Il tocco del maestro, certo. Ma la cena “stellata” che si è tenuta come preview dell’evento Eat Capone a Cefalù, in provincia di Palermo, ha mostrato quanto grande può essere la sinergia fra grandi professionisti della cucina che non hanno mai lavorato insieme. Il grande merito della riuscita serata è questo: aver messo insieme chef che mai prima d’oggi avevano condiviso un luogo di lavoro. Ma che, telefonata dopo telefonata e dopo decine di messaggi su Whatsapp, sono riusciti a organizzare un evento che ha fatto registrare il tutto esaurito e ha regalato agli ospiti piatti molto interessanti.
Punto di riferimento per tutti è stato lo chef Paolo Barrale, una stella Michelin del ristorante Aria di Napoli che è tornato nella sua Cefalù, un maestro per tutti i colleghi. E per la prima volta nella sua carriera ha mostrato a casa sua di cosa è capace ai fornelli. Tema portante della cena, ovviamente, il capone, questo pesce ritenuto prima povero che invece è stato completamente riabilitato all’alta cucina. E gli chef, ognuno con le proprie idee e fantasie, lo hanno saputo valorizzare al meglio e presentare agli ospiti. A dare il benvenuto e far cominciare la cena, ci ha pensato Angelo Daino, chef e sommelier del ristorante La Galleria di Cefalù che ha ospitato la cena e che ha anche pensato e ideato gli abbinamenti dei piatti con i vini. Il suo lingottino di capone flambè con una crema di zucca ha stupito sin da subito i commensali. Il tocco quasi da “ko” è toccato a Barrale. Il suo emincè tiepido di capone, prezzemolo, aglio e alga nori ha lasciato tutti senza parole. Un piatto bilanciato in tutto, con la sua sapidità e freschezza. da mangiare e rimangiare. E’ la volta di Gioacchino Gaglio del Cortile Pepe sempre di Cefalù. La sua “sicilianità” l’ha mostrata nel suo capone a beccafico, dai sapori conosciuti, certo, ma di grande eleganza. E’ la volta del primo: un risotto alla mediterranea con pomodoro, capperi, basilico e limone e una tartare di capone preparato dal personal chef Giuseppe Alfieri. Tocca al secondo, che richiama un piatto “delle scampagnate”: un mangia e bevi, fatto con capone, maiale, cipollotto, patata e limone. A prepararlo lo chef del 22 cucina isolana Luca Cataldo. Poi in chiusura, ancora lo chef Barrale con un dolce incredibile per il suo equilibrio: Verde fico, ossia fichi, noci, marsala e cioccolato. Un cucchiaio dopo l’altro ed è già finito.
A fine serata il commento degli chef non può essere positivo, mentre lo stesso Barrale delizia tutti a sorpresa con un pane al cioccolato, ricotta di bufala e marmellata di frutti rossi e una mega trecciona di mozzarella: “Siamo contenti – dice lo chef stellato – di aver fatto stare bene i nostri ospiti. Si è trattato di un’esperienza gastronomica intensa, ma allo stesso tempo intima. Il nostro obiettivo, con questi piatti, era quello di solleticare e stuzzicare i sensi di chi ha partecipato a questa cena”. Lo chef Cataldo parla della cucina come una cosa culturale, ma non solo: “Non c’è cosa più bella che mostrare ai clienti la tua passione per la cucina e farli emozionare. Come mi emoziono io ogni volta”. Sicilianità allo stato puro, invece per Gioacchino Gaglio: “La mia cucina è strettamente connessa ai miei ricordi d’infanzia – dice – Mi piace riportarli ai miei ospiti. E stasera, con il mio piatto, penso di esserci riuscito”. Giuseppe Alfieri continua la sue sperimentazioni: “Il mio mantra? – dice – Dedizione, passione e ricerca costante. Fondamentali per trasmettere agli ospiti il senso dei miei piatti”. Angelo Daino, invece, ha preferito lasciare ai suoi colleghi la cucina, per dedicarsi agli abbinamenti con il vino, da sommelier professionista qual è: “Stasera ho avuto la possibilità di abbinare a grandi piatti dei grandi vini – dice – Il livello era altissimo e siamo certi di non aver deluso le aspettative dei nostri ospiti”. Appuntamento al nuovo anno con un’altra cena stellata sempre a tema capone.