di Giorgio Vaiana
Un punto di riferimento per il territorio.
Questo vuole diventare, o meglio, tornare ad essere la Cacioteca Regionale siciliana del Corfilac che si trova a Ragusa. La prima notizia è che la Regione siciliana ha finanziato la ristrutturazione e manutenzione della struttura con quasi 800 mila euro (798 mila per la precisione). La storia di questa struttura è travagliata. Inaugurata nel 2013 fu presto abbandonata ad un triste destino di inutilizzo e vandalismi. “Su quello che è accaduto dopo che sono andato via dal Corfilac (novembre 2013, ndr) e di come sia stata gestita – dice Giuseppe Licitra, presidente del Corfilac – non entro nel merito. Adesso pensiamo al presente e su quello che accadrà”. Licitra è tornato al suo ruolo di presidente del Corfilac nel gennaio 2021. La struttura era praticamente allo stato di otto anni prima, di quando l’aveva lasciata. Non erano stati fatti gli interventi di completamento previsti, così come non erano mai arrivate le certificazioni richieste per far entrare in funzione la struttura al 100 per cento.”Ho invitato il governatore della Sicilia Nello Musumeci a venirci trovare – racconta Licitra – Cosa che è avvenuta lo scorso maggio. A Musumeci abbiamo mostrato la struttura, le sue potenzialità e quello che vogliamo fare”.
(Giuseppe Licitra – ph Vincenzo Ganci)
La cacioteca presenta i segni dell’abbandono, con infiltrazioni, un impianto elettrico distrutto dai topi e qualche problema a livello climatico nelle celle di stagionatura. “Con nostra grande sorpresa è arrivato il decreto di finanziamento. Ora siamo in attesa dei soldi”. Massimo in due mesi dovrebbero arrivare questi soldi che serviranno a rimettere in funzione una struttura che vuole diventare il fiore all’occhiello di una filiera, quella del formaggio siciliano, che sta sempre di più diventando importante. E proprio la cacioteca, con le sue dieci celle di stagionatura, con un potenziale da dieci tonnellate per cella, potrebbe diventare fondamentale per la perfetta stagionatura dei formaggi dell’Isola. “Non vogliamo certo standardizzare il processo di stagionatura – dice Licitra – Ogni cella ricreerà le condizioni tradizionali di stagionatura di un determinato formaggio. Il vantaggio? Il fatto che ogni cella ha una temperatura e una umidità controllata, oltre al movimento dell’aria”. La cacioteca, però, sarà anche un importante centro di ricerca del Corfilac. Oltre a poter ospitare eventi, non solo di istituzioni, ma anche privati. “Il nostro obiettivo è che questo diventi un polo di eccellenza – spiega Licitra – Mi auguro di inugurarla di nuovo entro l’anno”. Il Corfilac sin dalla sua istituzione si è dedicato al sostegno delle realtà rurali che non rappresentano semplicemente un comparto produttivo, bensì dei presidi territoriali a difesa dell’ambiente e della bio-diversità specifica dei diversi luoghi di produzione, altrimenti inutilizzabili per la marginalità degli stessi. Oggi questo ente di diritto pubblico, grazie anche alla rifunzionalizzazione della Cacioteca Regionale Siciliana, ed attraverso le ricerche sulla qualità e la certificazione delle Dop, le ricerche di mercato e sul comportamento dei consumatori, che verranno messe a punto all’interno di un nuovo laboratorio di neuroscienza (Brain Lab) di recente istituzione, cercherà di aiutare i piccoli produttori a valorizzare queste produzioni con appropriate strategie di comunicazione, promozione e marketing.
C.d.G.