Già qualche giorno prima dell’inizio delle festività natalizie non è inusuale registrare una sorta di corsa da parti di esperti o presunti tali a proporre ricette, a consigliare cosa portare in tavola, a invogliare a consumare alimenti pregiati e quasi sempre non utilizzati nel corso dell’anno. Insomma, è tutta una corsa all’insegna di un consumismo senza controllo e molto spesso deleterio per la tutela del pianeta. Prendiamo ad esempio il pesce, che a Natale non manca mai sulle tavole degli italiani perché mangiare pesce in questa festività ha profonde radici storiche e culturali, ma non solo: i prodotti del mare sono una scelta sempre più popolare, soprattutto per chi cerca un’opzione ai piatti a base di carne. Attenzione, però, al pesce che si sceglie visto che c’è la possibilità di fare una scelta più salutare per tutti a prescindere che si voglia gustare del caviale, gamberi o pesce al forno. Basta scegliere opzioni sostenibili, derivate da una pesca effettuata nel rispetto del mare. In Italia, per esempio, ci sono 40 specie di pesce certificate secondo lo Standard per la Pesca Sostenibile di Marine Stewardship Council (Msc), organizzazione no profit che promuove la salute degli oceani attraverso un programma di certificazione di prodotti ittici pescati sostenibilmente. Seguendo alcuni piccoli suggerimenti e idee per rendere il Natale sostenibile, dicono gli esperti, possiamo concederci il piacere di mangiare pesce senza contribuire alla pesca eccessiva; oltretutto è un’alternativa al consumo di alimenti ultra-processati aumentato nel 2023.
Allora, perché non festeggiare la Natività, il Capodanno, l’Epifania sostituendo salsicce e salumi con pesce e frutti di mare? Rappresentano una delle proteine naturali più nutrienti e sono naturalmente biologici nonché ricchi di sostanze nutritive come zinco, ferro, vitamine A e B12 e acidi grassi omega-3, tutti essenziali per la salute umana. I pesci grassi come il salmone e le aringhe contengono, chilo per chilo, più nutrienti essenziali di noci, cereali, carne, verdure a foglia o semi. Le ricerche hanno dimostrato che, se consumati attraverso il pesce, questi nutrienti vengono assorbiti e utilizzati meglio dall’organismo rispetto a quelli contenuti nelle verdure e negli integratori alimentari. Ma per massimizzare il contributo di questi alimenti nella nutrizione umana, è necessario che i consumi si basino su prodotti ittici sostenibili. Il consiglio è “più pesce pescato, meno carbonio”, E sì, sostengono a Mcs, il pesce pescato ha un’impronta di carbonio inferiore rispetto a molti altri cibi come, per esempio, il decimo della quantità di anidride carbonica associata alla carne rossa. Alcuni frutti di mare, come le cozze, hanno carbonio inferiore a quella del formaggio o del pollo e del tacchino. Ci sono prodotti ittici, tra cui pesci piccoli come aringhe e sgombri che hanno emissioni di carbonio inferiori a quelle del riso e del mais, oltre a essere tra i pesci più nutrienti da mangiare.
Poi c’è il caso dei Paesi Nordici (Svezia, Danimarca e Paesi Bassi), dove le aringhe sono protagoniste del Natale. I pranzi festivi includono un vasto assortimento di smørrebrød (sandwich di pane di segale) che di solito sono sempre a base di aringhe. L’aringa stagionata e sottaceto è disponibile in molte varietà: può essere marinata in aceto e zucchero con cipolle, aneto e pepe o con spezie calde come noce moscata e pimento, adagiata su pane scuro di segale su cui si sarà spalmato uno strato di lardo o burro e accompagnata con akvavit, distillato aromatizzato al cumino. In alternativa, possono essere servite in una maionese al curry con le uova: basterà mescolare 100 cl di panna con 200 g di maionese, 1 cucchiaino di curry e mezzo di curcuma fino a colorare di giallo la maionese. Scolare 500 g di filetti di aringa certificati Msc marinati, tagliati a pezzetti e disposti a strati in una ciotola insieme alle uova sode affettate, sale, pepe e cipolla tritata, tenute in frigo per un’ora e decorate prima di servire con rondelle di cipolla rossa e le uova affettate. È consigliabile, però, cercare il marchio blu Msc quando si acquistano le aringhe, perché alcune specie, come quella Atlanto-Scandinava, sono pescate in modo eccessivo.
A questo punto non resta che assicurarsi della presenza del marchio blu Msc sulla confezione se si decide di mangiare pesce perché i prodotti ittici certificati devono soddisfare requisiti rigorosi per ridurre al minimo l’impatto ambientale e tracciare esattamente la provenienza e le modalità di cattura. “Sia che il pesce sia un ospite fisso sulla tavola delle feste, sia che voglia iniziare a introdurne di più nel menù di quest’anno, la scelta di pesce sostenibile contribuirà a garantire la sopravvivenza delle risorse ittiche per le generazioni future. Questo Natale, fate un regalo a voi stessi e agli oceani: quando comprate prodotti ittici, cercate il marchio blu Msc”, dice Francesca Oppia, Program Director in Italia per Marine Stewardship Council.