Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 206 del 24/02/2011

LA CONVENTION Faccia a faccia coi buyers

24 Febbraio 2011
agueci-shah agueci-shah

LA CONVENTION

A Palermo dal 16 al 18 marzo è il Winett Taste & Trade Export Sicilia: 35 aziende inconteranno altrettanti importatori esteri per valutare nuove opportunità

Faccia a faccia coi buyers


Leonardi Agueci e Michèle Shah

Un viaggio alla scoperta delle terre del vino siciliano, un’occasione di promozione dei vigneti e del territorio dell’Isola. Questo è il Winett Taste & Trade Export Sicilia che si terrà dal 16 al 18 marzo nella prestigiosa sede del Grand Hotel Des Palmes di Palermo.

Si tratta di una convention commerciale, durante la quale trentacinque aziende produttrici siciliane incontreranno altrettanti buyers e importatori esteri per valutare nuove opportunità commerciali, attraverso brevi colloqui individuali che avverranno con la formula del workshop “one to one” ai tavoli dei buyers. Al termine della convention gli importatori visiteranno la Sicilia occidentale, le terre del Nero d’Avola e il territorio alle pendici dell’Etna. Durante le tre giornate i produttori incontreranno importatori europei, americani e asiatici. Marco Giol promotore e organizzatore del Winett Sicilia ha sottolineato, durante la presentazione dell’evento tenutasi all’Hotel delle Palme, “l’importanza per i produttori di instaurare un rapporto di fiducia con i compratori, come input per un meccanismo virtuoso di internazionalizzazione dei vini siciliani”.
“Conoscere il rapporto del vino con il territorio è fondamentale – spiega Leonardo Agueci, presidente dell’Irvv (istituto regionale della vite e del vino) – e bisogna saper raccontarne la simbiosi con la tradizione e l’innovazione”. E aggiunge: “i produttori dovranno puntare sul vino bandiera della propria azienda, ovvero il più rappresentativo”, un sistema di vendita, questo, che secondo Michèle Shah, giornalista londinese nonché consulente specializzata di vino italiano che ha curato la selezione dei buyers, deve essere accompagnata dalla scelta di non presentare troppi vini ma quelli più adatti ad ogni tipologia di cliente. “I produttori – aggiunge la Shah – non devono imporre i vini che preferiscono ma adeguarsi alle esigenze dei loro compratori. Del resto i mercati emergenti (come quelli asiatici) cercano vini a basso prezzo e a più alta bevibilità, mentre quelli già affermati come Inghilterra e Stati Uniti trattano una gamma più vasta, capace di soddisfare anche le richieste più sofisticate”.

Beatrice Mansueto