Nuovo appuntamento con “Le birre dell’anima”, la nostra rubrica periodica dedicata a quei prodotti che, nel pensiero dei rispettivi creatori, occupino una posizione di particolare rilievo: vuoi per ragioni dettate dal sentimento, vuoi per motivi anche del tutto diversi, legati magari al ruolo che quella referenza ha avuto nella storia del proprio marchio d’appartenenza. Ebbene, il nostro girovagare attraverso la geografia del movimento artigianale italiano ci porta stavolta a Finale Ligure, nel Ponente della regione, per l’esattezza in provincia di Savona. Dove, dal 2012, opera un’attività a conduzione strettamente familiare; è il Birrificio Finalese, guidato “a quattro mani” da Piero e Irene Cavalleri: manovratore in sala cotte il primo, “giocatrice totale” la seconda. Una coppia nella vita e sul lavoro; la quale, concordemente, elegge a propria “etichetta più rappresentativa” quella della “Extra Special Bitter” (o “ESB”): un’ambrata da 5.4 gradi, britannica fin nel midollo, battezzata senza nome d’arte, ma con la semplice indicazione dello stile di riferimento.
UN BIRRIFICIO DAVVERO “SUI GENERIS”
Dovessimo indicare un tratto distintivo del carattere con cui il “Finalese” si pone al pubblico e sul mercato, saremmo in difficoltà nello scegliere tra almeno tre opzioni. La prima sarebbe quella di evidenziare la ricerca del bilanciamento che innerva, come una filigrana, tutta la ricerca condotta in birrificio e, di conseguenza, la totalità delle sue tipologie in catalogo. La seconda opzione punterebbe a mettere in luce il senso dell’affabilità e della modestia (doti piuttosto rare) che Piero e Irene interpretano con naturalezza istintiva e, perciò, suscitando attorno a sé una simpatia contagiosa e disarmante. La terza possibilità porterebbe a sottolineare le dimensioni davvero contenute dell’impianto e quindi dei volumi annualmente sfornati, il valore dei quali si aggira attorno a 140 ettolitri l’anno. In sintesi, si tratta di un’esperienza dal profilo decisamente peculiare…
LA ESB E LA PASSIONE PER LA GRAN BRETAGNA
Del resto, a ribadire la particolarità che contraddistingue Irene e Piero, è la stessa scelta della “ESB” come birra dell’anima: la quale è, sì, una delle ricette con cui hanno iniziato la loro avventura tra orzi e luppoli; e però è anche la meno venduta della scuderia. “Che volete farci: il cuore è il cuore”, dicono all’unisono. “Al di là di quanto ‘porta in cassa’, si tratta di un’etichetta per noi fondativa. Soprattutto quella che meglio esprime sia il nostro gusto personale sia il nostro stile di vita. In una bevuta, la qualità che apprezziamo maggiormente è l’equilibrio (da cui l’inclinazione verso gli stili britannici); e questo è il riflesso del modo in cui ci muoviamo nella realtà di ogni giorno: con semplicità ma, insieme, con grande attenzione alle cose che amiamo fare e che ci danno soddisfazione. Ecco, tra tutte le birre in assortimento, la ‘ESB’ è quella che incarna al meglio un’idea di armonia: quantomeno la nostra idea di armonia”.
LA ESB ALLO SPECCHIO
Quanto alla sua gestazione, la Extra Special Bitter si qualifica per una ricetta e una procedura di lavorazione non complesse. In miscela abbiamo malti Pale (al 90%), Crystal (un 7%) e Special B (una manciata), con l’aggiunta di Roasted Barley (un’altra manciata); in caldaia una luppolatura da Challenger ed East Kent Golding; in tino di fermentazione la diligenza e il garbo esterificativo del lievito S-04. Ed ecco, al banco di mescita, il risultato… Colore ramato, accensioni ambrate, trama ottica pulita, schiuma avorio (dosata nelle proporzioni); aromi panificati (biscotto), fruttati (nocciola, mela), legnosi (corteccia, tabacco) e rizomatosi (radici di liquirizia e zenzero); palato dal corpo leggero ma non fragile, dalla bollicina sottile, dalla partenza rotonda e dalla chiusura asciutta, in cui si apprezza la personalità di una vena amaricante fine e decisa insieme (37 le Ibu), provvista, nel retrolfatto, di suggestioni da arancia e zagara.
ABBINAMENTO, ANZI, ABBINAMENTI
L’amaro riguardoso ma presente suggerisce, nei matrimoni in cucina, di tenersi alla larga da sapidità e acidità, cercando semmai morbidezze lipidiche e speculari amaricature: spontaneo pensare alla frugalità di una bruschetta (su pane “sciocco”, alla toscana, anche non tostato) con stracchino e granella di frutta secca: noci o nocciole o entrambe. Mentre sul fronte degli abbinamenti immateriali, ci raggiunge l’immagine di una pinta di “ESB” da sorseggiare (sottile piacere delle cose passate e della malinconia) mentre si riascolta un successo storico di Domenico Modugno: “Amara terra mia”, pezzo adattato ed elaborato a partire da un brano appartenente alla tradizione popolare abruzzese. Infine, alcuni suggerimenti di viaggio: da un lato l’Abruzzo stesso, col suo temperamento forte e gentile; e poi ovviamente la Gran Bretagna, andando a una delle fonti dell’ispirazione che guida il cammino del “Birrificio Finalese”.
BIRRIFICIO FINALESE
Via Garibaldi, 39 – Finale Ligure (Savona)
T. 335 6366632
birrificiofinalese@gmail.com
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