Prendere la passione per il caffè, unirla a quella per i cocktail, shakerare a lungo con intraprendenza e determinazione. Gli ultimi venticinque anni della vita professionale di Marco Poidomani sono trascorsi così, tra un caffè da provare e un drink da preparare. Originario di Modica, nel ragusano, 48 anni, trainer autorizzato della Specialty Coffee Association, brand ambassador e responsabile qualità per l’azienda modicana di caffè Moak, sarà lui a rappresentare l’Italia ai campionati mondiali di Coffee in good spirit, felice connubio tra il mondo del caffè e quello del bartending, che si terranno nei prossimi giorni a Taipei in Taiwan. Il titolo di campione italiano conquistato a gennaio di quest’anno, gli ha aperto le porte di diritto alla sfida mondiale. “Faccio gare da quindici anni – racconta – e ho vinto tre titoli italiani nel 2017, nel 2019 e l’ultimo quest’anno”.
Dietro ogni competizione c’è una lunga e attenta preparazione che Poidomani affronta con la serietà e la costanza di un atleta. Al suo fianco l’allenatore Andrea Lattuada, riconosciuto a livello internazionale per la sua professionalità ed il suo know-how maturato in molti anni di esperienza tra bar e coffee shop tra Europa, Asia ed America. Con lui Poidomani ha fatto la formazione e messo a punto le bevande per la gara.
La passione per il caffè del trainer modicano è iniziata da giovanissimo nel bar della zia che avrebbe voluto per lui un lavoro da pasticciere. “Ci ho provato – dice – ma un giorno mancava un barista e l’ho sostituito io. Il contatto con il pubblico mi è piaciuto molto più che stare in laboratorio e così ho cominciato a studiare”. Prima i corsi dell’Aibes, l’Associazione Italiana Barman, poi la passione per i cocktail che lo ha portato a lavorare a Bastia Umbra e, di pari passo, l’amore per il caffè. “Poi la famiglia Spadola (proprietaria di Moak, ndr) mi ha invitato a tornare in Sicilia per fare da trainer ai clienti dell’azienda e così – racconta – è iniziata la formazione con la Specialty Coffee Association in Inghilterra e in America. All’inizio ho avuto non poche difficoltà con questo mio bagaglio di studi diverso da quello italiano, ma la famiglia Spadola mi ha sostenuto molto e dato importanti stimoli per crescere”. A quel punto l’unico tassello che mancava era mettere insieme le due passioni: cocktail e caffè e partecipare alle più importanti competizioni.
Poidomani seleziona personalmente i caffè da utilizzare nelle sue gare, andando in giro per le fazende, le piantagioni di caffè sparse nel mondo, alla ricerca delle varietà più particolari e degli aromi che maggiormente lo intrigano. Come quel caffè colombiano varietà Geisha scovato nella fazenda Finca el Placer di Sebastian Ramirez, frutto di un esperimento del proprietario fatto in un piccolo pezzo di terra: “poi lo assaggi – dice – e pensi che ne valeva la pena di fare tanta strada”. O come quello scelto per preparare i cocktail al mondiale e che, naturalmente, rimane topo secret. A Taipei, Poidomani dovrà superare una prima fase della gara nella quale si dovranno preparare degli spirit bar. “E’ una sorta di mistery box – spiega-. Ad un caffè da me scelto dovrò abbinare spirit sorteggiati tra quegli degli sponsor. Poi bisognerà preparare due cocktail caldi e due freddi in 10 minuti e solo chi si piazzerà tra i primi sei potrà accedere alla fase finale che prevede la preparazione di due Irish coffee, vera icona della gara”. Good luck in coffee and good spirit.