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L'iniziativa

La Luce della Sicilia, il progetto fotografico del premio Oscar Vittorio Storaro e Cusumano

07 Luglio 2022
Diego e Alberto Cusumano Diego e Alberto Cusumano

In maggio il “cinematografo” Vittorio Storaro, insignito di ben tre premi Oscar per “Apocalypse Now”, “Reds”, “L’ultimo Imperatore”, ha “camminato” i vigneti dell’Etna e di San Giacomo a Butera di Cusumano e, con una squadra di giovani registi, ha realizzato dei contributi fotografici e video sulla luce della Sicilia.

Partendo da questi contenuti, Perimetro ha aperto la open call “Lightland” alla sua community di fotografi intorno al tema della luce in Sicilia, energia della Madre Terra.
Sarà proprio Vittorio Storaro a presiedere la giuria di Lightland: le immagini selezionate saranno allestite in una mostra e a una raccolta fondi a scopo benefico che si terranno in ottobre a Milano. Il ricavato sarà devoluto all’Istituto Mario Negri, ente morale impegnato dal 1961 nella ricerca biomedica al servizio della salute pubblica. Per info sulle modalità di partecipazione, cliccare questo link> . “La potente luce della Sicilia – racconta Diego Cusumano – è l’energia di questa terra. E i vini ne sono l’espressione. Con mio fratello Alberto ci interroghiamo da tempo su come raccontare il tratto distintivo della luce. La domanda ha assunto massima urgenza ora, dopo due lunghi anni di buio. La scintilla che – è il caso di dire – ci ha illuminati, è scattata durante la lavorazione di un nuovo vino nella Tenuta di San Giacomo a Butera dove la luce è “al quadrato” perché potenziata dalla rifrazione del terreno calcareo bianchissimo. Chi è il massimo interprete internazionale della luce? Con Vicky Gitto abbiamo pensato al Maestro Vittorio Storaro che all’invito che gli abbiamo rivolto insieme a Perimetro, ha risposto con entusiasmo. Anche la finalità solidale – conclude Diego Cusumano – è un modo per rivedere la luce”, alludendo alla speranza che la ricerca infonde.

“La Sicilia – racconta Vittorio Storaro -ha avuto l’opportunità di coltivare la vite in una zona collinare vicino all’Etna in cui nei secoli, grazie alle tante eruzioni, si è formato uno strato scuro del terreno, quasi nero che fa sì che mentre la pianta riceve la luce del sole, il nero della terra assorbe il calore che scalda le radici, creando una congiunzione tra l’energia proveniente dal cielo e quella che si trasforma in calore. Sempre in Sicilia, a San Giacomo di Butera, il sole incontra un terreno molto chiaro, calcareo, per cui la pianta riceve nella parte aerea una luce incidente, mentre, nella parte bassa, il frutto, e le foglie ricevono il riflesso di una luce soffusa, un’energia composta. Due luoghi particolari e completamente diversi che sfruttano gli elementi della vita, come ci insegnano i greci: la terra, il fuoco, l’acqua e l’aria. La comunione tra materia ed energia (l’opposto della materia) formano il giusto equilibrio. I greci, guarda caso, proprio in una delle fasi più creative di quel periodo, hanno costruito un tempio che si chiama “della Concordia”, un esempio di bellezza e di equilibrio architettonico che unisce in armonia le due parti l’energia che viene dal cielo e quella offerta dalla terra”.

(Vittorio Storaro)

Galeotto fu Fosnuri. La terra bianca che riflette la luce intensa del potente sole siciliano, il mare che non si vede ma che è portato dal vento, hanno ispirato questo nuovo vino, vero e proprio concentrato di una luce doppia, quella del sole e quella riflessa dai trubi calcarei. Il nome Fosnuri, ovvero due volte luce, restituisce la ricchezza e la complessità della storia della Sicilia, crocevia di genti diverse. Il cru è un Syrah in purezza, un vitigno che a sua volta arriva da lontano e trova sull’isola una dimora di elezione. Coltivato nei bianchi terreni calcarei della Tenuta San Giacomo a Butera che sorgono a quota di 450 metri sul livello del mare, con esposizione a sud. Tremila bottiglie ogni anno per una ricarica luminosa. Il termine Fosnuri nasce dall’unione del termine luce in greco – fos φῶς e in arabo nuur نور. Una luce doppia, dunque, che racconta la peculiarità dei terreni calcarei su cui si alleva il Syrah nella Tenuta San Giacomo dove il suolo è ricco di trubi bianchi (in Sicilia l’esempio più noto di questa formazione geologica di età pliocenica è la Scala dei Turchi) che riflettono la luce del sole regalando una “luce al quadrato”, diretta e riflessa, che garantisce alle uve una maturazione ottimale. Luce, fonte di vita, forti escursioni termiche tra giorno e notte e caldo diurno sono le condizioni ottimali per la maturazione di questo vitigno che consentono la perfetta e succosa maturazione delle uve. La raccolta viene fatta in cassette per conservare i chicchi intatti.

C.d.G.