Una scommessa. Una mossa che farà discutere. Il vino siciliano in brik con il sostegno della Regione.
La presentazione ufficiale si è svolta a Cagliari, presenti i marchi della grande distribuzione, come Despar e Conad. Marchi che proporranno il vino in brik per tre mesi. L’assessorato, occupandosi del piano industriale e del marchio dell’attività di collocamento sul mercato, ha permesso la realizzazione di questo prodotto. L’assessore all’Agricoltura Elio D’Antrassi (nella foto sotto) è contento dell’iniziativa. «Lo abbiamo fatto per il latte, lo stiamo facendo per il vino. L’idea di fondo è che la Sicilia ha solo un problema, quello legato alla commercializzazione. Dobbiamo concentrare gli sforzi su questo versante e non si dica più che c’è una sovrapproduzione».
Il vino sarà quello della scorsa vendemmia nelle tipologie Nero D’Avola, Insolia e Cataratto, nei formati da un litro e tre litri. Il packaging, del tutto innovativo, consiste in un brik con l’immagine della Vergine Annunziata il quadro di Antonello da Messina esposto a Palazzo Abatellis, in chiave Pop art, come a voler sottolineare lo stretto legame tra arte, cultura e tradizione siciliana in una rivisitazione che richiama l’attenzione e la curiosità del consumatore. Quali cantine abbiano fornito il vino che è finito in brik la cui commercializzazione è sostenuta dalla Regione, non è ancora noto. L’obiettivo, come suggerisce lo stesso nome “Vino di Alta Qualità Siciliana” è quello di proporre un prodotto, che si distingua dagli altri presenti nella grande distribuzione e, che allo stesso tempo, sia facilmente reperibile al supermercato. Il prezzo oscillerà tra i due e i tre euro circa. La scelta del vino brik, è una scelta mirata all’internazionalizzazione del prodotto, in linea con il concetto presente, soprattutto in Nord Europa, di vino in brik come sinonimo di un perfetto compromesso qualità-prezzo. Insomma una nuova sfida per il mercato enologico.
Maria Antonietta Pioppo