I podcast sono ormai uno dei canali di informazione più utilizzati dagli utenti, in qualsiasi settore. Dall’approfondimento, alla musica fino all’enogastronomia e ai vini. Alla decima edizione di Wine2Wine, a Verona, si affronta l’argomento e si analizza il mondo dei podcast specializzati del settore. Se ne parla insieme a MJ Towler, creatore del podcast “the black Wine Guy Experience”, Adam Teeter, co-fondatore e Ceo di VinePair, la testata dedicata a vino, birra e liquori più letta d’America e Juliana Colangelo, vicepresidente dell’agenzia di comunicazione leader nel settore del vino e degli alcolici negli Stati Uniti. Ma chi ascolta questi podcast? L’audience è formata da professionisti, quindi anche il tone of voice utilizzato è solitamente indirizzato agli operatori. Questo prodotto editoriale diventa così un supporto alle attività dei professionisti. Sempre più persone ascoltano i podcast e i dati mostrano come i consumatori acquistino prodotti citati nelle varie puntate.
Le agenzie di comunicazione danno un consiglio: il conduttore dovrebbe essere conosciuto per dare riconoscibilità e credibilità al programma. Si creerà in questo modo un rapporto intimo con lo spettatore, una relazione di fiducia che porta di fatto il consumatore all’acquisto. L’interesse dell’ascoltatore si cattura anche grazie al racconto di aneddoti, perciò gli ospiti dovrebbero essere disposti a raccontare episodi della loro vita. La durata ideale per un podcast? 20/25 minuti, ma se il target è formato da professionisti del settore si può arrivare anche a un’ora. Può quindi un podcast diventare un effettivo canale di vendita per le aziende produttrici di vino? L’analisi parla chiaro: nell’ultimo decennio le vendite sono cresciute e la risposta non può che essere positiva. Un nuovo modo di comunicare che negli ultimi anni sta dando riscontri anche sulle vendite e quindi sul marketing delle varie aziende.
Fidelizzazione, credibilità e curiosità: questi sono gli elementi perfetti per la creazione di un podcast sui vini di successo.