“Rigorosamente Etna”, così inizia a lettere maiuscole la presentazione che ne fa Valeria Agosta Costanzo in occasione della masterclass che vede la doppia verticale in assaggio. “Qui tutto parla della “Muntagna”, come noi chiamiamo il vulcano dell’Etna, senza compromessi – continua Valeria – un progetto che abbiamo iniziato nel 2009 con un pugno di ettari in contrada Santo Spirito, a Passopisciaro, in provincia di Catania, versante Nord dell’Etna e che oggi ci vede proprietari di 18 ettari divisi su diversi versanti e contrade. Piccole parcelle vinificate separatamente, perché ogni appezzamento è reso unico dalle colate laviche sedimentate nel tempo. Un vigneto secolare a piede franco, uno dei pochi sopravvissuti alla fillossera, poi il restauro dell’antico Palmento in pietra lavica, una straordinaria testimonianza di come la viticoltura avesse un ruolo centrale nel tessuto produttivo del territorio etneo. Nella nostra filosofia produttiva siamo rispettosi dell’ambiente e per questo rispettiamo l’Etna e il suo suolo”.
Una degustazione entusiasmante afferma la giornalista Cathy Huyghe, che ha condotto insieme a Valeria l’interessante percorso proposto.
Partiamo dal Doc Etna Bianco Di Sei, un’espressione etnea dalla decisa personalità minerale e mediterranea, proposto in quattro annate, che come racconta Valeria: “Per il nostro Etna Bianco Di Sei, solitamente raccogliamo a fine settembre e non facciamo fermentazione malolattica, nessun contatto sulle bucce; cerchiamo di rispettare sempre l’annata ed essere rispettosi della natura”. Si inizia con la 2021, la più giovane della batteria, fino ad arrivare alla 2018; una successione di sentori di agrumi e di salinità presente; note di cedro e di scorza di agrume, unite a nuances floreali e di fiori di ginestra, a cui si uniscono cenni di salvia e menta, riscontrabili in particolare nella 2020, più ricca e consistente. La 2021 è stata caratterizzata da una maturazione più veloce delle uve, tanto che la vendemmia è stata anticipata. Dal 2020 in avanti – come ricordato da Valeria – il clima è stato sempre più caldo, ma, nonostante ciò, la maturazione fenolica è stata comunque positiva. La 2019 è stata caratterizzata da un andamento molto armonico come vendemmia, un vino più fine e di grande eleganza, con una maggiore acidità e una delicatezza sia nei profumi sia nel sorso. Si chiude con la 2018, annata molto piovosa, che rivela un’ottima interazione tra sapidità e acidità, con un finale lungo buccia di mandarino.
Si passa poi alla batteria dei rossi con quattro annate del Doc Etna Rosso Contrada Santo Spirito, un vino frutto della vinificazione delle uve nerello mascalese in prevalenza, provenienti dalle vigne più vecchie. Quattro espressioni dalla 2020, alla 2016 – saltando la 2018 – che virano dalle erbe officinali di rosmarino, alle note terrose e di tabacco ben presenti nella 2017 e nella 2017. Un percorso attraverso gli otto calici che ha messo in luce un’interessante realtà, che ha saputo coniugare le più antiche tradizioni del territorio con spirito d’innovazione.