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Cronache dal Vinitaly

Il vino nel segno della piacevolezza

09 Aprile 2011
agueci agueci

Presentato il progetto dell’IRVV sulle nuove tendenze del vino. In conferenza una degustazione di vini sperimentali in presenza della firma del Sassicaia il marchese Nicolò Incisa della Rocchetta


Leonardo Agueci, presidente dell’IRVV

L’Istituto Regionale della Vite e del Vino traccia nuove stili per il vino del futuro. Il progetto sperimentale in atto condotto dall’equipe di tecnici dell’Istituto presso la cantina Dalmasso di Marsala è stato presentato a Verona Fiere

con l’appuntamento “Stili di vino: Nuove tendenze e ricerche” tenutosi in presenza dei grandi del mondo enologico il marchese Nicolò Incisa della Rocchetta, il conte Lucio Tasca, Giuseppe Meregalli di Gruppo Meregalli. Gli interventi si sono alternati sulle tematiche della piacevolezza e dell’eleganza, trend verso cui stanno convergendo gli studi in vigna ed in cantina illustrati per l’occasione dall’enologa toscana Graziana Grassini, consulente dell’Istituto e dal microbiologo Daniele Oliva. “L’idea della ricerca nasce dal volere prendere come spunto gli uomini che sono stati i precursori delle tendenze enologiche e che hanno fatto grande il vino aiutandolo a crescere – ha precisato Leonardo Agueci presidente dell’IRVV all’apertura dell’incontro -. Sentendo loro in questa occasione, possiamo riflettere tutti insieme su come i vini vadano valorizzati e come questo stesso mondo si sta muovendo”. Le rotte del futuro del vino si sono delineate partendo dalle riflessioni sul nuovo profilo del consumatore. Per Meregalli sempre più sofisticato e sempre più identificato nella donna. “Sono loro che ricercano la piacevolezza. Notiamo che sanno trovare il vino che soddisfa determinate esigenze. Non a caso ultimamente la moda si è spostata sui bianchi, perché questi vini garantiscono piacevolezza e si prestano ad essere serviti e consumati più velocemente. E dalla Sicilia nasce il vino italiano, patria di grandi vini eleganti, suadenti, come la Malvasia di Salina”.

Per tracciare uno stile non si può non prendere prima di tutto come riferimenti il target e il mercato. Lo ha ribadito Lucio Tasca: “ La piacevolezza del vino è un fattore del tutto personale. Bisogna invece, se si vuole individuare una strada, affrontare il problema del target. E soprattutto a proporre un vino di buona qualità ad un prezzo accessibile. I vini importanti sono vini solo per certi palati, abituati. Un vino bello è difficile da capire”. Secondo il marchese Incisa della Rocchetta il vino piacevole sarebbe quello che piace prima di tutto a chi lo produce: “Prendo come esempio mio padre, se lui è stato iniziatore è perché voleva fare un vino giusto, piacevole per se stesso. Il vino piacevole è quello che si beve ogni giorno a tavola. E per fare questo tipo di vino bisogna pensare alla varietà, all’ambiente in cui coltivarla, pensare alla produzione per ettaro, alla scelta della vendemmia, alla macerazione, tutto ciò che seguiamo per fare il nostro vino. Bisogna studiare il territorio”. Il parametro piacevolezza è stato poi spiegato da Graziana Grassini: “Un vino piacevole è un vino con meno alcol, più morbido, rotondo, armonico, elegante e strutturato. Questo possiamo ottenerlo con interventi nel vigneto come la cimatura tardiva dopo l’invaiatura e attraverso la biotecnologia per ridurre lo zucchero dei mosti”. Procedure che vedono protagonisti i principali fautori di tali caratteristiche: i lieviti. Presentati da Daniele Oliva: “Abbiamo selezionato tutti lieviti del territorio, con la candida zemplinina abbiamo notato che il vino si presenta più morbido al palato grazie ad una maggiore produzione di glicerina”. Portati in degustazione i vini sperimentali Merlot e Nero d’Avola.

Manuela Laiacona