I CONTROLLI
Verifiche fino ad ora per il 20 per cento delle denominazioni di origine: poche le irregolarità. A condurre le operazioni è Valoritalia
Doc, tutti i vini al setaccio
Certificazione e tracciabilità complete di oltre 10 milioni di ettolitri di vino a denominazione di origine pari a circa il 20% della produzione nazionale annua, per un totale di 1,3 miliardi di bottiglie, dalla vigna all’imbottigliamento.
Una buona notizia per i consumatori che, alla luce dell’allarme diossina, sono sempre più attenti alla sicurezza degli alimenti. È il primo bilancio presentato da Valoritalia, organismo istituzionale creato il primo agosto del 2009 in seguito all’Organizzazione comune mercato del vino dell’Ue, con il compito di controllare 160 denominazioni italiane.
Bruxelles infatti, ha imposto l’obbligo di un sistema indipendente di controlli per la certificazione dei vini di qualità, affidato prima ai Consorzi di Tutela. Il lavoro svolto da Valoritalia, come ha spiegato il presidente Riccardo Ricci Curbastro, non riguarda le frodi alimentari, come l’aggiunta di zucchero o di anidride carbonica nel vino, quanto invece misurazioni del vigneto, rispetto del disciplinare, entrata e uscita del prodotto dalle cantine ecc., toccando viticoltori, vinicoltori e imbottigliatori. Sono comunque poche le difformità riscontrate in quasi 18 mesi di lavoro: su 223.207 pareri di conformità stilati da Valoreitalia, le irregolarità ‘lievi’ (per lo più errori di misurazione del vigneto) riscontrate sono 3.738, di cui 3.711 riguardano i viticoltori, mentre le ‘gravi’ sono 468 (430 sempre per i viticoltori). Il lavoro di Valoritalia non riguarda la Sicilia: nell’Isola, come è noto, i controlli sono affidati all’Istituto Regionale della Vite e del Vino.
C.d.G.