di Michele Pizzillo
Già deciso il ritorno da dove tutto è cominciato, cioè, Valdobbiadene.
Qui, presso l’ex opificio di Villa dei Cedri, dall’8 settembre al 7 ottobre, infatti, sarà allestita la mostra fotografica riguardante il libro “A disegnar le vigne. Le Colture. Un racconto per immagini”. Si tratta di 28 immagini che raccontano un anno di ritmi, pensieri ed emozioni che il fotografo marchigiano Lorenzo Cicconi Massi ha documentato tra le vigne delle Colline Patrimonio dell’Unesco che definisce “un posto sorprendente; guardi ammirato il dedalo di stradine che si insinuano nelle vigne e le colline così rotonde e poi improvvisamente aguzze. Sembra di essere entrato in un disegno bellissimo, fatto da un bambino”. Sicuramente un viaggio non privo di sorprese che ha meravigliato gli stessi promotori dell’iniziativa, i Ruggeri, proprietari dell’azienda Le Colture, che hanno ospitato un professionista che firma immagini pubblicati sulle più importanti riviste internazionali, perché sono convinti che c’è solo il vino, visto che questo fantastico territorio ha veramente molto da dire e da offrire. Hanno avuto ragione perché loro stessi hanno potuto rivivere il loro fiabesco paesaggio con nuovi occhi, grazie all’inusuale bianco e nero delle fotografie di Cicconi Massi e che, come anteprima, hanno voluto sottoporre all’attenzione dei milanesi con una mostra allestita presso la galleria “Still Fotografia”, dove hanno partecipato Cesare Ruggeri, che nel 1983 avviò la produzione spumantistica, e i figli Silvia, Alberto e Veronica che hanno aggiornato immagine e stile di un’azienda storica ed importante. Insomma, un regalo che l’azienda Le Colture ha voluto fare alla “sua” terra.
(Alberto Ruggeri)
In questi quattro decenni di attività Le Colture ne ha fatto di strada sia con interventi innovativi per migliorare la tutela della propria terra come la lotta integrata e l’uso di prodotti con il minor impatto ambientale e, contestualmente, il rispetto delle tradizioni. E, poi, dice Alberto Ruggeri “mio padre è un uomo di grande ingegno perché ha saputo sfruttare con intelligenza le risorse della tecnologia per tutelare la sua terra e cercare di produrre vino con le uve che cura personalmente”. E, infatti, l’azienda che ha sede a Santo Stefano di Valdobbiadene dove sono presenti la maggior parte dei vigneti, il resto in altre zone tra cui la collina di Cartizze e l’altopiano di San Pietro di Feletto mettendo insieme una grande superficie vitata a glera nell’area docg Conegliano Valdobbiadene, produce vini – mediamente 800.000 bottiglie l’anno, di cui il 60% esportato tra Stati Uniti, Gran Bretagna e Svizzera – di spiccata personalità e con caratteristiche tipiche delle situazioni pedoclimatiche delle proprie vigne. D’altronde il nome scelto per l’azienda, Le Colture, racchiude un patrimonio culturale e di amore per la propria terra, sempre più apprezzato dai consumatori, nonché un patrimonio di conoscenze che va dalle tecniche produttive alle caratteristiche del territorio e delle uve, dalla coltivazione della vite all’efficienza delle pratiche di cantina. Insomma, per dirla con Alberto Ruggeri, non è il vecchio che torna ma quello di nuovo che si può fare. Un’ulteriore conferma arriva dagli ultimi tre vini che Ruggeri ha presentato a Milano in occasione della degustazione organizzata presso il ristorante stellato L’Alchimia. Che sono:
Cartizze Valdobbiadene docg Superiore di Cartizze dry 2020
L’uva glera arriva dalla vigna coltivata sulla collina di Cartizze dove viene vendemmiata verso la fine di settembre e sottoposta a pressatura soffice e fermentazione del mosto in assenza di bucce a temperatura controllata. La presa di spuma avviene con metodo Martinotti con rifermentazione in autoclave a temperatura controllata per circa 30 giorni. Il risultato è uno splendido vino di colore paglierino luminoso, perlage minuto e persistente e un bouquet complesso tra profumi che ricordano la frutta bianca, note agrumate e sentori tostati e minerali. La struttura e la freschezza stupiscono già al primo sorso, a cui si aggiunge amabilità e una lunga persistenza fruttata. La produzione è di 20.000 bottiglie l’anno.
Fagher Valdobbiadene Prosecco superiore docg brut
Per il suo successo a livello mondiale, questo è da mettere fra i Prosecco di punta de Le Colture. Insomma, un Valdobbiadene docg più moderno che attrae intanto per il suo colore giallo paglierino tenue, la finezza del perlage e la dolcezza dei profumi tra magnolia, gelso pesco e pompelmo. In bocca è avvolgente, fresco e con una spinta acida che esalta ancora di più la cremosa effervescenza. Lunga la persistenza, con finale di mandorla e sentori di agrumi,
Gerardo Valdobbiadene docg spumante brut Rive di Santo Stefano 2020
Per questo vino grande esempio della per la docg Valdobbiadene che hanno voluto dedicare al nonno Gerardo, le uve glera arrivano dal vigneto Masarè, che si trova a 400 metri su un terreno prevalentemente roccioso dove l’età media delle viti è di 50 – 70 anni. La vendemmia avviene nella seconda metà di settembre, con fermentazione del mosto a temperatura controllata e presa di spuma con il metodo Martinotti lungo, di 90 giorni a contatto coi lieviti. È una bollicina finissima di colore giallo dorato, perlage persistente e trama olfattiva raffinata e accattivante tra note agrumate e ricordi di timo, salvia e di frutta bianca matura. In bocca è armonioso, saporito e caratterizzato da vivace freschezza e chiusura lunga, possiamo dire impeccabile, su toni di mandorla amara. La produzione è solo di 6.000 bottiglie all’anno.
Le Colture
Via Follo 5 – Località Santo Stefano
Valdobbiadene (Tv)
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