DIARIO AMERICANO
Una tappa al Parallel Eighty-Eight, ristorante nello Zion National Park. Per sfatare alcuni luoghi comuni. A partire dal prezzo
Parallelo 88,
mangiare negli Usa
di Giovanni Paternò
Quanti di voi desiderano visitare i grandi parchi nazionali del West degli Usa? E’ un’esperienza che consiglio vivamente, per la bellezza dei paesaggi, la facilità del viaggio, la fruibilità di luoghi ed infrastrutture che sanno conciliare in maniera stupefacente la tutela della natura con la presenza del turismo.
Ma la cosa che più ha destato la mia meraviglia, in quanto inaspettata, è la possibilità di mangiare molto bene, senza tra l’altro svenarsi. Si viaggia per avere un’esperienza, coinvolgente nel momento, che poi si trasformi in ricordi piacevoli ed indimenticabili. E cosa c’è di meglio che completare la memoria dei luoghi e della gente incontrata con il soddisfacimento del gusto e degli altri sensi ad esso legati?
All’ingresso dello Zion National Park c’è l’elegante cittadina di Springdale, zeppa di alberghi, motel, ristoranti e negozi principalmente dedicati ai turisti. Attirati dalla pubblicità in un opuscolo locale che lo definiva come il miglior ristorante del sud-ovest dello Stato dello Utah secondo il Salt Lake Magazine per il 2009 e 2010, abbiamo voluto confrontarci con i giudizi americani in una cena di fine giugno.
Siamo arrivati al Parallel 88 che ancora la luce naturale era viva; il locale è elegante, ma senza pretese sdolcinate. Non manca il classico bancone bar, comune a tutti i ristoranti americani e data la calura estiva ci siamo accomodati in un piccolo tavolino all’esterno, con lume di candela, un bel prato all’inglese e sullo sfondo un magico tramonto sul monte Watchman. Il menu è formato da non molti piatti, il che ci fa sperare che le vivande saranno cotte al momento.
I menu americani in genere sono divisi in starters, che comprendono antipasti e qualche primo; entrées che costituiscono il piatto principale che consiste in un secondo accompagnato da abbondanti contorni; desserts, come indica la parola.
Anche se la scelta non è vasta, comprende pasta, carne, pesce, vegetali e formaggi, per cui può soddisfare tutti i gusti. Noi scegliamo “soba con verdure e gamberi” e “crostini con mousse” per iniziare.
Soba con gamberi
Crostini con mousse
Per prima cosa ci ha colpito la presentazione: i piatti sono grandi quadrati di ottima porcellana e la composizione del cibo è accurata, elegante, ma senza quegli inutili orpelli quali foglioline, spolveri vari, gocce sparse qua e là.
I soba, specialità giapponese, sono tagliolini di grano saraceno, che in genere sono serviti freddi. Qui assomigliano più ad un piatto di pasta, tiepido, condito con una salsa densa al gusto di aragosta., completato da un soffio di capperi, verdure stufate e due enormi gamberoni dalla freschezza inimmaginabile data la distanza dal mare. Andiamo ai crostini, ecco come un piatto semplice e quasi banale può diventare goloso e di alta cucina: piccoli dischetti di pane croccante fatto in casa ricoperti di mousse di cavolfiore con tapenade che sarebbe una salsa provenzale a base di capperi, olive nere ed acciughe, con contorno di ortaggi crudi conditi con olio di vinaccioli e basilico.
Passiamo ai piatti forti: “cilindro vegetariano”, un insieme di ortaggi: zucca, peperoni, melanzane, zucchine, pomodori, funghi e quanto altro, tutto stufato e presentato come un enorme cilindro a vari colori, un piatto che avrebbe soddisfatto il più accanito dei carnivori.
Cilindro vegetariano
“Tonno grigliato” con carote, asparagi, cavoletti, patate a purea fritte da sembrare cips e inoltre un passato grossolano a base di patate e altri tuberi, il tutto condito da una salsa al wasabi.
Tonno grigliato
Per i dessert la scelta è caduta su un magico “tronchetto al cioccolato” sopra coulis di lamponi e su “cremes broulées” in mini formelle ai gusti di mirtillo e lamponi; perfette conclusioni ad una cena memorabile.
Tronchetto al cioccolato
Cremes broulées
Come si può notare, la cucina dello chef e proprietario Jeff Crosland è influenzata specialmente da quella francese, allargandosi alla giapponese e all’italiana, con una sua particolare visione e largo uso di oli, aromi di tipo mediterraneo e una giusta fusione tra gusti decisi e delicati. Per completare Jeff ha fatto un giro tra i tavoli per raccogliere le impressioni e specialmente i complimenti.
Jeff Crosland e Piera Salamone Paternò
Buona senza strafare la lista dei vini e delle birre, specie artigianali. Alla fine altra nota particolarmente deliziosa, il conto è stato di soli 120 dollari, compreso due bicchieri di vino. Che volere di più?
Ristorante Parallel Eighty-Eight (88)
1515 Zion Park Boulevard
Springdale, Utah
tel. 435 772 3588
www.paralleleighty-eightrestaurant.com