«Un scelta incosciente del governo regionale. Verrà meno un valido intermediario e un supporto per lo sviluppo del settore vitivinicolo». È questa la reazione della sezione siciliana dell'Associazione italiana degli Enologi e degli Enotecnici alla notizia del progetto di «smembramento» dell'Istituto regione della Vite e del Vino previsto nella finanziaria 2011. Con l'Irvv dovrebbero cessare l'attività anche altri enti del settore che confluiranno nel nuovo «Centro regionale per l'innovazione in agricoltura».
Ma per Assoenologi Sicilia, il cui presidente è il marsalese Carlo Ferracane, si tratta di «una imposizione dall'alto fatta a prescindere dalle esigenze e dalla volontà dei siciliani». «Il venir meno di un soggetto come l'Istituto vite e vino – dice Ferracane – comporta il blocco di tutte le importanti iniziative in corso, come il protocollo con la Provincia di Trapani per rilanciare il Marsala, i vari concorsi e le borse di studio, l'istituzione del marchio denominato »Nero D'Avola Sicilia Qualità«, finalizzato alla certificazione dei vini prodotti con questa varietà di uve e imbottigliati nel territorio siciliano». Il presidente regionale dell'Assoenologi sottolinea, inoltre, l'importanza «dell'Irvv impegnato in questi anni nella diffusione e valorizzazione dell'identità del vino siciliano nel mondo, nonchè nella promozione di iniziative di ammodernamento del settore, con corsi di formazione per le risorse umane, progetto di internazionalizzazione per accompagnare il prodotto nei nuovi mercati, pubblicazioni editoriali sulle tipicità e sull'agricoltura siciliana, funzionalità dei laboratori, delle cantine e dei campi sperimentali, attività di marketing con i buyers esteri, coordinamento e organizzazione per la partecipazione delle aziende al Vinitaly e ad altre manifestazioni e fiere internazionali».
Il caso