore assennato, scrupoloso e un efficace imprenditore.
Il profilo timido dell’azienda, che ricalca senz’altro la personalità del suo proprietario, è il passepartout necessario alla sua stessa comprensione. La dotazione non è da poco: 124 ettari nel territorio di Mazara del Vallo presso contrada Giudeo, di cui 70 vitati, con una produzione attuale complessiva di circa 310.000 bottiglie su una decina di etichette. Vigneto e cantina hanno condizioni ideali: la giacitura è collinare con esposizione a sud est, la composizione argilloso-calcarea dei suoli. I vigneti beneficiano della naturale ventilazione nella fase di maturazione, nonostante la densità di piante per ettaro sia elevata. Lo spettro di vitigni è ampio: Grillo, Insolia, Catarratto, Nero d’Avola, in compagnia degli internazionali Chardonnay, Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc, Syrah, con una leggera predominanza di questi ultimi.
Per ciò che riguarda i lavori di cantina, si consideri un validissimo supporto di professionisti succedutosi negli anni: Vincenzo Bambina, Stefano Chioccioli, e oggi Diego De Filippi, un giovanissimo che ha dalla sua grinta, entusiasmo e preparazione.
Tutto ciò premesso, mi batto il petto per non averlo fatto prima, ho messo piede per la prima volta in azienda in una splendida e ventosa giornata del maggio scorso in compagnia di Fabrizio Carrera e Manuela Laiacona. Dopo essermi perso con gli occhi tra le morbide colline vitate e il gradevole baglio con palme e oleandri, mi sono quasi scontrato con un paio di bus carichi di turisti tedeschi, proprio in visita a Salvatore. Il tedesco, si sa, sbaglia raramente questo tipo di valutazione, anche se solo appassionato. Cosa che ha ulteriormente innalzato il mio livello di attenzione.
Come abitualmente accade per Cronache di Gusto, abbiamo chiesto a Salvatore di scegliere un’etichetta per una verticale, un modo per gettare uno sguardo nel passato, capire le potenzialità dei vini, formulare delle ipotesi sull’evoluzione e sul futuro.
Salvatore Ajello
Tra tutte le etichette della cantina, Salvatore ci ha proposto il vino di punta, il Furat, proveniente da due Cru aziendali, il Cirasa e il La Vela. Leggo: “Era l’827 quando l’austero e indomito condottiero arabo Asad Ibn al Furat approdò in Sicilia, nei pressi di Mazara del Vallo, per iniziare la conquista dell’isola e legare il suo nome alla Sicilia araba”. Quasi una dichiarazione d’intenti. Vi anticipiamo che, tra tutte, questa è stata probabilmente la degustazione più difficile fino ad ora realizzata a causa dell’unità e delle caratteristiche di base comuni a tutte quante le annate. Una garanzia per il consumatore. Andiamo ai fatti: la composizione dei vitigni del Furat, sin dal primo anno di produzione, è ¼ ciascuno di Nero d’Avola, Cabernet Sauvignon, Syrah e Merlot, con evidente ampia predominanza degli internazionali. La resa è di 75 quintali per ettaro, ovvero 1,7 chili per pianta.
Il sistema di allevamento è a controspalliera potata a Guyot corto e cordone speronato. La vendemmia avviene mediamente, con oscillazione di qualche giorno, nella seconda decade di agosto per le uve internazionali, nella prima decade di settembre per il nero d’Avola. Il mosto rimane a contatto con le bucce per 15-20 giorni circa, con frequenti rimontaggi, “delestage” e un leggero salasso al 10% per aggiungere concentrazione. Il totale delle bottiglie prodotte 45.000. Il prezzo medio allo scaffale è di circa 15 euro.
Furat 1999
87/100
Colore rosso granato, cupo, con riflessi rubino intenso. Naso evoluto ed elegante con note ancora vive di frutta rossa, prugna disidratata. Sentori affumicati, di tabacco chiaro e liquirizia. In bocca è energico, i tannini sono fini e smussati. Finale lungo e caldo. I vitigni internazionali predominano senza interferire con quel touch elegante che proviene del nero d’Avola. Eccellente l’affinamento e la sua evoluzione. Il più affascinante della batteria.
Furat 2000
80/100
Colore rosso granato con riflessi rubino intenso. Naso evoluto con note di amarena, frutta rossa e prugne. Sentori affumicati, di cannella e liquirizia. In bocca ha ancora un buon equilibro. Nel finale ritorna una nota alcolica in forma ciliegia sotto spirito. I vitigni internazionali danno forma al vino, nonostante l’annata molto calda.
Furat 2001
80/100
Colore rosso granato con riflessi rubino, leggermente torbido. Naso evoluto con note di amarena, frutta rossa e prugne. Sentori affumicati, di cannella e liquirizia. In bocca manca uno slancio giovanile, ma il vino è retto da una insolita vena sapida. Un’annata non molto fortunata ma perfettamente in linea con le due annate precedenti.
Furat 2002
80/100
Colore rosso rubino con riflessi granato intenso. Naso composto, deciso, piacevolmente evoluto. Frutta rossa in confettura, more, prugna disidratata. Sentori evolutivi di zenzero, tabacco e liquirizia. In bocca è deciso, i tannini sono piacevolmente astringenti.
Furat 2003
85/100
Colore rosso rubino intenso con riflessi granato. Naso intenso e persistente di frutta rossa in confettura, mora, ciliegia nera, viola e carruba. Seguono nocciola, cannella e liquirizia. In bocca è energico, i tannini sono perfettamente integrati. Piena struttura. Finale lungo. Rotondo. Sembra di avvertire una diversa e più incisiva presenza del nero d’Avola. Un vino pronto, perfettamente maturo e da bere subito.
Furat 2004
88/100
Colore rosso rubino intenso. Naso di frutta, prugne, amarene e mirtilli. Insospettabile presenza di freschezza riconoscibile dalla menta e dagli accenni balsamici. In bocca è strutturato, sapido con tannini densi. Armonico. Lungo e piacevole il finale. Perfetto stato evolutivo.
Furat 2005
80/100
Un’annata piccola a causa della grande piovosità. Colore rosso rubino con qualche riflesso violaceo. Naso di frutta, prugne e mirtilli, leggermente floreale, viola. In bocca, sebbene meno delle altre annate, rivela comunque una discreta struttura. Fresco.
Furat 2006
88/100
Un vino rotondo, morbido, fresco. Un’annata eccellente. Colore rosso rubino brillante con riflessi viola. Naso pieno, ampio, vitale. Frutta rossa ed erbe officinali convivono in armonia. In bocca è vibrante, la trama fitta. I tannini sono presenti ma seguono la struttura del vino che li arrotonda notevolmente. Lunga e intensa la persistenza aromatica.
Furat 2007
90/100
Colore rosso rubino intenso, brillante, con evidenti riflessi viola. Naso pieno, ricco, sfaccettato. Intensi i profumi varietali. Piccoli frutti rossi, ciliegia nera, prugna, viola, con cenni di peperone, nocciola e caffè tostato. Bocca grintosa, i tannini sono decisi, eleganti. Buona acidità, lungo. Un vino dalla veste classica con variante siciliana. Il migliore della batteria. Da conservare.
Furat 2008
86/100
Colore rosso rubino intenso, brillante, con evidenti tonalità viola. Naso ricco di profumi varietali, forse non ancora perfettamente affiatati ma di rilevante energia. Prugna, viola, con cenni di peperone, nocciola e caffè tostato. Bocca viva ma equilibrata, i tannini sono decisi e di chiara eleganza. Piacevole la beva. Ha una lunga vita davanti a sé.