Secondo Giancarlo Gariglio, che ne è il curatore, “la guida Slow Wine è come una bottiglia di vino: richiede un anno di lavoro e quando è pronta la apriamo, la annusiamo, cerchiamo gli errori per migliorarci l’anno successivo, e soprattutto ce la godiamo insieme alla nostra comunità, composta da vignaioli, enologi, sommelier, enotecari, osti, professionisti e appassionati. Ci piacerebbe che l’appassionato comprendesse come tutta l’Italia del vino vada valorizzata e conosciuta, non fermandosi alle solite blasonate denominazioni perché in giro per il Paese ci sono produzioni eccellenti che rifuggono da uno stile unificato: la ricchezza sta nella diversità e il valore nella capacità di
proteggere la propria unicità salvaguardando l’ecosistema”.
Detta così, a mano a mano che andava avanti l’evento di presentazione della 14esima edizione di Slow Wine, a Milano, al momento della consegna dei premi speciali, abbiamo pensato di prendere in prestito qualche termine calcistico per dire che il Centro-Sud batte il Nord 4 a 1 con il Sud Sardegna a conquistare il sesto premio in palio. Infatti i riconoscimenti Slow Wine sono stati assegnati a Marco Schirru dell’azienda agricola Schirru di Orroli (Sud Sardegna) come Novità dell’Anno perché “L’azienda dei fratelli Schirru è una delle realtà più belle emerse nel panorama vitivinicolo italiano in questi anni. Marco e Michele sono poco più che trentenni, ma il rigore con il quale si dedicano ogni giorno al loro progetto agricolo è esemplare e incoraggiante: incentrato sul recupero di vecchie vigne, sorge in una zona aspra ma bellissima e lontana dai centri urbani, dove i due danno voce sincera a un modo di fare agricoltura gentile. Nonostante la giovane età dell’azienda possiamo già parlare di una bella realtà contadina che sta rinvigorendo il tessuto agricolo sardo”. Il Premio Speciale per l’Accoglienza in cantina è stato consegnato a Cristina Varchetta, di Cantine degli Astroni di Napoli perché “in un contesto ambientale e paesaggistico decisamente peculiare, con le vigne – veri e propri fazzoletti di terra strappati all’urbanizzazione – che dominano dall’alto la città di Napoli, Cantine Astroni ha saputo consolidarsi non soltanto come realtà produttiva di prim’ordine, ma anche come azienda particolarmente attiva nell’enoturismo. I percorsi di visita partono dall’area didattica nella vigna Astroni adiacente al bosco omonimo, un tempo riserva di caccia del re Ferdinando di Borbone, oggi Oasi Naturale Wwf”. Il Giovane Vignaiolo premiato è Edoardo Dottori, dell’azienda agricola Edoardo Dottori di Maiolati Spontini (Ancona), perché “ha riempito in fretta il foglio bianco che aveva di fronte: l’azienda che porta il suo nome è frutto di una vulcanica passione e, soprattutto, di una conoscenza della materia che nonostante la giovane età è davvero fuori dal comune. Fin dall’infanzia si è nutrito di cultura contadina e viticola nell’areale dei Castelli di Jesi, e in pochissimo tempo, complici anche gli studi universitari in Viticoltura ed Enologia e un dottorato sull’inerbimento delle vigne, si è imposto come protagonista indiscusso nel mondo dei grandi Verdicchi, capace di maneggiare con sorprendente sicurezza, diremmo da vinificatore esperto, una materia prima tanto nobile, nel suo caso frutto di una viticoltura sostenibile, sartoriale, avanguardista”. Mentre il Premio Speciale per la Viticoltura Sostenibile è stato consegnato a Chiara Boschis, dell’azienda agricola E. Pira e figli di Barolo (Cuneo), perché “Chiara Boschis è una antesignana e una sperimentatrice. Lo è stata da giovanissima quando si unì al gruppo dei Barolo Boys per rivoluzionare il grande rosso piemontese, e dopo essersi affermata tra i produttori più grandi e conosciuti si è impegnata in un’altra battaglia, quella della sostenibilità e del biologico, convincendo oltre venti colleghi a fare del celebre cru Cannubi un’isola libera da pesticidi ed erbicidi: anche qui le sue convinzioni hanno avuto successo. Camminare tra i suoi filari è un’esperienza che arricchisce l’anima, e che fa comprendere meglio quanto un vigneto possa essere in armonia con la natura”. La bella novità è il Premio Speciale Slow Wine Coalition alla Solidarietà alla cooperativa agricola Arteteke di Barile (Potenza), con l’animatore della cantina, Giulio Francesco Bagnale che ha preferito mandare sul palco due giovani assistiti dall’Aias (Associazione italiana assistenza spastici) che ha creato questa cooperativa. La motivazione è “Arteteke non è soltanto un progetto di vino. Anzi, a dirla tutta il vino rappresenta la forma espressiva scelta per dare una possibilità di riscatto ai protagonisti di questa cooperativa agricola, nata nel 2017 con l’obiettivo di reinserire persone fragili e disabili. Qui fare vino, al di là del semplice gesto agricolo e della voglia di recuperare il gusto antico dei vini del Vulture, significa soprattutto prendersi cura delle persone che vivono in una comunità sociale. È questo il vino che unisce e che sostiene, che offre una possibilità, e che fa proprio bene al cuore”. Infine, il Premio Speciale alla Carriera consegnato a Francesco Marone Cinzano, della cantina Col d’Orcia di Montalcino (Siena), che “discende da una famiglia che tanto ha dato al mondo del vino. Dal 1992 è amministratore di Col d’Orcia, una delle cantine di maggior storia e prestigio nel panorama del Brunello di Montalcino, e ha speso molto tempo ed energie nel mettersi a disposizione della collettività dei produttori, ricoprendo la carica di presidente del Consorzio di Tutela montalcinese e lavorando con grande impegno all’istituzione di un biodistretto a Montalcino. Proprio la conversione al biologico di quella che lui chiama la sua fattoria, che ha dato vita a una delle più estese realtà certificate d’Italia, è un merito storico che non potrà essere dimenticato”.
Utilizzando sempre il linguaggio calcistico, dobbiamo dire che per quanto riguarda i 799 top wine “quelli dal profilo organolettico eccellente”, non c’è partita perché il Nord primeggia con 407 vini, seguito dal Centro (226), Sud 94, Isole 72. La regione più premiata è il Piemonte, con 118 top wine, davanti a Toscana (112), Veneto (67), Sicilia (52), Emilia Romagna (51), Friuli Venezia Giulia (50), Marche (47), Campania (45), Lombardia (42) e poi le altre regioni. Nel corso della presentazione, ci è sembrata molto interessante la tavola rotonda sul tema “A ogni costo? Il mondo del vino tra crisi dei prezzi e speculazione” con la vignaiola siciliana Marilena Barbera della Cantina Barbera di Menfi che con l’ausilio di alcune tabelle, ha raccontato come si determina il prezzo di vendita del vino e, nello stesso tempo, dimostrare che il produttore, per ogni bottiglia, ha un margine di guadagno di 0,41 euro. Altri contributi sono stati quelli di Gino Della Porta, Giampiero Cordero e Gabriele Rosso.
La guida, inoltre, è arricchita da un glossario che spiega i fertilizzanti e i fitofarmaci, diserbo e lieviti. E, molto dettagliato è anche il lessico di degustazione. Questo vuol dire che Slow Wine non è solo un elenco di cantine (2006, di cui 1143 quelle certificate biologiche o biodinamiche o in conversione, 238 premiate con la mitica chioccola e 198 con la bottiglia i cui vini esprimono un’eccellente qualità organolettica), di vini (25.100 quelli assaggiati per trovare quelli da descrivere in modo più dettagliato e, magari, da premiare come top wine), ma un vero vademecum con cui andar per cantine, una bussola per orientarsi nel panorama italiano del vino, una fotografia del settore che allunga lo sguardo su tutto ciò che ruota attorno a un bicchiere: il gusto, naturalmente, ma anche il rispetto dell’ambiente, la tutela della fertilità del suolo, la valorizzazione del lavoro in vigna e in cantina, il ruolo dei vignaioli nelle comunità locali in cui abitano. Slow Wine arriva in libreria mercoledì 11 ottobre al costo di 38 euro.