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Scenari

“Più ettari ma meno produzione a causa della siccità”: l’allarme del Consorzio di Tutela della Nocciola del Piemonte

07 Marzo 2024
Isabella Ciattino, presidente Consorzio di Tutela della nocciola del Piemonte Igp Isabella Ciattino, presidente Consorzio di Tutela della nocciola del Piemonte Igp

Sono quasi raddoppiati in 10 anni gli ettari di produzione della Nocciola del Piemonte IGP, arrivati a quota 28mila con 250 mila quintali di raccolto: “Un quantitativo che però preoccupa”. A lanciare l’allarme è Isabella Ciattino, presidente del Consorzio Nocciola Piemonte IGP nato nel 1999. Il Consorzio associa circa 1000 tra aziende singole e soci di cooperative agricole e svolge un’attività di tutela, vigilanza, valorizzazione e promozione della nocciola. 

“A causa del cambiamento climatico i problemi si sono creati soprattutto nelle Langhe dove i noccioli sono più vecchi. Stiamo soffrendo molto per la siccità e la produzione è diminuita negli ultimi anni notevolmente”.

 

Il consumo

La nocciola del Piemonte viene quasi totalmente consumata nella regione, dove viene trasformata. È un tipo di prodotto che ha caratteristiche organolettiche particolari, poco utilizzata da cruda. Quando viene tostata aumenta anche il livello di conservabilità: riesce a resistere anche per un anno, una particolarità non da poco che la porta a essere prestigiosa. È molto abbinata al cioccolato ma ultimamente si utilizza anche nella cucina salata perché è ricca di olio.

Avendo similarità con l’olio extravergine d’oliva, grazie alla presenza di acido oleico, consente di mantenere il cosiddetto “colesterolo cattivo” a bassi livelli nel sangue e di innalzare i livelli del “colesterolo buono”.

 

La modifica del disciplinare

Oggi il Consorzio cerca di dare la spinta e il giusto valore al prodotto. Le zone vocate alla produzione stanno patendo, come dicevamo, il problema del cambiamento climatico. Inoltre, prima che la pianta di nocciola inizi a produrre devono trascorrere sei anni. “L’obiettivo per il 2024 è quello di mettere mano al disciplinare che è vecchio. In questo momento prevede che vengano prodotti 35 quintali a ettaro, al giorno d’oggi quasi impossibile. Aumenta così il rischio di frodi appurate dalle autorità competenti”.

Sempre più Paesi oggi producono la nocciola. La competizione è sicuramente con quella della Turchia, la più importata in Italia. Ma Isabella Ciattino è convinta: “All’estero stanno avendo meno problemi e si stanno imponendo sempre più nuovi mercati. La nocciola del Piemonte è la più buona del mondo e non lo diciamo solo noi diretti interessati. La qualità non può peggiorare, quindi modificheremo il disciplinare. È difficile arrivare a questi livelli di bontà”.