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Vini e territori

Doc Etna off/7. Torres: “Anche io faccio vini del Vulcano. Il disciplinare va rivisto”

07 Febbraio 2023
Eduardo Torres Eduardo Torres

di Alessia Zuppelli

Eduardo Torres dall’isola vulcanica di Tenerife arriva dieci anni fa a quella “meta isola” qual è il vulcano Etna.

Nel 2014, dopo essersi misurato con Andrea Franchetti, grazie al quale ha approfondito le peculiarità del Versante Nord in lungo e in largo, in virtù di una preziosa e fortunata collaborazione come enologo, inizia una sua prima produzione dal recupero di alcune vigne. “La mia idea era vinificare l’interpretazione di ogni zona, ogni vitigno che c’è qui. Ho rispecchiato quello che trovato. I primi vigneti che ho gestito in affitto erano malandati, li ho rimessi in forma e ho provato a fare il mio meglio”. Nessuna delle sue sei referenze è rilasciata come Etna Doc, per due ragioni diverse. Le vigne vecchie di Torres si snodano nel versante Nord dove è presente la sua azienda a Solicchiata, su diversi suoli e altitudini, un assemblaggio naturale di Nerello Mascalese in prevalenza, Nerello Cappuccio, Minnella e Minnella Nera, altre varietà di bianco. Spiega il produttore “Qui la scelta è di essere onesti. Il Nerello Mascalese proviene da vigne di diverse altitudini, alcune in Doc altre no e, per il bianco, includo vitigni non consentiti dal disciplinare. Contrada Nave invece è fuori territorio di denominazione. Quando ho visto la vigna a piede franco qui, dalla quale produco “Quota N”, mi ha colpito subito. È stata la prima vigna che ho comprato, mi è piaciuta tantissimo e l’ho pagata anche meno rispetto ad altre all’interno della zona della denominazione”.

(I vigneti di contrada Nave)

A contrada Nave, a mille metri sopra il livello del mare, nel territorio di Maletto, le vigne sono molto vecchie e qui si ritrova quell’eredità vitivinicola di contadina memoria, come racconta il produttore: “Qui cambiano le varietà all’interno di uno stesso vigneto. A Nave ci sono vigneti che hanno una grande percentuale di bianco come il Grecanico. Sono presenti anche Sangiovese e Grenache. Questi sono quelli che hanno impiantato i contadini con la loro esperienza. Dove ci sono vigne vecchie la Doc dovrebbe arrivare, era una zona già vocata in precedenza. Molte sono a 850 metri di altitudine, una condizione che per le annate calde è positiva”. Riguardo il Grenache aggiunge: “Le mutazioni clonali di Grenache sono diverse, ma quella presente sull’Etna è simile a quella che in Spagna chiamano Garnacha nera che si trova nella zona di Madrid”. Il principio di onestà lega la produzione da Nord a Est. Dal 2020 presente anche una referenza da una vigna fra Milo e Sant’Alfio “Versante Est” zona dell’Etna Bianco Superiore, ma che per quel principio Torres ha scelto di non presentare in commissione di valutazione in virtù della minore gradazione alcolica ottenuta, 11,5% e dunque non consentita.

Un forestiero cittadino del Vulcano che vede l’Etna come il territorio delle vigne abbandonate che stanno tornando a nuova luce per trasmettere l’emozione di un territorio: «Non mi sento un Off, anche io sono Etna. È solo una questione di onestà, se tutti i vigneti saranno dentro la Doc allora anche io potrò produrre Etna Doc. Ma ad oggi non ho riscontrato problemi dal punto di vista delle vendite. Il mondo del vino è molto grande, i miei vini sono presenti in un bacino di nicchia. Il consumatore che cerca vini, penso, è alla ricerca di emozioni e cerca il produttore non la denominazione. Io sono felice di come ho vissuto e sto vivendo l’Etna. Questo è il territorio delle vigne abbandonate dove si stava perdendo una cultura ora recuperata, anche i vigneti stanno tornando a essere come una volta. Mantenendo la qualità degli ultimi anni saremo sempre una regione importante. Il disciplinare? È stato scritto tanti anni fa magari si può rivedere, magari i parametri di adesso prima non c’erano. Potrebbe essere un beneficio”. Nuovi progetti in vista invece in contrada Santo Spirito dove il produttore ha da poco impiantato una vigna ad alberello con l’augurio che possa vedere luce anche una nuova cantina, conclude Torres.

Eduardo Torres Acosta
via Montelaguardia 2/s – Randazzo (CT)

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