Una risoluzione che impegna il governo a 360 gradi ad assumere iniziative per contrastare l’introduzione nell’etichettatura dei vini di indicazioni di rischio per la salute connesso al consumo di alcool, ma anche se nel caso a fare ricorso alla Corte di giustizia dell’Unione europea.
E’ il provvedimento presentato oggi in Commissione Agricoltura della Camera, prima firmataria la deputata di Fratelli d’Italia Maria Cristina Caretta, in seguito al pacchetto normativo irlandese “Public Health Alcohol Labelling Regulations”, finalizzato all’uso di etichettatura sui prodotti a base di alcol con avvisi di carattere sanitario in modo analogo a quanto avviene per quelli a base di tabacco. Tre i punti chiave della risoluzione, come si legge nel testo, per scongiurare l’introduzione della normativa: “adoperarsi in tutti i tavoli europei di competenza, valutando, se del caso, la sussistenza dei presupposti per promuovere un ricorso alla Corte di giustizia dell’Unione europea, anche in coordinamento con altri Paesi europei che condividono il medesimo posizionamento italiano; operare in tutti i tavoli internazionali di competenza, con riferimento all’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto); adottare iniziative, anche in coordinamento con altri Paesi europei, produttori ed esportatori di vino presso le competenti sedi europee, per scongiurare che la normativa irlandese diventi un precedente a danno delle produzioni vinicole nazionali, andando, tra le altre, oltre il perimetro tracciato dal Parlamento europeo nel voto espresso sulla risoluzione”.
“Stiamo lavorando con Spagna e Francia a un documento comune, e a diversi incontri bilaterali. Vogliamo tessere una rete europea per valorizzare questo settore, rafforzare il sistema senza pagare sempre dazi e stigmatizzare un prodotto di cui l’Italia è leader – ha detto il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida a margine di un convegno di Confagricoltura sull’agricoltura sociale – Ho apprezzato molto il lavoro del collega Tajani ieri per un “tavolo di ragionevolezza” col ministro irlandese, mentre io ho fatto a Berlino a titolo preventivo un incontro con la ministra canadese che mi ha escluso l’adozione di etichette allarmistiche. C’è un sistema che va difeso, e l’Italia si contrappone a scelte sbagliate”. Sulla querelle aperta dall’Irlanda in sede dell’Unione europea sull’etichettatura del vino “non mi convincono – ha osservato il ministro – due aspetti: evidenzia una debolezza del Parlamento europeo che si era espresso contro questo tipo di etichettatura mentre la Commissione europea l’ha autorizzato. E non si distingue tra consumo moderato in un Paese che da tremila anni fa cultura del vino e gli eccessi. Tutti gli eccessi fanno male, persino quelli di acqua, ma nessuno parla di etichette allarmistiche sull’acqua. La vicenda del vino è dunque un paradosso, si arriva a mettere in discussione anche le nozze di Cana come rischio di avvelenamento collettivo o quello che Hemingway chiamava segno di civiltà, per motivi commerciali”.
“Il governo italiano deve attivarsi in tutte le sedi europee ed internazionali al fine di scongiurare sia l’autorizzazione da parte dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, sia l’adozione di analoghe iniziative da parte di altri Paesi membri, all’iniziativa dell’Irlanda che vuole introdurre, anche nelle etichette del vino, informazioni sul pericolo dell’uso di alcol”, si legge in una mozione del Pd, a prima firma Debora Serracchiani e sottoscritta dai deputati Andrea Gnassi (Attività produttive) e Stefano Vaccari (capogruppo comm. Agricoltura). “Abbiamo l’obiettivo – proseguono – di salvaguardare le produzioni italiane e assicurare un corretto funzionamento del mercato interno, prevenendo o rimuovendo eventuali barriere.” La nuova regolamentazione voluta dall’Irlanda – si legge nella mozione – crea una forte spaccatura all’interno del mercato unico europeo, legittimando etichettature differenti sui prodotti all’interno dei paesi membri, mettendo in pericolo l’armonizzazione della legislazione e compromettendo la libera circolazione delle merci nel mercato interno”. “La decisione dell’Irlanda avrà conseguenze negative per l’export italiano, con il rischio che il danno diventi molto più consistente nel caso in cui altri Paesi decidano di seguirne tale esempio”, e sottolinea che “oltre all’Italia, anche altri Paesi dell’Unione europea hanno espresso parere contrario, rilevandone le conseguenze negative sul mercato interno”. La mozione del Pd, impegna infine il governo “a favorire un’azione coordinata a livello europeo, basata sul dialogo costruttivo tra i Paesi membri e con le Istituzioni europee, al fine di promuovere politiche volte a incoraggiare un consumo consapevole e responsabile di alcol, accompagnate da azioni più mirate contro quello eccessivo e pericoloso, in un’ottica di proporzionalità e ragionevolezza della regolazione”. (fonte Ansa)
C.d.G.