“Com’è l’andamento climatico per l’olivo in Sicilia? Che raccolto dobbiamo aspettarci in autunno? Un vero disastro”. Lo racconta a Cronache di Gusto Vincenzo Bonomo, dell’omonima azienda olivicola. Ci troviamo a Partinico, in provincia di Palermo, dove la famiglia Bonomo ha 10 ettari di oliveti situati ad un’altitudine tra i 150 e i 350 metri e una produzione media di 50 quintali annui, circa 5500 litri di olio l’anno. Il loro olio arriva sulle tavole dei grandi chef e dei più importanti ristoranti.
“La siccità è troppo evidente, quest’anno più che mai. L’anno scorso siamo riusciti a raccogliere le olive con la pioggia di settembre salvando in extremis la produzione ma questo inverno non ci ha aiutato per nulla”.
L’azienda Bonomo non applica irrigazione di soccorso perché la maggior parte del terreno dell’azienda è sotto il consorzio irriguo e dipende dalla diga Poma, oggi inutilizzabile perché la Sicilia è sotto stato di emergenza idrica. L’acqua serve per la città di Palermo e tutti gli invasi dell’Isola sono in una situazione assolutamente critica, senza acqua a disposizione.
“Noi non diamo acqua ai nostri uliveti”, sottolinea Bonomo. “È importante sottolineare che l’olivo è una pianta che vive nel deserto. Lo vediamo in Africa, in Tunisia, in Algeria ed Egitto. Loro hanno un clima secco e stanno diventando produttori di olio sempre più bravi. Questo periodo, quello della fioritura, è molto delicato perché si formano le olive per l’annata. Nonostante si tratti di una pianta sempreverde in inverno l’olivo va sempre in riposo vegetativo. Se durante l’inverno la pianta riposa, nel periodo primaverile sarà più propensa a una buona fioritura. Al contrario se non fa freddo e non c’è acqua, alla ripresa vegetativa la pianta sarà stressata. Ora ci si gioca quindi la produzione dell’anno”.
Così poco meno di un mese fa è stato utilizzato come “rimedio” il caolino, un prodotto naturale, costituito prevalentemente da caolinite, un’argilla di silicato di alluminio. Il trattamento ha duplice funzione: da un lato protegge la pianta dagli attacchi di mosca, dall’altro lato è utile contro la siccità perché in primavera, quando diventa bianco, riflette i raggi solari abbassando la temperatura della pianta e non la lascia andare in stress idrico.”Da pochi giorni l’ho utilizzato per fargli catturare umidità nella notte e per far reidratare la pianta. Sono toppe che si cerca di mettere ma la natura ha sempre l’ultima parola”.
Le annate complicate esistono e quella di quest’anno ricorda molto quella del 1990: “Mio nonno mi raccontava sempre che a gennaio faceva molto caldo. Una pioggia può salvare la stagione, di questo ne siamo consapevoli. È successo nella primavera del 2022 con una pioggia torrenziale ma anche lo scorso anno. In tre giorni si riempirono tutti gli invasi della Sicilia facendo rientrare l’emergenza idrica in tutta la regione. Una cosa è certa: l’agricoltore deve essere resiliente a se stesso”.
Accanto ala produzione di olio nel 2018 l’azienda agricola ha iniziato la coltivazione di erbe aromatiche ed officinali, la raccolta di erbe spontanee e la produzione di sali aromatizzati. Vengono quindi coltivati anche Alloro, Origano selvatico, Peperoncino, Rosmarino, Finocchietto selvatico, Salvia, Sommacco, Timo, Menta ma anche agrumi come Limoni Zagara Bianca e Mandorle. “Fortunatamente abbiamo tante colture e cerchiamo di darci da fare anche in altro modo, siamo sempre speranzosi”.