Non è facile raccontare 200 anni di storia di un’azienda, soprattutto una di quelle imprese piene di storia. Duca di Salaparuta ha celebrato il traguardo delle 200 vendemmie in uno dei primi eventi dell’anno, negli spazi di Palazzo Alliata di Villafranca, nel cuore di Palermo.
A raccontare un’azienda nata dalla passione di Giuseppe Alliata nel 1824, è stato lo stesso Direttore, Roberto Magnisi, assieme Rosario Lentini, Storico dell’Economia, Claudia Guarino, Global Brand Manager Wine Division, e il giornalista divulgatore Walter Speller, corrispondente dall’Italia per Jancis Robinson.
Poi la degustazione in anteprima dei vini di Duca di Salaparuta, guidata dall’enologo Salvatore Tomasello e da Walter Speller che hanno illustrato il percorso eno-sensoriale dedicato all’essenza di un lavoro viticolo ed enologico verticalizzato sulla qualità e l’identità dei vini di una Sicilia iconica e senza tempo: quella descritta da Rosario Lentini attraverso la storia della famiglia Alliata.
“Una famiglia – racconta Lentini a Cronache di Gusto – che ha veramente costruito un modello di cultura del vino che va di pari passo con l’evoluzione della cultura siciliana in tutto il mondo”.
L’ottocento siciliano è il secolo della rivoluzione vitivinicola ed enologica per tante ragioni, non ultima l’arrivo della filossera dall’America, che coinvolge tutti i proprietari terrieri. C’è un prima e un dopo questo evento. “Questa – continua Lentini – è una pagina di storia importantissima per la Sicilia. C’è stata una coralità di lavoro e di sacrifici che hanno poi portato alla rinascita del vigneto siciliano”.
In questo contesto l’azienda Duca di Salaparuta si è elevata: “Non hanno mai lavorato sulle quantità e sui volumi, hanno lavorato sulla qualità, perché ispirarsi a un modello che ritenevano superiore li ha costretti a investire in selezione delle viti, chiamare l’enologo francese a lavorare presso la cantina, avviare l’imbottigliamento quando l’imbottigliamento era un fatto assolutamente limitato. Il 95% dei vini a fine ‘800 partiva in botti di varia capacità. L’imbottigliamento è già etichettatura, riconoscibilità, qualità”.
I duecento anni di Duca di Salaparuta sono indissolubilmente legati a Bagheria e al suo territorio, agli artisti vissuti tra le due grandi guerre, che ne hanno svelato la forza ispiratrice e la bellezza di giardini, ville settecentesche, paesaggi costieri. Un patrimonio identitario che si sposa con una lunga tradizione vinicola e con una nuova missione: aprirsi al territorio, valorizzarne i patrimoni immateriali e materiali, individuarne il futuro.