Accade con gli eventi importanti. Accanto ad iniziative che coinvolgono tanti protagonisti e contesti ben profilati fioriscono altrettanti eventi che completano l’offerta, il ragionamento, la visione. È accaduto e accade con Contrade dell’Etna l’evento che da sabato a lunedì prossimi celebra il vino del vulcano.
Anche quest’anno ci sarà Contrade Off. Una festa ma non solo; un momento di riflessione alta ma non solo; un confronto che mette insieme tantissimi protagonisti del vino a vario titolo con vignaioli, enologi, agenti di commercio, enotecai e tanti altri. E un unico comune denominatore: l’età. Quasi tutti trentenni o poco più. Tutti relativamente giovani per un think tank festaiolo. Quella di quest’anno sarà la terza edizione e anche questa volta non si conosce il luogo dove tutto si svolgerà.
Non è solo una trovata di marketing. È anche la necessità che non arrivino migliaia di persone attratte dall’idea che ci sia una festa e basta. Perché nei giorni di Contrade tutto il territorio è in subbuglio, un subbuglio che fa bene. Sappiamo solo che Contrade Off si terrà domenica sera, il 12, dalle parti di Randazzo. E che ad occhio e croce ci sono 150 invitati. I quali sapranno del luogo poco prima. A Contrade Off si discute, ci si confronta, si mangia e, of course, si beve. Ogni invitato deve portare una bottiglia di vino, altrimenti non entra.
L’ideatore di tutto è Salvatore Martinico, che dopo un’esperienza con Benanti adesso lavora per Sarzi Amadè, nota azienda di distribuzione di vini pregiati. Martinico ha l’Etna nel cuore e tre anni fa lanciò l’idea di Contrade Off assieme a Giulio Bruni e Giuseppe Grasso. Oggi Bruni non lavora più sull’Etna mentre Grasso è un vignaiolo e patron di Stanzaterrena, piccola azienda etnea. C’è sempre nel gruppo la vicinanza fattiva della giornalista Valeria Lopis. Al gruppo quest’anno si è aggiunto Simone Foti, figlio di Salvo Foti che in fatto di vino e di Etna non ha certo bisogno di presentazioni: l’inizio di tutto. Salvatore Martinico è già in fermento perché Contrade Off è imminente.
“La nostra – dice con una punta di orgoglio – è un’idea ambiziosa. Mettere insieme tante energie attorno al vino e al suo territorio e accantonare per una sera competizioni, listini, gomitate. Per ragionare di cuore, di testa e non di tasca. In tre parole, scambiare, recepire e dare”. Dice ancora: “Mettiamo da parte tutti i desideri di evidenziare le micro differenze, le sfaccettature, le nostre piccole visioni. Per una sera siamo Etna, siamo un coro, non competiamo, diamoci un solo flag e avanziamo”.
Aggiunge Simone Foti: “Per me un onore dare il mio contributo a Contrade Off. Ci saremo una ventina di giovani vignaioli uniti da passione e determinazione. Ci piace metterci in discussione e ragionare senza schemi. E poi, ci teniamo a dire, nessuna contrapposizione con Contrade dell’Etna. Anzi, una sorta di estensione”. Riprende il ragionamento Salvatore Martinico: “Una festa, certo. Ma serve a interrogarci anche su come dovrà crescere il terroir. Non entriamo nelle dinamiche di Doc, Docg eccetera, però mi piacerebbe pensare che i produttori decidano di ritoccare al ribasso le rese per ettaro, oggi fissate tra 80 e 90 quintali. E lo dico perché tanto nessuno qui, se vuoi fare vini buoni, raggiungi le quantità previste dal disciplinare. E allora, perché non abbassare…e poi vigilare. Vedo in giro troppi surfisti del vino che mirano a sfruttare il fenomeno Etna. Non svendiamo questo magnifico terroir”.