L’Etna fa sempre più parlare di sé, con le sue peculiarità, le sue espressioni, le sue presenze, il suo “Esserci”. È proprio da questa parola che parte il progetto di Rori Parasiliti, che coadiuvato dalla moglie Cinzia e dalla figlia Sandra, realizza la SRC Vini. Un sogno che trova concretezza nel 2012 sul versante Nord dell’Etna, tra Castiglione di Sicilia e Randazzo; tutto ha inizio da una casetta con piccola vigna annessa di 5000 metri in località Solicchiata, che a poco a poco si amplia fino a raggiungere i 15 ettari attuali, suddivisi in numerose parcelle, situate in luoghi particolarmente vocati, per una produzione totale media annuale di 35.000 bottiglie.
SRC, vuole dunque essere non solo la contrazione della parola eSseRCi, ma rappresenta anche le iniziali dei suoi custodi, Rori, Cinzia e la figlia Sandra.
Quello che riescono a trasmettere Rori e Cinzia è quel senso profondo di appartenenza, oltre alla volontà di evidenziare il forte legame con la storia e le tradizioni della viticoltura della “Montagna” rispettandola, apprezzandola e accettandola.
Da qui la voglia di raccontarsi e provare a far conoscere l’Etna attraverso un piccolo tour nazionale, che ha visto diverse città protagoniste di questi incontri. Per somiglianza e vicinanza il tour inizia il suo viaggio facendo tappa a Napoli, città da sempre aperta, con la quale divide il senso di appartenenza, oltre all’indissolubile legame con il Vesuvio.
Attraverso le loro parole, ma soprattutto la lettura dei loro vini è stato possibile ripercorrere le sfaccettature che il territorio etneo riesce a regalare. Nessuna presunzione, ma la parola chiave resta sicuramente l’ascolto.
Ad affiancarli in questo piccolo tour, ci sono stati Titti Casiello e Federico Latteri, giornalisti appassionati e profondi conoscitori del mondo vitivinicolo etneo. Così Cisterna Bistrot piccola operosa “officina del gusto” del centro storico di Napoli, ha accolto questa iniziativa a braccia aperte, completando attraverso i suoi spazi e la sua offerta gastronomica, l’ampia proposta enologica etnea.
Quello su cui hanno insistito Rori e Cinzia, è stata la voglia di aprirsi alle osservazioni dei presenti, in un dialogo sereno, cercando di comprendere vicendevolmente le “espressioni” dichiarate in modo autentico dai vini da loro prodotti. Ogni loro etichetta vuole rappresentare una lettura schietta di uno specifico areale e di una specifica annata, portando avanti una filosofia produttiva, che pone l’accento sul rispetto della terra. Un lavoro che parte da coscienza e consapevolezza tecnica, ma che attraverso trattamenti a base di prodotti presenti in natura – dal propoli alla farina di roccia, dalle fermentazioni spontanee al minimo utilizzo di solforosa – vuole raccontare gioie e dolori di un luogo.
Tutti i loro vigneti sono compresi a un’altitudine che va dai 650 metri ai 1.000 metri, i terreni di matrice vulcanica sono costituiti da sabbie e lapilli, dando vita a un suolo ricco di scheletro.
Le vigne, quasi tutte ad alberello con un’età compresa tra i 60 e i 120 anni, sono dislocate in vari areali Etnei, prevalentemente nel versante Nord tra il Comune di Randazzo fino al Comune di Castiglione di Sicilia, e una piccola parcella nel Versante Est del vulcano, nel Comune di Milo in contrada Rinazzo. Non solo Nerello Mascalese e Carricante ma anche Insolia, Coda di Volpe, Minnella, Grecanico e Grenache, varietà che consentono di disegnare e articolare le diverse referenze da loro prodotte.
Nove le etichette in assaggio che hanno disegnato questo piccolo viaggio nell’areale etneo, e che hanno aiutato a comprendere le differenze di ciascun versante. Vini che cercano di dare una lettura autentica dell’andamento dell’annata e naturalmente della specificità dell’areale di riferimento.