La degustazione dei rossi ha messo in evidenza ancora una volta la grande varietà di espressioni che caratterizza la Campania, regione estremamaente variegata con una ricchezza unica di vitigni e territori. In questo caso, però, abbiamo riscontrato una forbice qualitativa più larga rispetto ai bianchi perchè, se è vero che ci sono delle punte di eccellenza, in diverse denominazioni troviamo vini che risultano non facilisimi da bere. Il problema riguarda soprattutto alcuni rossi a base di Aglianico, sia nell’area del Taurasi che nel Beneventano, con presenza o spigolosità tannica pronunciata, note alcoliche non perfettamente in equilibrio, oppure una maturità di frutto che si è spinta un po’ avanti. Inoltre, tutto questo è reso oggi ancor più rilevante dal fatto che il gusto dei consumatori sta cambiando rapidamente, allontanandosi sempre più dai vini robusti e opulenti per andare verso piacevolezza e bevibilità. Probabilmente il clima caldo delle ultime annate non ha aiutato i viticoltori che si sono trovati di fronte a situazioni nuove, difficili e complesse, dovendo compiere delle scelte che non sempre hanno dato i risultati voluti. Occorrerebbe forse qualche cambiamento nella gestione del vigneto, così come nella vinificazione, dove sembrerebbero necessari affinamenti più lunghi. Detto questo, ci sono comunque aziende che lavorano molto bene, raggiungendo costantemente ottimi risultati. Porebbe essere proprio il Piedirosso, invece, ad andare incontro alla tendenza attuale che vuole piacevolezza immediata. I rossi dei Campi Flegrei sono sempre più convincenti e cominciano a spuntare interessanti espressioni del vitigno in altre denominazioni. C’è poi il Casertano con il Pallagrello Nero che ci regala vini dalla spiccata personalità e in un futuro prossimo potrebbe giocare un ruolo importante. Infine l’Aglianico del Vulture, ospite della manifestazione con i rossi dei giovani produttori di Generazione Vulture che nel complesso ci hanno fornito un’impressione positiva con profili equlibrati e di buona aderenza territoriale.
Campania Stories 2023, i migliori assaggi: vini rossi
Di seguito i nostri migliori assaggi fra i vini rossi
Campi Flegrei Dop Piedirosso 2019 – Contrada Salandra
La speziatura tipica del vitigno è insita in un olfatto che lascia spazio a un bouquet floreale di viole e rose, dove tutto porge finezza ed eleganza. Il sorso è preciso, morbido ed equilibrato, mentre in retonaso la piacevolezza è regalata dal rimando al frutto rosso e a una leggera vena selvatica. Davvero buono. Standing Ovation
Irpinia Aglianico Dop 2018 – Contrade di Taurasi
Offre una profondità olfattiva non comune per la tipologia con sentori di frutta rossa matura e una leggera speziatura che si integra con garbo nel bouquet. Ben strutturato, intenso nel gusto, ma anche fresco e disteso, colpisce per equilibrio e compostezza. Di qualità i tannini.
Taurasi Dop 2017 – Contrade di Taurasi
L’apertura olfattiva di note mentolate e una ricamata delicatezza accennata da un frutto rosso e da sentori vegetali sono la presentazione di un calice che della grazia gustativa fa poi il suo tratto distintivo. Un tannino integro e fitto insieme ad una potenza calibrata sono gli elementi pricipali di un sorso nel quale ritmo e sostanza conducono a un finale leggermente affumicato. Delizioso. Standing Ovation
Irpinia Campi Taurasini Dop 2019 – Di Prisco
Intensità e armonia caratterizzano un naso di frutta rossa e scura nel quale la prugna sembra essere sempre più presente ad ogni successiva annusata, così come il pepe nero, che però non risulta mai prevalente. Al palato rileviamo buona acidità, corpo pieno, una certa avvolgenza e tannini compatti e vellutati. In chiusura ritorna il frutto scuro.
Taurasi Dop 2015 – Di Prisco
Note di oliva, aromi di tè nero e un bel frutto violaceo che ricorda la prugna costituiscono un quadro olfattivo tanto deciso quanto intrigante. E il sorso, connotato di buona freschezza, lascia ampio spazio alla densità di sapore, concedendosi al palato tra generosità e soddisfazione gustativa. Potenza mirabilmente controllata. Standing Ovation
Taurasi Dop 2017 – Il Cortiglio
E’ dominato dalla ricchezza e dalla maturità del frutto che appare contornato da note speziate tenui, ma leggermente pungenti. Il sorso è potente in virtù della viva acidità, della struttura, della ricchezza aromatica e di tannini fitti e ben presenti. Lungo il finale che gioca tra una picevole vena minerale, la spezia e le note fruttate.
Aglianico del Vulture Dop Titolo 2020 – Elena Fucci
Ancora un po’ austero, profuma di frutta rossa e scura matura, mirto e spezie con il pepe in evidenza. Caratterizzanti le sottili note affumicate. L’assaggio rivela un profilo completo con ottima acidità, una progressione animata da notevole energia, tannini molto ben estratti che appaiono fitti e levigati e una chiusura lunga, tesa e minerale. Davvero ben fatto, dimostra il valore di un territorio e l’abilità del produttore nell’interpretarlo.
Taurasi Dop 2012 – Perillo
Il caldo dell’annata fuoriesce sotto forma di frutto e china. Un Taurasi mai scontato e sempre elegante, come Perillo ci ha abituato ad apprezzare in questi anni. E il sorso- già gentile- viaggia su una lunga e vivace scia sapida e su una portentosa persistenza sul finale.
(ha collaborato Titti Casiello)