Eataly fa un cambio di passo. In modo inaspettato ma non troppo. E il Wall Street Journal lo aveva annunciato con una indiscrezione proprio qualche giorno fa.
Indiscrezione che è diventata realtà oggi. Oscar Farinetti e i suoi figli hanno ceduto le quote di maggioranza rimanendo soci. Bonomi ha acquisito il 52 per cento di Eataly con un aumento di capitale da 200 milioni di euro e diventa il socio di maggioranza. Questa operazione era stata anticipata da un altro importante movimento. Farinetti, infatti, nei mesi scorsi ha acquisito il 100 per cento di Eataly Usa mettendola di fatto sotto l’ombrello di Eataly Italia. Tamburi Investment Partners mantiene la sua quota. Insieme ad altri soci con piccole quote e gli stessi Farinetti deterranno il restante 48%. La notizia dell’acquisizione è arrivata poco prima dell’apertura di Borsa. La notizia ha fatto rapidamente il giro del mondo. L’ingresso con una quota di maggioranza della Investindustrial di Andrea Bonomi in Eataly è dunque realtà. Il finanziere tramite i suoi fondi di private equity rileverà il 52% tramite un aumento di capitale da 200 milioni di euro e un concomitante acquisto di una parte delle quote detenute dagli azionisti esistenti. Il deal è stato negoziato da alcuni mesi e permette al gruppo fondato da Oscar Farinetti di rimborsare il debito oltre a sostenere la catena distributiva italiana nella sua continua espansione a livello internazionale. A cedere parte delle quote sono i soci storici ovvero Eatinvest (famiglia Farinetti) e la famiglia Baffigo/Miroglio mentre Clubitaly (il veicolo di Tamburi Investment Partners) mantiene il suo pacchetto di quote. Insieme i tre soci avranno il restante 48% del capitale. Clubitaly ha comunicato che al closing, oltre a non cedere azioni Eataly di cui ha circa il 20%, acquisirà un’ulteriore partecipazione nel gruppo a condizioni tali da consentirle di abbassare sensibilmente il valore medio di carico e avrà il diritto ad una rappresentanza nel cda di Eataly.
(Andrea Bonomi)
Finisce un’era dunque? Presto per dirlo. Eataly, però, vanta una storia lunga 19 anni. E’ stata ideata da Oscar Farinetti nel 2003. All’interno dei negozi, ormai presenti in vari paesi del mondo, mette insieme cibo e vino italiano di qualità. Oggi la catena di Eataly è formata da 44 store in 15 paesi tra cui Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti, Giappone e Brasile, con altre aperture pianificate. L’aumento di capitale di fatto azzera l’indebitamento finanziario netto della società per migliorare la flessibilità finanziaria necessaria per l’accelerazione dell’espansione su scala globale. Infatti, spiegano in una nota Investindustrial e Eataly, “l’aumento di capitale è volto a supportare la crescita di Eataly in Italia e nel mondo, tramite l’espansione dei flagship stores su scala globale e tramite lo sviluppo di nuovi formati, e ad acquistare il restante 40% del business di Eataly negli Stati Uniti”. Negli Stati Uniti Eataly è già attiva con otto flagship stores e nel Middle East-Asia il gruppo è attualmente presente con 16 stores in franchising. Farinetti (attualmente amministratore delegato) assumerà la carica di presidente. A breve sarà annunciato il nome del nuovo amministratore delegato. L’azienda, che ha il quartier generale a Monticello D’Alba (Cuneo), ha un fatturato atteso per il 2022 pari a circa 600 milioni di euro.
Investindustrial ha una esperienza decennale nel sostenere i marchi con radici europee, e soprattutto italiane, a espandersi. Fondata da Bonomi ha in gestione circa 11 miliardi di euro, ha quotato in borsa il marchio di moda Ermenegildo Zegna Group tramite una spac e ha investito nel produttore di spa Jacuzzi nel 2019. Nel settore alimentare il gruppo ha di recente investito oltre 2,5 miliardi di euro. Il mese scorso, la holding ha siglato due operazioni negli Stati Uniti: ha investito in TreeHouse Foods e in Parker Food Group. Nel segmento del food le società di investimento del gruppo Investindustrial stanno supportando lo sviluppo di diverse realtà storiche italiane ed estere mediante una strategia basata su tre segmenti: il private label, attraverso La Doria, produttore europeo di legumi, pelati, polpa di pomodoro e succhi di frutta e la divisione preparati alimentari di TreeHouse Foods, e gli ingredienti, attraverso Csm Ingredients, Italcanditi e Hi-Food, alle quali si è ultimamente aggiunta Parker Food Group e la ristorazione, attraverso la catena di ristoranti Dispensa Emilia. (fonte Milano Finanza)