“Slow Wine Fair 2024 sarà un’edizione del piacere e della consapevolezza. Il vino sarà il protagonista della nostra fiera, ma attenti, non c’è nessuna voglia di fare concorrenza al Vinitaly di Verona, c’è spazio per tutti”. Parola di Gianpiero Calzolari, presidente di Bologna Fiere che ospiterà dal 25 al 27 febbraio la terza edizione della manifestazione fieristica dedicata al vino buono, pulito e giusto. Slow Wine Fair nasce dalla sinergia tra BolognaFiere e Sana, Salone internazionale del biologico e del naturale che è già una rassegna molto famosa con oltre 35 edizioni sulle spalle e che si tiene ogni anno a fine estate. Protagonista indiscusso è Slow Food e la sua promozione dei vini frutto di un’agricoltura sostenibile, incentrata sulla difesa della biodiversità e del paesaggio agrario.
BolognaFiere con Slow Wine Fair punta molto sul vino: “Ma nessuna concorrenza con il Vinitaly”
Le fiere agroalimentari
Bologna Fiere è un business ben articolato: solo in Italia organizza ben 47 appuntamenti e ormai ben quattro di queste rassegne sono dedicate al settore agroalimentare. Si pensi a Sana, ma anche Marca (salone internazionale della Marca del Distributore) e al Mercato della Fivi, l’evento dedicato ai vini dei vignaioli indipendenti. Proprio quest’ultimo evento, la cui prima edizione si è svolta lo scorso novembre, è stato una scommessa, stravinta dagli organizzatori. Per la prima edizione a Bologna si sono presentati oltre mille vignaioli e il pubblico ha risposto presente in modo molto convincente. In quei giorni Bologna è stata la più grande enoteca d’Italia. “Il mercato della Fivi, come è noto tra gli addetti ai lavori, è un evento B2C, rivolto quindi ai consumatori che potevano comprare il vino direttamente dai banchetti dei vignaioli. E la cosa che ci ha colpiti maggiormente – dice Calzolari – è stata la presenza di molti giovani. È un bel segnale perché è evidente che anche le nuove generazioni vogliono comprare in modo consapevole e responsabile e vogliono informarsi direttamente dai produttori. È una formula che funziona”.
“BolognaFiere – prosegue il suo presidente – organizza anche manifestazioni all’estero. Per il settore agroalimentare siamo presenti in Cina dal 26 al 28 giugno con Marca China nella città di Shenzhen e in senso lato ci stiamo aprendo molto al tema del Pet food, il cibo per gli animali domestici”. Aggiunge Calzolari: “Slow Wine Fair segue anche quest’anno sul solco di una rappresentazione che tiene molto in considerazione le idee di Slow Food. Il vino buono, pulito e giusto. E fa da vetrina alla loro narrazione attraverso la Guida che viene pubblicata in autunno. Tantissime aziende, tantissimi produttori e un pubblico di addetti ai lavori, buyers e qualche appassionato. L’idea della fiera che guarda al B2B ma anche al consumatore evoluto. Il Vinitaly a poca distanza? È vero, ma non siamo in concorrenza. Abbiamo un altro tipo di operatori ben definiti e target differenti. C’è spazio per qualcosa di diverso dal Vinitaly”.
Il mondo BolognaFiere
Un mondo, quello di BolognaFiere (che è quotata in Borsa), in continua crescita, con un fatturato del 2022 che si attesta a 209 milioni di euro. La compagine pubblica ha la maggioranza di capitale (con socio di maggioranza il Comune di Bologna) mentre il resto è composto da organizzazioni imprenditoriali e istituti di credito. Nella parte privata va anche segnalato l’ingresso di Informa PLC, leader mondiale nel settore fieristico. Nonostante la crisi della pandemia di Covid e la preoccupazione riguardo l’utilizzo della rete e dello smartworking i numeri sono in crescita: “Come fiere non solo abbiamo recuperato dal periodo della pandemia – dice Calzolari – ma abbiamo migliorato i dati rispetto al 2019. C’è più efficienza e la qualità dell’offerta sta crescendo sempre più”. Le grandi fiere sono ancora il punto di riferimento principali di addetti ai lavori e appassionati e BolognaFiere, in questo senso, diventa sempre più fulcro del settore.
“Oggi Bologna si gioca la centralità logistica”. La città, ricorda il presidente Calzolari, si trova infatti a un’ora da Milano, due ore da Roma, 40 minuti da Firenze. L’aeroporto funziona così come il casello autostradale mentre in città il settore alberghiero si è intensificato parecchio negli ultimi anni. Il quartiere quasi completamente rinnovato e apprezzato dagli espositori dà alla fiera un vantaggio non indifferente e porta Bologna a diventare sempre più un punto di riferimento nel settore fieristico.