di Michele Pizzillo
Che l’Italia sia un business di famiglia, in particolare nel settore del food & beverage, è una certezza.
A documentarlo è il Global Family Business che colloca il nostro paese al settimo posto tra quelli che ospitano le prime 500 società familiari al mondo; e, se questo non bastasse, c’è l’Istat che evidenzia come “la grande maggioranza delle imprese è caratterizzata da proprietà e gestione in capo alla figura dell’imprenditore e della sua famiglia” e che, nel solo ambito agricolo, di 1,13 milioni di aziende ben il 98% impiega manodopera familiare”. Con Cerved che rileva che questo modello di business caratterizza principalmente le piccole imprese, soprattutto nel Sud Italia e nelle Isole e, infine, l’Osservatorio Aub che evidenzia come le imprese famigliari concorrano in via prioritaria alla creazione dell’occupazione. Senza contare la continuità aziendale – basti pensare che ben 15 delle 100 aziende più antiche al mondo sono nostrane. Le imprese famigliari sono quindi un patrimonio – in primis umano – preziosissimo per il Belpaese, da valorizzare e sviluppare. Ma, prima ancora, da tutelare. Buona parte di queste realtà (più del 20% nel decennio 2013-2023, secondo Istat), si appresta ad affrontare il passaggio generazionale. Un momento critico: se, da un lato, il ricambio generazionale può favorire innovazione e sviluppo digitale, dall’altro comporta una serie di rischi di varia natura che possono portare l’azienda al fallimento. Comprendere le criticità e sfruttare tutte le opportunità possibili è quindi fondamentale.
Proprio per dare ai professionisti del settore tutte le competenze e gli strumenti per gestire business solidi, Università della Birra – innovativo hub di formazione professionale promosso da Heineken Italia e Liuc Business School attiva presso la Liuc/Università Cattaneo, punto di riferimento nazionale per la formazione universitaria in Economia Aziendale e Ingegneria Gestionale – nel secondo incontro di “A tavola con… – Evoluzione del Food & Beverage in Italia”, il progetto formativo che analizza tendenze emergenti, scenari e prospettive future, offrendo strumenti operativi di analisi e azione, di gestione e problem solving con l’appuntamento su “Continuità e sviluppo delle imprese famigliari” a cura di Fernando Alberti, professore ordinario di Economia Aziendale alla Liuc – Università Cattaneo e docente Liuc Business School, che ha il compito di evidenziare punti di forza e di debolezza delle imprese famigliari e capire come tutelarle e valorizzarle. accendono i riflettori sulle imprese famigliari.
E, spiega il professore Alberti che “le imprese a conduzione familiare e quelle dove una o più famiglie rappresentano un punto di riferimento centrale per la gestione sono ampiamente presenti in tutti i Paesi del mondo: si stima un valore compreso tra il 65 e l’80% del totale delle aziende nel mondo. Pur trattandosi di un fenomeno internazionale, il legame tra impresa e famiglia appare tuttavia più intenso nel nostro Paese, dove la connotazione familiare non riguarda solo la prevalenza delle imprese minori, ma anche la maggior parte delle grandi imprese private (Osservatorio Alub). Le imprese familiari, in altre parole, costituiscono l’ossatura del nostro Paese e un capitale “paziente” che dà stabilità al sistema economico e mantiene vive le competenze tramandate di generazione in generazione soprattutto sul saper fare così tipico della nostra economia. Ciononostante, poche sono le imprese famigliari che si interrogano su due grandi domande: come ottenere continuità e sviluppo? Non a caso, la successione generazionale è considerata come il problema più importante affrontato dalle imprese familiari e coinvolge tutte le tipologie di queste, anche se con gradi di complessità e capacità di gestione differenti. Spesso le imprese a conduzione famigliare non riescono a dare una risposta a queste due domande perché mancano di approccio, competenze, metodo e strumenti, ma il vero tema è che la stragrande maggioranza di queste non se le pongono neanche, andando così a scontrarsi contro un passaggio generazionale incompiuto che porta ogni anno alla perdita di una larghissima parte delle nostre imprese familiari. Secondo uno studio di Infocamere, infatti, solo il 31% delle imprese familiari sopravvive al passaggio dalla prima alla seconda generazione e solo il 15% giunge alla terza. Così, aggiunge: “Nel webinar non solo ci poniamo il tema di come stimolare tutte le imprese familiari, soprattutto quelle di piccole e piccolissime dimensioni, a interrogarsi sui temi della continuità e dello sviluppo, ma forniamo anche alcune condizioni essenziali perché questi due passaggi siano realizzati con successo”. E, quindi, “saper fare, saper leggere il mercato, i trend, le persone e saper reagire con tempestività è indispensabile, soprattutto in questa fase di ripresa minacciata dalle difficoltà derivanti dal quadro geopolitico e macroeconomico. E, per sapere e saper fare, la formazione continua è irrinunciabile. Per questo siamo entusiasti di proseguire la nostra collaborazione con LIUC Business School nel progetto “A tavola con… – Evoluzione del Food & Beverage in Italia”, con cui condividiamo conoscenze, professionalità e know-how”, afferma Massimo Furlan, Direttore dell’Università della Birra. Nel frattempo “L’Università della Birra” -costituita da HEINEKEN Italia nel 2017 con l’obiettivo di generare cultura, implementare valore e creare nuove opportunità di business per la filiera di riferimento attraverso la divulgazione di know-how e la costruzione di solide competenze professionali -, annuncia i prossimi appuntamenti di “A tavola con… – Evoluzione del Food & Beverage in Italia”: 15 settembre, con “Nuovi modelli di consumo. Scenari e prospettive”, a cura del professor Massimiliano Serati, Direttore della Divisione Ricerca Applicata e Advisory della Liuc Business School; il 17 ottobre, con “Diventare un subscription business. Perché i modelli di business in abbonamento sono il futuro della distribuzione di cibo e bevande?”, a cura del professor Ferdinando Alberti.