Si potrebbe definire una start up, a cavallo tra un passato di tradizione e una contemporanea continuità, la nuova cantina Brugnano di Partinico, in provincia di Palermo, nella Sicilia Nord-Occidentale, che riparte grazie ai fratelli Francesco e Giuseppe Brugnano.
La loro è la storia imprenditoriale di una nuova generazione di famiglia che, dopo qualche anno di sosta produttiva, rientra in scena nel mondo del vino, riformulando la propria identità, salvaguardando la qualità e andando incontro ad un modo di comunicare più contemporaneo e più vicino al consumatore, giovane e attento. Francesco e Giuseppe in cantina ci sono cresciuti, hanno giocato in azienda respirando i profumi del vino, e la loro nuova mission, che è più una scelta di vita, è quella di fare dell’azienda di famiglia un fiore all’occhiello dell’enologia siciliana occidentale. Ad aiutarli c’è Maurizio Gandolfo, manager e direttore commerciale, che dopo averli ascoltati ha sposato il loro progetto. “Questi ragazzi hanno motivato anche me, perché hanno un sogno e sono un buon esempio da seguire – ha detto il manager durante la presentazione del marchio che si è tenuta a Palazzo Fatta a Palermo – Abbiamo preparato insieme un piano di ristrutturazione aziendale durante i due anni di pandemia e ci siamo posti degli obiettivi ambiziosi, con un approccio onesto, che parte dal prodotto e dalla comunicazione che ne diamo: non siamo i diversi, perché ogni diversità implica sempre la presunzione di un “noi” e di un “voi” o di un “loro”, di un “più bravo” e di un “meno bravo”. Siamo piuttosto unici, fedeli a noi stessi e all’immagine che vogliamo trasmettere di Brugnano”. Ed è da qui che si sono gettate le basi di una presentazione alla stampa e alla rete vendita. L’azienda si è raccontata con un’immagine totalmente nuova. Già nel logo un restyling che non tradisce il passato, ma lo proietta nella contemporaneità con fluidità e freschezza; caratteristiche queste ultime, che si riconoscono anche nelle nuove etichette di vini e nel packaging. Oggi l’azienda si estende su circa 90 ettari vitati in terreni collinari su più appezzamenti, a circa 300 – 350 metri di altitudine sul livello del mare, che dalla zona di Monreale, nel palermitano, giungono fino alla zona dell’Alcamo Doc, verso Trapani. In mezzo, il cuore della campagna di Partinico e un appezzamento che sfiora i 500 metri di altitudine in contrada Mirto. Le bottiglie in produzione nel 2022 saranno 200 mila ma l’obiettivo è molto più ambizioso perché si mira al raggiungimento delle 400 mila bottiglie nel 2024.
La gamma dei prodotti, presentata a Palazzo Fatta, è totalmente rinnovata nell’immagine. Si mantengono alcune storiche referenze e se ne aggiungono altre, nuove, per un totale di 17 etichette. “Abbiamo fatto un lavoro rivoluzionario – ha affermato, emozionato, Francesco Brugnano – abbiamo trascorso notti intere a lavorare, a volte sentendoci scoraggiati, altre volte galvanizzati per i passi avanti. Penso che in questo periodo storico serva tanto coraggio, soprattutto il coraggio di essere unici. Ed è ciò che vogliamo essere, unendo insieme passione, dedizione, innovazione, sperimentazione e accorciando le distanze tra chi produce e chi sceglie e beve il prodotto finale”. Quanto alle referenze, si parte dall’iconico V90, che prende il nome dal numero di una vasca sotterranea in cantina e dall’esclamazione di “che vanto!”, quando per la prima volta Brugnano decise di imbottigliare il suo vino. V90 si presenta in 6 referenze (Grillo Sicilia doc, Syrah Terre Siciliane igt, Catarratto Terre Siciliane igt, Nero d’Avola Sicilia Doc, Insolia Terre Siciliane igt, Merlot Terre Siciliane igt). Tra le novità c’è invece Ammaru (insolia 50 % e viognier 50%) che pur mantenendo lo stesso blend di un altro vino, il Kuè (insolia 75%, Viognier 25%), si differenzia per tecnica di vinificazione e zona di produzione con una diversa altitudine. Ne ha parlato nel corso della presentazione l’enologo Angelo Rubino. Più immediato Ammaru, più complesso e intenso al naso Kuè. Nella gamma, rimane Lunario, Grillo in purezza, che si presenta con una veste minimale ed elegante. Nuovo invece il Perricone “Her”, al calice piacevole, morbido, accattivante e capace di incontrare il gusto dei più giovani. Nuovi e inediti sono i due vini biologici senza solfiti aggiunti: Vivens Catarratto bio e Vivens Perricone bio. Così come Taurus Bianco, un vino frizzante che coniuga eleganza, potenza e seduzione. Testimoni della tradizione, ma innovati il Naisi (il cui nome nasce da un idioma dialettale tratto dall’inglese “very nice”), da uve Nero d’Avola e Cabernet Sauvignon, e il vino più rappresentativo, Honoris Causa, da uve Nero d’Avola e Syrah, di cui si producono solo 2400 bottiglie. In gamma anche il moscato bianco Alquimia e il vino spumante Victoria.