Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 197 del 23/12/2010

LA NOVITA’/2 Il grano tiene duro

23 Dicembre 2010
granoduro granoduro

LA NOVITA’/2

Il prodotto siciliano presto farà parte del paniere di prodotti di nicchia de `Le Trazzere del gusto´, la realtà imprenditoriale che promuove le eccellenze dell’Isola

Il grano
tiene duro

Anche il grano duro siciliano entrerà a far parte del paniere di prodotti di nicchia de `Le Trazzere del gusto´, la realtà imprenditoriale comparsa da poco sulla scena e che mira a dare spazio all´eccellenza made in Sicily.

Si tratta di grano duro come lo facevano i nostri nonni. E´ l´azienda agricola Terre Frumentarie di Raddusa, a Catania, a produrlo. “Oggi, – commenta il titolare, Giuseppe Li Rosi – le nostre aziende agricole sono dei centri di trasformazione di combustibili fossili in cibo. Ma il cibo non è una merce”. Insomma la qualità di un buon pane, di una buona pasta, di un buon frumento “per quanto possa essere riconosciuta – prosegue Li Rosi – non ha valore se non può tramutarsi in buon cibo”.
Da qui l´idea di tornare alle origini, alle modalità con cui i nostri avi producevano il grano accompagnati e coadiuvati dalle conoscenze e dalle tecniche moderne. L’azienda è condotta in agricoltura biologica. Il suo tratto distintivo è l’utilizzo di varietà di grano duro siciliane. Ovvero Margherito (anche Bidì), Timilía a reste bianche e nere, Senatore Cappelli, Farro lungo (anche Kamut), e il grano tenero Maiorca (mutico, autunnale e di media precocità). L’azienda inoltre ospita, dal 2004, un campo catalogo sperimentale di cinquemila metri quadrati, allestito e gestito dall´Istituto Sperimentale di
Granicoltura per la Sicilia di Caltagirone. “Qui vengono mantenute e osservate – spiega Li Rosi – da quaranta a cinquanta varietà di grani autoctoni, da duecentocinquanta accessioni, e alcuni grani moderni utilizzati come testimoni”. E conclude: “Si stava attenti che nelle stoppie non entrassero gli animali, io invece chiedo che vengano a pascolare da me, pur con le dovute accortezze”.

Sandra Pizzurro