di Emanuele Scarci
Dagli annunci ai fatti. Da domani è in vendita il Peratara, il nuovo Valpolicella superiore Doc 2019 de La Collina dei ciliegi, la cantina della Valpantena che fa capo al presidente Massimo Gianolli.
Il Peratara è un rosso elegante e strutturato, prodotto soltanto in 9 mila bottiglie. Deve il suo nome all’omonimo vigneto Peratara, collocato sulle colline della Valpantena, tra i 550 e i 570 metri sul livello del mare. Il prezzo al dettaglio è di 46 euro. Peratara era il primo dei vini in rampa di lancio: precede la collezione dei cru Erbin Bianco e Rosso programmati fra il 2023 e il 2024 (“in tempo per proporli al ProWein” suggerisce l’enologo Paolo Posenato). Poi sarà la volta dei gran cru Preara e nel 2026 dei gran cru del Monte Castello e del Prea. Il ruolino di marcia del caterpillar Gianolli (principale azionista di GeneralFinance, società di factoring quotata in Borsa lo scorso giugno) prevede che, a regime, La Collina dei ciliegi produca 30/50 mila bottiglie degli iconici super cru per un valore unitario di 150/200 euro, 60-100 mila bottiglie di cru per 30-90 euro e 100/400 mila bottiglie premium fra 6 e 50 euro.
Nel 2022 la cantina di Erbin ha realizzato ricavi per 2,5 milioni di euro con 100 mila bottiglie (25 euro medio a bottiglia). “Al di sotto del nostro obiettivo, ma non di molto. Mentre l’ospitalità di Ca’ del Moro wine retreat a Grezzana ha rispettato le previsioni” ha sottolineato questa mattina l’imprenditore di origine veneta alla presentazione alla stampa del Peratara.
Per il progetto di lancio de La Collina dei ciliegi, Gianolli ha investito finora 15 milioni. “Il progetto funziona – ha detto – Abbiamo le vasche piene del vino che produrremo e abbiamo appena concluso la riorganizzazione manageriale con la nomina ad amministratore delegato di Davide Mascalzoni”.
Match in corso
A inizio anno si è concluso il primo round del “Club Deal La Collina dei Ciliegi”, lo strumento individuato da Gianolli per sostenere la piena realizzazione del nuovo programma di investimenti di oltre 7 milioni di euro. “Con la sottoscrizione di 3 milioni di euro si chiude la prima fase – ha precisato Gianolli – e inizia il secondo round, che si rivolgerà oltre a coloro che hanno già sottoscritto, anche agli investitori rimasti esclusi dalla prima raccolta, e tanti altri che nel frattempo hanno manifestato l’interesse a partecipare al progetto”. Entro 3 anni la società dovrebbe realizzare un fatturato di 9,5 milioni con una marginalità stimata del 31% e solo allora si avvierà il percorso di quotazione in Borsa. Intanto lo scorso settembre, il distributore Meregalli è entrato nel capitale di Advini Italia, joint venture costituita tra il gigante francese Advini e La Collina dei ciliegi. Da qui è nata Amc Vini (Advini-Meregalli-Collina) che vede la partecipazione dei 3 soci con quote paritarie. Tra gli obiettivi di Amc Vini la costituzione di Duomo 18 che si occuperà del nuovo Wine & Life Style Club in piazza Duomo a Milano, “la cui inaugurazione è prevista entro settembre/ottobre” ha dichiarato Gianolli. Si tratterà di “un club del vino esclusivo – ha spiegato Marcello Meregalli – con una cucina tendenzialmente tradizionale lombarda ma innovativa e informale. E’ destinata ad aziende e privati che potranno godere di un’offerta dei vini italiani di alta gamma”. Da sola Meregalli contribuirà con le sue 1.300 etichette.
Peratara Doc 2019 de La Collina dei Ciliegi
La vendemmia dei grappoli avviene solo manualmente. Prodotto da uve Corvina, Corvinone e Rondinella, il Peratara è caratterizzato da una buona struttura tannica, arricchita da sentori di ciliegie, violetta e frutti di bosco, con un finale fresco. Sul fronte della vinificazione, dopo l’iniziale diraspatura e pigiatura soffice delle uve è seguita una fermentazione in vasche di acciaio inox a temperatura costante e controllata tra i 22 e i 24 gradi a cui si sono aggiunti dieci giorni di macerazione con delestage e rimontaggi giornalieri. Un primo affinamento della durata di due anni è avvenuto tra botte grande, tonneaux, barrique e anfora, seguito da un ulteriore anno di affinamento in bottiglia. Di colore granato brillante con sfumature rubino, il Peratara si sposa bene con primi piatti dai sughi corposi, arrosti e carni bianche oltre che con formaggi di media stagionatura; interessante anche l’abbinamento con i piatti speziati tipici della cucina orientale o con i bolliti della tradizione veronese.