IL PRODOTTO
Nessun ogm, solo il frutto di una normalissima ibridazione che ha portato alla produzione di una varietà utile per chi desidera fare un pieno di antiossidanti. La parola a un produttore della provincia di Ragusa
Il pomodoro si veste di nero
Se si vuole stupire qualcuno a tavola senza però dover ricorrere a grandi esperimenti in cucina, non c’è niente di meglio che preparare una semplice insalata di pomodori … ovviamente neri!
Al momento li conoscono in pochi ma di certo entrare in una serra e vedere tanti pomodori color melanzana fuori fa proprio un bell’effetto. Ve ne sono a Sampieri, nel Ragusano, dove circa tre anni fa alcuni giovani imprenditori hanno deciso di mettersi insieme e costituire una nuova società sementiera, la Suntime, puntando sulla ricerca e l’innovazione. “Il pomodoro nero – spiega Giuseppe Cardillo, agronomo e tecnico della Suntime – viene ottenuto utilizzando consueti programmi di miglioramento, mediante incrocio (ibridazione) quindi non si sta assolutamente parlando di Ogm: rappresenta una varietà di pomodoro Lycopersicon esculentum del tutto assimilabile alle altre varietà di pomodoro in commercio, l’unica differenza è rappresentata dal colore dovuto all’alta presenza sia di licopene (carotenoide responsabile del rosso intenso del pomodoro in genere) che della clorofilla (pigmento che dà il colore verde), la somma dei due pigmenti insieme ad altri pigmenti (antociani) conferisce la caratteristica colorazione tendente al nero. L’alto contenuto di licopene garantisce delle proprietà antiossidanti ai frutti e quindi delle caratteristiche antitumorali universalmente riconosciute”.
Insomma si potrebbe parlare di un vero e proprio elisir di giovinezza e del resto questa tipologia di pomodoro è nata proprio per poter fornire al consumatore un prodotto supernutriente. “L’origine del pomodoro nero non è recente – ci tiene però a precisare Cardillo – si parla di varietà già presenti in natura: l’uomo ne ha solo accentuato le caratteristiche desiderate, in questo caso il colore tendente al nero. Ci sono infatti in natura altre varietà di pomodoro con colori dal giallo, all’arancione sino al bianco ed il viola, l’uomo ha esaltato quelle caratteristiche che garantiscono l’attrazione del prodotto, la bontà e i benefici per la salute.
Inoltre, si parlava di pomodoro nero già prima della seconda guerra mondiale (chiamato Nero di Crimea); poi le esigenze di coltivazione e il mercato lo hanno fatto scomparire (un tempo era poco produttivo e la durata in post-raccolta era molto breve 2-3 giorni). Oggi la tipologia è ricomparsa perché si sono migliorate le caratteristiche organolettiche e commerciali”. Per quanto riguarda i mercati in cui questo pomodoro viene piazzato troviamo in testa quelli del nord Europa, dove la gente sembra essere molto più attenta all’aspetto salutistico del cibo e perché è disponibile a pagare prezzi medi più alti. “Le richieste in Italia sono ancora basse ma in crescita – dichiara infine Cardillo – il motivo principale è legato al prezzo ancora alto. Il nostro obiettivo è quello di diffondere soprattutto il Sacher F1(il cui nome è stato scelto perché il colore e la dolcezza del suo frutto vogliono ricordare il famosissimo dolce Viennese) mantenendolo però come articolo di nicchia: pensiamo che se si vuole garantire il giusto reddito al produttore bisogna evitare di coltivare la varietà in massa. La nostra intenzione è quella sì di innovare ma anche quella di dare una spinta positiva all’agricoltura migliorandone i redditi oggi troppo bassi”.