LO CHEF
Il patron del ristorante Al Fogher di Piazza Armerina sarà anche a Taormina dove offrirà 30 coperti su un terrazzo che si affaccia sulla baia. “Voglia di rimettermi in gioco con una clientela più internazionale”. E l’anno prossimo riaprirà anche il vecchio locale nell’Ennese
Treno su doppio binario
Angelo Treno
Dalla tranquillità di Piazza Armerina il fuoco della buona ristorazione si accende a Taormina, alla ricerca di nuovi stimoli e per offrire la nostra tradizione ad una clientela più eterogenea.
Ed è proprio Al Fogher, il “focolare” dello chef Angelo Treno ed Ernesta Tudisco che cambia area, dopo vent’anni tra la verde vallata a poca distanza da Piazza Armerina e dalla splendida Villa del Casale. La location del ristorante, che era un raccolto e accogliente casello ferroviario si sposta nel centro della cittadine messinese, in un piccolo e suggestivo vicolo del corso principale, il “nuovo” Al Fogher offrirà 30 coperti su un terrazzo che si affaccia sulla baia di Taormina. Un luogo non meno suggestivo del precedente, ma che cambia prospettiva, dall’atmosfera raccolta del focolare armerino ora si passerà ad una più estiva che profuma di agrumi e mare.
“Una scelta improvvisa, una decisione presa al volo spinta dalla voglia di rimettersi in gioco dopo due decenni – spiega lo chef Angelo Treno – Ci presentiamo ad un pubblico diverso, una clientela più internazionale. Ma – sottolinea – non abbandoniamo le nostre origini, infatti, il nostro ristorante di Piazza Armerina rimarrà chiuso solo qualche mese, il tempo di incrementare e cominciare a camminare nella nuova realtà, e anche l’anno prossimo riapriremo”.
Da 45 anni presente nell’universo culinario, Treno, rispetta una vera e propria filosofia gastronomica, come si legge anche sul sito del ristorante: “E’ un concetto filosofico applicato, si può dire filosofico applicato perché per me la cucina è un segno di vita, uno stile, è un modo di star bene, di far stare bene gli altri, di divulgare salute e benessere. Il benessere viene anche dalla semplicità, da quello che è la nostra tradizione di un tempo, che in qualche modo si sta perdendo e si fa un gran parlare per recuperarla. Credo che questo recupero possa avvenire a piccoli passi, lentamente, perché prodotti nel territorio ce ne sono veramente pochi, pochi produttori, e anche perché non c’è un grande incentivo verso coloro i quali vogliono ritornare alla campagna per produrre un certo tipo di materia prima”.
Diktat che rientrerà anche nelle specialità che presenterà dal 1° aprile a Taormina, un mix di gusti e sapori, figli di veri e propri progetti culinari che miscelano i sapori della terra a quelli del mare, come le coscette di faraona ripiena di olive, bietole e pomodorini secchi su un letto di fichi d’india al profumo di liquirizia, o il maialino su salsa di bottarga di tonno. Grande attenzione per il pescato, ma sorpresa, non quello di mare ma di lago, così sul ricco e curato menù si potrà trovare anche lo storione in crosta di mollica aromatica avvolta da un rustico di patate allo yogurt.
Aurora Pullara