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La degustazione

Salice Salentino Doc, novità nel disciplinare. Aumenta la quantità di Negroamaro. E spunta la Verdeca

02 Febbraio 2024
La maglia del consorzio La maglia del consorzio

Più tutela per il Salice Salentino Doc: sono state già approvate le modifiche al disciplinare di produzione che risale al 1976, ora in attesa di ufficialità ministeriale. Tra i vari punti rivisti, si sposta la percentuale minima di Negroamaro, nei rossi e nei rosati della denominazione, passando dal 75% all’85%. I cambiamenti si pongono l’obiettivo di valorizzare sempre di più il vino più rappresentativo del Salento. “Tutelare i vini della nostra terra d’origine è proprio il compito che ci prefiggiamo con determinazione – afferma il presidente Damiano Reale – Per tale ragione le modifiche toccano alcuni punti per noi importanti. L’aumento della percentuale di Negroamaro nei rossi e nei rosati; il fatto che possano concorrere alla sua produzione uve di altri vitigni a bacca nera nella misura massima del 15% della superficie iscritta all’albo dei vigneti. L’aggiunta della Verdeca accanto a Chardonnay, Fiano, Pinot Bianco per il Salice Salentino Bianco. La produzione di Spumanti Metodo Classico da affinare almeno 12 mesi in bottiglia, di cui 9 sui lieviti. Mentre si prevede una riduzione a 18 mesi di affinamento per la menzione Riserva (di cui almeno 6 mesi in legno) e infine, la nascita del Salice Salentino Superiore Doc che prevede 12 mesi di invecchiamento”. Il Consorzio di Tutela, fondato nel 2003, oggi rappresenta ben 45 aziende associate, 786 vinificatori, 66 imbottigliatori, per 1.540 ettari coltivati, destinati alla produzione di 100 mila ettolitri di vino, frutto di 146 mila quintali di uva prodotta.

Con questa premessa e in attesa delle modifiche in corso di ufficialità ministeriale, vi portiamo a fare un viaggio virtuale nella terra del Salento, la parte sudorientale della Puglia, a tutti nota per i suoi paesaggi di incontaminata bellezza, per il suo mare cristallino, per la ricchezza artistica e monumentale e, senz’altro, per i suoi vini, capaci di riassumere l’anima di due mari (l’Adriatico e lo Jonio), l’incrocio di venti che accarezzano vecchie viti ad alberello e che insieme alla generosa luce solare donano alle uve un sapore inconfondibile e autentico. Siamo nei territori distribuiti tra le province di Lecce (Salice Salentino, Veglie e Guagnano), Brindisi (San Pancrazio Salentino e San Donaci) e parte del territorio comunale di Campi Salentina in provincia di Lecce e Cellino San Marco in provincia di Brindisi. Siamo nella terra del Negroamaro, vitigno per antonomasia del Salento, uva a bacca rossa a tratti difficile, ma in grado di esprimere una forte personalità e grande eleganza, se compresa e ben gestita dalla sapienza contadina, oggi sempre più attenta alla qualità e in grado di dare alla luce vini di alto pregio.

Riassumere in poche righe il Salento non è semplice: siamo in una terra in cui si sono incrociate svariate culture e in cui la produzione di vino è legata visceralmente a quella della comunità locale. Chi vi è nato lo sa e sa anche che il profumo del vino è un descrittore comune nella vita di molte famiglie salentine, di chi in quelle terre argillose e sabbiose ha coltivato e raccolto, con le proprie mani e per secoli, uve di Negroamaro, Malvasia Nera, Aleatico, per tanti anni utilizzate per il taglio di altri vini prodotti al Nord Italia o in Francia. Per lungo tempo, il Salento è stato considerato non a caso la “cantina d’Europa”. Oggi per fortuna le cose sono cambiate e i vignaioli salentini utilizzano le loro uve per creare i propri vini, figli legittimi delle loro terre, come il Salice Salentino Doc, un vino apprezzato dai consumatori, dal mercato che lo premia e dalla stampa. Il territorio del Salice Salentino, grazie all’impegno quotidiano dei produttori, regala vini sempre più in rado di coniugare freschezza e sapidità con un’inconfondibile l’impronta di profumi solari, mediterranei e di lunga tradizione. Ne abbiamo assaggiato alcuni e notiamo il forte cambiamento di rotta avvenuto negli anni: la qualità domina sulla quantità, la gestione delle vigne con basse rese e con vinificazioni sempre più attente e capaci alza di molto il livello dei vini.

I VINI DEGUSTATI

Cantina Moros, Rosso Salice Salentino Dop Riserva 2018 e 2019
Un vino che racconta un Sud che emoziona. Siamo a Guagnano, Claudio Quarta e sua figlia Alessandra si sono dedicati con amore e passione alla produzione di questo rosso di grande eleganza, che ha ottenuto importanti riconoscimenti. Corona il sogno di “un vigneto, una vigna, un vino” per ottenere un Cru eccellente da vecchie viti. Sono solo 6.000 le bottiglie all’anno. La 2018 regala al naso note di mora, pepe nero, spezie, sottobosco, corteccia. Il sorso è fresco e al contempo strutturato con una trama tannica ne integrata e lunga persistenza. La 2019 ci colpisce particolarmente. Al naso maggiore freschezza, note di muschio, more, spezie. Tannini integrati.

Apollonio 1870, Mari del Sud Salice Salentino Doc 2021
L’azienda si trova a Monteroni di Lecce. Produce in totale un milione e mezzo di bottiglie ed esporta in circa 40 paesi al mondo. Le “Mani del Sud” sono quelle che con passione e amore si dedicano a raccogliere i grappoli di questo Salice Salentino DOC Rosso che nasce Negroamaro (80%) e Malvasia nera di Lecce, presentandosi con una vena fresca e invitante. Le uve fermentano per 35-40 giorni in legno a temperatura controllata, per poi affinare 12 mesi fra barrique e botti grandi e 6 mesi in vetro. Al naso note di prugna, caffè. Il sorso è pieno, ben strutturato con tannini integrati, persistente e molto lungo.

Vecchia Torre, Vermentino Salento 2022
La cantina sociale Vecchia Torre, fondata nel 1959, si trova a Leverano, conta circa 1.100 soci e produce 4 milioni di bottiglie, vendute per il 70 per cento all’estero. Una realtà importante per la comunità locale che offre vini dall’ottimo rapporto prezzo/qualità, come questo bianco fresco che profuma di note marine e di frutta a polpa bianca. Il sorso agile e verticale ha una straordinaria persistenza.

Cantele, Salice Salentino Doc Riserva 2029
Siamo a Guagnano, l’azienda alla terza generazione di famiglia comprende 50 ettari e circa 150 in conduzione, tutti coltivati secondo i principi dell’agricoltura integrata volontaria, con costante monitoraggio dei parametri delle condizioni ambientali e del terreno. Il vino degustato è un vino rosso che spicca al naso per i suoi profumi di mora, viola scura, sottobosco, note balsamiche e speziati; il sorso è pieno, morbido, intenso, di ottima bevibilità e scorrevolezza. In anteprima degustiamo il Terse Manara Dop Salice Salentino Riserva 2020, Negroamaro in purezza, che si mostra materico ed interessante in chiave evolutiva.

Candido, Le Pozzelle Salice Salentino Negroamaro Rosato 2022
L’azienda è a San Donaci e si estende per 110 ettari di vigneto coltivati con metodo biologico. Questo rosato nasce da uve Negroamaro e Malvasia Nera. Macerazione delle uve diraspate e lasciate circa 20 ore a bassa temperatura. Solo acciaio. Si presenta alla vista con un colore rosa tenue luminoso. Al naso unisce profumi floreali e fruttati con una bella nuance di erbe aromatiche mediterranee, salvia in primo piano. Il sorso fresco e salino chiude con persistenza. Molto gastronomico.

Leone de Castris, Five Roses Igt Salento 2022
Tra i rosati pugliesi è il rosato per antonomasia. Il primo rosato imbottigliato in Italia con vendemmia 1943. Praticamente una pietra miliare. Tutti amano, tutti lo apprezzano, perché è lui e non può che essere così. Nasce da Negroamaro e malvasia nera di Lecce. Vinificazione in acciaio. Colore rosa cerasuolo cristallino. Al naso ciliegia e di fragoline di bosco, al palato sorso fresco, sapido e una lunga persistenza. Un grande classico made in Puglia.

San Donaci, Anticaia Rosato Salice Salentino Dop 2022
La Cantina è tra le più antiche aziende dell’agro salentino, nasce nel 1933 grazie all’idea imprenditoriale di un gruppo di 12 agricoltori che per sviluppare l’economia del loro prodotto e della loro terra fonda quella che oggi è un’azienda con all’attivo circa 300 soci e con vigneti, posizionati sul territorio salentino, che si estendono per più di 320 ettari, differenti per terreno e microclima. Per la sua continuità e per il suo forte radicamento al territorio ha dato un forte contributo alla storia agricola del Salice Salentino. Ottimo il rosato Anticaia un vino gastronomico che si presenta alla vista con un color cerasuolo intenso, Al naso frutti rossi, ciliegia, note di erbe aromatiche e iodate. In bocca il sorso è pieno, polposo, salino. Un vino di piacevole beva.

Feudi di Guagnano, Rosarò Salice Salentino Doc 2022
L’azienda si trova a Guagnano. Il rosato, molto buono, si presenta con un color rosa pesco, brillante. Intrigante all’olfatto con piacevoli sfumature di pompelmo rosa, fragola e pesca. Sorso morbido, equilibrato, lungo e persistente. Finale dinamico con note agrumate e balsamiche.