di Fosca Tortorelli
Fondata dal primo Re d’Italia nel 1858, la realtà Piemontese di Fontanafredda, è il frutto di una storia d’amore, fu infatti donata, come pegno d’amore da vittorio Emanuele II alla sua amante Rosa, conosciuta come “La Bela Rusin”, una donna di umili origini, figlia del tamburo maggiore dell’esercito Sabaudo.
Quello che ha sempre identificato questo luogo è il concetto di comunità, una comunità unita intorno al rispetto della terra, tanto da vederla ancora oggi come primo Villaggio Narrante d’Italia, circondato da 120 ettari di viticoltura biologica, comprensivi di 5 diversi cru di Barolo. Un luogo peculiare dove 30 piccoli racconti, che si trovano sui cartelli illustrati sparsi all’interno della tenuta, danno nuovamente vita a questo storico borgo; dove ogni scorcio, ogni pianta e ogni edificio vengono narrati per coloro che verranno a visitarli. Una storia lunga quella di questo luogo, che vede il vero grande cambiamento nel 2008 quando Oscar Farinetti e Luca Baffigo acquistano Fontanafredda e realizzano i nuovi obiettivi di qualità, sostenibilità e ospitalità. Il Villaggio vede attualmente coesistere le due realtà produttive di Fontanafredda da un lato – nome che prende origine proprio dal suo toponimo geografico, derivante dalla presenza di sorgenti di acqua gelata – e di Casa E. di Mirafiore, a cui si vanno aggiungere i servizi di accoglienza, ospitalità e ristorazione, nonché le attività di relax per chi vive quotidianamente in questo “borgo”.
(Vigna La Villa)
Quello che emerge dal racconto di Andrea Farinetti, è infatti voler sottolineare quel senso di Rinascita, di Comunità, di cura e di rinnovamento continuo: “Se è vero che c’è bisogno di un nuovo Rinascimento, esso avviene nelle persone, che ricercano nuovi sentimenti; avviene nell’approccio in questo caso più sostenibile, che da noi in agricoltura significa biologico. Ma anche nelle riscoperte. Da 165 anni siamo pionieri e ci poniamo come obiettivo quello di celebrare al meglio il carattere di ogni singolo vino, attribuendogli la capacità incondizionata di essere messaggeri del territorio”. Sulla scia dei concetti appena evidenziati – in occasione del 165esimo anniversario di Fontanafredda – nasce l’idea di presentare le nuove annate dei Barolo Vigna La Villa e Vigna La Delizia, che riprendono vita a distanza di 12 anni dall’ultima uscita; due grandi Cru che nascono dalle sue vigne più storiche, espressione del territorio delle Langhe Patrimonio Mondiale dell’Unesco e delle sue molteplici sfumature.
(Vigna La Delizia)
Ed è proprio per questo che grazie alla magnifica vendemmia 2019, Fontanafredda ha deciso di esaltare ogni porzione di territorio con l’unico scopo di mostrare la biodiversità delle Langhe, producendo singolarmente ogni vigna. L’obiettivo è quello di mettere in risalto ognuna di queste personalità ed è da qui che la Rinascita delle Vigne riesce a conciliare i bisogni del presente con la conoscenza del passato. Vigna La Delizia sorge nella rinomata Mga Lazzarito, a Serralunga d’Alba, si estende per 5,646 ettari e, secondo i suoi confini storici, sconfina anche in Parafada, riuscendo così a godere della miglior esposizione di tutta la menzione. Dal terroir ricco di marna calcarea e argilla, la Delizia porta con sé un’impareggiabile attitudine nel regalare vini dalla profonda verticalità e dal tannino fresco, in grado di esprimere tutta la potenza del territorio da cui proviene. Mentre Vigna La Villa, che si estende per 3,164, ha all’interno la Mga Paiagallo ed è situata nella zona di Barolo, su una lingua di terra ricca di limo, sabbie e argille; una Mga che si distingue per le sue forme arrotondate e armoniosamente tondeggianti, con un’ottima esposizione a est.
Per l’occasione è stato molto interessante non solo visitare in prima persona i vigneti, ma approcciarsi all’assaggio nella cantina storica (pensata su tre livelli, con tanti aspetti che oggi potremmo considerare avanguardistici), dei due campioni da botte, rispettivamente nelle annate 2020 e 2021. Successivamente, nella recente struttura di Cascina Galarej – hotel di charme 4 stelle inaugurato ufficialmente lo scorso 1 novembre – situata sul crinale della sinuosa collina Gallareto (da qui il nome Galarej), con una splendida vista a 360 gradi sui 120 ettari di vigneto e sul Castello di Grinzane Cavour, si è tenuto il pranzo-degustazione con in assaggio in apertura e in anteprima il Barolo della “fiducia” il Docg Barolo Serralunga d’Alba Renaissance 2019, a seguire sempre in anteprima la 2019 dei cru Vigna la Villa e Vigna La Delizia, per poi proseguire con l’assaggio sempre di entrambi nelle annate 1996 e la spettacolare 1982. Un confronto che ha dato modo di apprezzare le sfumature presenti, messe in evidenza sia dall’agronomo che dall’enologo Giorgio Lavagna durante la vista.
La Degustazione
Docg Barolo Serralunga d’Alba Renaissance 2019
Una vera sorpresa questo Barolo che, all’olfatto, presenta un’intrigante florealità, per poi passare a note speziate e di piccoli frutti rossi. Complesso ed elegante al palato, scorrevole e di grande slancio e personalità, con un tannino energico, avvolgente e vibrante.
Docg Barolo Vigna La Villa 2021
Questo vino è frutto di una vigna con terreni abbastanza profondi, buona disponibilità organica e viti abbastanza vigorose con impianti abbastanza recenti. Il profilo olfattivo esprime note di piccoli frutti rossi e neri, che ricordano la mora e la marasca, una leggera spaziatura che gli dona complessità. Il sorso è pieno e inquadra già un tannino maturo, buona freschezza e persistenza, capace di donare eleganza a una importante complessità
Docg Barolo Vigna La Villa 2020
L’annata 2020 è sicuramente diversa, in quanto frutto di un’annata più calda e possente. Il vino, infatti, esprime note di frutta più concentrata, a cui si uniscono note speziate e di radice; inoltre, si avverte maggiore calore e materia nel sorso. In ogni caso è ancora troppo presto per tirare le somme.
Docg Barolo Vigna La Villa 2019
Si tratta di un’annata con una grande acidità, può ricordare come andamento un’annata più classica. In questo caso troviamo profumi più terrosi e di sottobosco, con una eleganza tannica e una complessità gustativa di grande profondità.
Docg Barolo Vigna La Villa 1996
In questo caso la 1996 è stata considerata, come ricorda Andrea: “il Peter Pan” dei vini, per questo il suo tannino resta sempre ben evidente”; a livello di profumi è senza dubbio un vino molto interessante di frutta a bacca nera, dalla ciliegia alla prugna, con note di cacao e liquirizia. Equilibrato e di buona persistenza al sorso.
Docg Barolo Vigna La Villa 1982
Ritroviamo in prima battuta note di tabacco, bacche miste mature, un accenno di ginepro, toni floreali di potpourri, sottobosco e un tocco di cacao. Al palato il tannino è fine, ma ben presente, con un finale succoso e di grande persistenza, oltre al ritorno aromatico che richiama le note affumicate e floreali e un accenno di cacao in sottofondo.
Docg Barolo Lazzarito di Vigna La Delizia 2021
In questo caso il vino esprime note balsamiche e fresche, quasi mentolate, a cui si uniscono profumi floreali di rose e di una leggera speziatura dolce. Profondo e fresco, con tannini vibranti al palato.
Docg Barolo Lazzarito di Vigna La Delizia 2020
Un vino caratterizzato da una grande complessità olfattiva, che gioca molto sulle nuances floreali, passando attraverso le note di frutta scura e note affumicate e speziate. Anche qui il sorso, nonostante il tenore alcolico impattante è fresco e il tannino elegante e morbido.
Docg Barolo Lazzarito di Vigna La Delizia 2019
Il profilo olfattivo risulta di grande personalità, con una freschezza aromatica ben evidente. Al palato risulta più affusolata e con un’acidità impattante e un tannino vibrante.
Docg Barolo Lazzarito di Vigna La Delizia 1996
In questo caso ritroviamo note di pepe bianco, rosa, anice, il tutto sostenuto da aromi di frutta rossa matura. Al palato gioca su un profilo aromatico rustico ed al contempo elegante, con un’acidità succosa e tannini morbidi
Docg Barolo Lazzarito di Vigna La Delizia 1982
All’olfatto si avverte un fruttato che ricorda la prugna matura e la frutta sotto spirito; arrivano cenni di goudron che si fondono con note di tabacco e sottobosco. Il sorso è complesso, coinvolgente e di grande lunghezza. Un vino da che ti cattura.