“Per non morir di fame” è un libretto che Elisabetta Eordegh ha pensato di scrivere per coloro che in barca a vela viaggiano, si divertono o vivono.
Per coloro insomma, che trascorrono molto tempo in questo mezzo di trasporto (per vari motivi non alla portata di tutti) che spesso oggi è diventato anche luogo in cui abitare. Elisabetta e Carlo Auriemma dal 1988 hanno trasferito la loro vita e il loro lavoro da Milano al mare.
Durante questi anni di vita in barca a vela hanno girato il mondo, ricercando soprattutto i posti meno conosciuti, quelli ancora incontaminati. Tuttavia in viaggio “non si può correre il rischio di indebolirsi solo perché è problematico cucinare”. Senza arrivare al Capo Horn o al Sud dell’Indiano, a volte ci si trova in situazioni davvero spiacevoli. Perciò tra la barca che sbatte sull’onda e una virata a ogni momento “in cucina ci deve essere poca roba, si deve fare tutto in una sola pentola, nel tempo più breve e nelle condizioni di maggior sicurezza”.
Cercando di non tralasciare le buone abitudini alimentari Elisabetta inizia col non abbandonare la pasta che va cotta però, in una pentola a pressione per evitare che la pentola sia aperta e di utilizzare lo scolapasta. Si comincia allora con il preparare per primo il sugo, del tipo più svariato, per inserirvi in seguito la pasta. Se la si vuole al dente, basta anticipare i minuti di cottura. I sughi da preparare vanno da quelli di semplice sugo al pomodoro che con l’aggiunta di mozzarella, panna, melanzane, tonno diventano dei veri piatti prelibati, ai risotti, al pesce al cartoccio, ai legumi, dalle lenticchie ai ceci, ai fagioli, nonché peperonate, minestroni e cavoli con pancetta. Le ricette continuano con le uova, la carne, le insalate, il pollo, i fagiolini e le zucchine. Naturalmente non può mancare il pesce, crudo, cotto con il limone e a forno. Importante è anche recuperare gli avanzi della sera prima, rendendoli più invitanti con l’uso di salsine a base di maionese, tabasco, ketchup, uova, tonno, cognac, capperi. In barca non si rinuncia a niente nemmeno al dolce, che anzi può aiutare – dice Elisabetta – se il pranzo non è proprio raffinato o c’è tempo cattivo con il vento contrario. Inoltre ci dà consigli su come preparare il pane, come conservare i cibi, su come fare “cambusa” ossia l’equivalente della spesa per quelli che stanno in terraferma. Un problema molto importante è quello dei rifiuti che, se si affronta un viaggio lungo, è assolutamente improbabile tenere in barca. Allora è meglio ad esempio, buttare subito in mare tutti i rifiuti organici. I consigli si riferiscono anche agli ospiti non desiderati come gli scarafaggi, che spesso padroneggiano nelle cucine delle barche. Mentre per quel che riguarda il bere, meglio non farlo mai durante la navigazione, quando si è all’ancora invece, in coppia o con amici è piacevole scambiare due chiacchiere sorseggiando un cocktail magari alla luce del tramonto.
Carlo ed Elisabetta operano per la salvaguardia dell’ambiente a livello internazionale. Sono fondatori infatti, di un progetto che perseguono attraverso l’associazione “Barca Pulita”, che mira alla tutela dell’ambiente marino in tutto il mondo. Diversi sono i libri che hanno scritto “Sotto un grande cielo” ed. Mursia, “Mar d’Africa” ed. Feltrinelli, “Partire” ed. Incontri Nautici, sono alcuni dei titoli pubblicati. Numerosi sono anche i documentari, i filmati prodotti, trasmessi alla Rai, a Canale 5 e anche alla TV Svizzera.
Aurora Rainieri