di Federico Latteri
Terregarcia è la giovane azienda gestita dal ventisettenne Calogero Aloisio insieme al fratello Gaetano e al padre Giuseppe.
La storia di questa famiglia di viticoltori inizia nel 1961, anno di impianto della prima vigna, ma bisogna aspettare la quarta generazione per arrivare con la vendemmia 2019 al primo imbottigliamento. Il progetto nasce per iniziativa di Calogero che, lasciati gli sudi a Pisa, torna in Sicilia per dedicarsi alla produzione di vino. Ci troviamo in contrada Garcia nel comune di Monreale in provincia di Palermo, non lontano dal confine con la provincia di Trapani, in un anfiteatro naturale situato tra la Rocca di Entella e Pizzo del Gallo.
(Giuseppe, Gaetano e Calogero Aloisio)
I vigneti, 10 ettari in tutto, si estendono ad un’altitudine media di 300 metri sul livello del mare a ridosso del bacino idrico artificiale intitolato a Mario Francese, vittima di mafia. Vengono coltivati sia vitigni autoctoni come Grillo e Nero d’Avola che internazionali come Sauvignon Blanc e Syrah. La filosofia aziendale si fonda su una costante presenza in vigna al fine di comprendere a fondo le piante, curare ogni minimo dettaglio e assecondare la natura per produrre vini che siano in grado di raccontare un territorio.
Non a caso, il nome Terregarcia è un vero e proprio omaggio a questi luoghi. Al momento sul mercato è presente una sola etichetta, un bianco da Grillo di cui sono state fatte 3,6 mila bottiglie numerate. E’ prevista però una crescita che già con la vendemmia 2021 vedrà l’uscita di un rosso da Nero d’Avola e il conseguente aumento della produzione complessiva a circa 6 mila bottiglie. Degustiamo il Sicilia Doc Grillo Contravento 2020, un bianco ben riuscito, buono e facile da bere.
Le uve provengono da un singolo vigneto di un ettaro e mezzo situato a 350 metri sul livello del mare con esposizione est sud-est. Siamo all’interno di un’area collinare caratterizzata da terreni franco-argillosi nei quali è presente una certa percentuale di calcare. L’andamento climatico dell’annata ha visto un inverno piovoso, favorevole per l’accumulo di riserve idriche, una primavera mite con poche precipitazioni e un’estate calda che ha permesso una maturazione ottimale.
La vendemmia è stata effettuata manualmente. Il processo di vinificazione ha avuto inizio con una pressatura soffice, seguita da 12 ore di decantazione statica a freddo del mosto. La fermentazione viene svolta in acciaio a temperatura controllata. Il vino ottenuto resta in vasche di acciaio inox sulle fecce fini per sei mesi e poi affina in bottiglia per almeno altri due mesi prima di andare sul mercato.
Versato nel calice, il Contravento offre un colore giallo paglierino, carico e brillante. Ha un naso di buona intensità con profumi di frutta esotica, susina bianca, salvia e note vegetali che presto lasciano il posto a sentori di erbe di campo. In bocca è fresco, di medio corpo, ben bilanciato, ordinato nel progredire e sapido, soprattutto in chiusura. Si distingue per l’equilibrio acido-sapido che crea una certa tensione gustativa, favorendo la piacevolezza e la bevibilità. Può essere abbinato con tanti piatti della cucina di mare come antipasti a base di molluschi e crostacei, primi e secondi non particolarmente intensi. Va bene anche con i risotti e le minestre leggere.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
Terregarcia
Via Castellaccio, 10 – Poggioreale (Tp)
T. 327 1212663
info@terregarcia.it
www.terregarcia.it
IL VINO IN PILLOLE