Naturalmente predisposto alla vitivinicoltura, il territorio abruzzese è collocato tra il mare Adriatico e i massicci del Gran Sasso d’Italia e della Majella, nell’ambito dei quali si snodano tre Parchi Nazionali e più di dieci tra riserve nazionali e regionali. Un territorio percorso da vigneti che dal litorale, ricco di promontori, dune e pinete, si susseguono fino ad addentrarsi verso le montagne e le riserve naturali. Un territorio diversificato che intreccia fascia costiera, alture collinari e rilievi montuosi, dove Montepulciano, Trebbiano e Pecorino sono senz’altro le varietà più largamente diffuse e rappresentative tra i vitigni abruzzesi. Da qui la scelta di dedicare al Montepulciano D’Abruzzo nelle sue declinazioni territoriali, l’appuntamento che ha aperto le attività consortili del 2024, un focus di approfondimento giocato sul Montepulciano D’Abruzzo Doc e sulle Colline Teramane Docg, un primo appuntamento congiunto che ha visto uniti il Consorzio Colline Teramane con il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo.
Una svolta decisamente epocale per l’Abruzzo enologico, che ha visto lo scorso anno l’introduzione di un nuovo modello che cambierà il panorama delle denominazioni regionali. Il via libera è arrivato con l’accoglimento da parte del Comitato Nazionale Vini della proposta fatta nel 2019 dai produttori del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo per introdurre la menzione Superiore per le Dop “d’Abruzzo”, il che porterà a ridurre da 8 a 1 sola le Igt. Obiettivo del nuovo modello è proprio quello di rafforzare la comune identità dell’enologia regionale, valorizzando al contempo i singoli territori e rendendo più riconoscibile la scala dei valori. Si tratta di un passo decisivo nel percorso di crescita qualitativa intrapreso dal mondo produttivo regionale con un approccio che punta ad avvalorare il vino abruzzese esaltando i differenti territori e la straordinaria biodiversità all’interno di un Abruzzo sempre più coeso e capace di fare squadra.
Come sottolineato da Franco D’Eusanio, vicepresidente del Consorzio: “Abbiamo voluto differenziare il consueto grand tasting proponendo un momento dedicato al vino principe della nostra regione il Montepulciano d’Abruzzo. Abbiamo voluto anticipare il nostro appuntamento per dare la possibilità alle nostre aziende di presentare i loro prodotti in un momento strategico per i buyer nella scelta delle referenze nelle carte vini”. A questa presentazione si è unita la voce di Enrico Cerulli Irelli, former president del Consorzio Colline Teramane: “Questa Anteprima 2024 è l’ultima di un percorso cominciato nel 2020 e la prima sotto l’egida del Consorzio Vini d’Abruzzo, ecco perché, per quest’anno, abbiamo mantenuto la formula precedente, una degustazione in anteprima dei vini Colline Teramane, con un ulteriore approfondimento dedicato al Montepulciano Doc. L’occasione di questo confronto permetterà di definire ancora meglio l’identità di Colline Teramane”.
La scelta di questa unione, come spiegato da Enrico Cerulli Irelli, era in ogni caso doverosa e obbligata, proprio per poter mettere in luce sempre di più il lavoro accurato e di crescita svolto fino ad ora. “Colline Teramane non è solo una denominazione di origine dell’uva Montepulciano, ma è una qualifica che indica un territorio in cui uomini, tradizioni, ambiente e storia hanno definito la viticoltura e con essa l’identità unica dei vini. Oggi questa eccellenza diventa a tutti gli effetti porta bandiera nel mondo della grande qualità dei vini d’Abruzzo”. Due le degustazioni tecniche svolte a Borgo Spoltino, a Mosciano Sant’Angelo; la prima in mattinata dedicate alla Docg Colline Teramane, la seconda pomeridiana dedicata alla DocMontepulciano d’Abruzzo, in uscita nel corso del 2024. Quest’ultima un’occasione di confronto che ha dato vita a una panoramica ampia che parla di “Abruzzi”, una selezione di circa 70 referenze suddivise in quattro macro aree: dal Terre di Chieti al Colline Pescaresi, da Teramo a Terre dell’Aquila, naturalmente – come per la Docg Colline Teramane – suddivise tra tipologia giovane e Riserva.