L’EVENTO/2
Appuntamento dal 12 al 14 ottobre per “Collezioni gastronomiche”: insieme sette tra i migliori chef siciliani, per un viaggio tra stili diversi. A confronto: Carmelo Chiaramonte, Accursio Craparo, Franco Ruta, Andreas Zangerl, Corrado Assenza, Pino Cuttaia e Salvatore Barbara
L’alta cucina,
Modica superstar
Il meglio della cucina siciliana? Abita a Modica. La conferma, se ce n’era bisogno, viene da “Collezioni gastronomiche”, la kermesse internazionale di alta cucina che dal 12 al 14 ottobre farà tappa in Sicilia, al Kempinski Hotel di Mazara del Vallo (Tp).
“Collezioni Gastronomiche”, curate da SmartEvents con la regia di Enzo Caldarelli, riunisce per l’occasione sette tra i migliori chef siciliani, per un viaggio tra stili diversi, intrecci di culture e tradizioni, gusti, giochi di gola, sapori di mare e di terra.
Non è un caso che su sette fuoriclasse dell’arte culinaria, ben tre provengano dalla città della contea. Si tratta di Carmelo Chiaramonte de “Il Cuciniere”, Katane Palace Hotel di Catania; Accursio Craparo, originario di Sciacca ma modicano di adozione, del ristorante “La Gazza Ladra” e, infine, Franco Ruta dell’“Antica Dolceria Bonajuto”. Gli altri maestri che prenderanno parte all’evento sono Andreas Zangerl (Casa Grugno, Taormina), Corrado Assenza (Caffè Sicilia, Noto) e Pino Cuttaia (La Madia, Licata ), affiancati dallo chef del Kempinski, Salvatore Barbara. Non solo. A rafforzare il primato modicano contribuirà anche la presenza di un ospite d’eccezione come Piero Selvaggio, titolare del “Valentino Group” negli Usa, ritenuto il miglior ambasciatore della cucina italiana all'estero.
Il percorso gastronomico, inoltre, sarà arricchito dalle preziose creazioni del modicano Alessandro Di Rosa, della vetreria artistica “Godot”, che fornirà i piatti in vetro silice, calce e soda, pezzi unici per breakfast, lunch e dinner creati appositamente per la kermesse. Per finire, è prevista la performance della stilista Marella Ferrera dal titolo “Contaminazioni sensoriali: abiti da gustare e piatti da indossare”.
Giovanni Criscione
