di Federico Latteri
Dal 1992 i fratelli Stefano e Pier Paolo Antolini coltivano i vigneti di proprietà nel cuore della Valpolicella classica per produrre vini secondo una precisa filosofia, incentrata su territorio e tradizioni.
Si lavora con idee chiare, senza compromessi e senza seguire le mode del momento. Tutto, dalle pratiche agricole, alle vinificazioni, alla scelta dei legni, viene fatto con lo scopo di mettere in bottiglia qualcosa che racconti i luoghi e la loro storia in modo chiaro e diretto. Il nucleo principale dell’azienda si trova a Marano di Valpolicella, dove ci sono la cantina, ultimata nel 2001 e i vigneti Persegà e Moròpio.
(Stefano e Pier Paolo Antolini)
Quest’ultimo, situato a 350 metri sul livello del mare, è costituito da viti a pergola doppia impiantate negli anni Settanta con molti filari che si estendono su terrazzamenti sostenuti dalle “marogne”, i muretti a secco tipici di questi luoghi che i fratelli Antolini custodiscono con molta cura e duro lavoro. A Negrar, poi, tra 170 e 220 metri di altitudine, troviamo il vigneto Ca’ Coato, acquistato nel 2000 come terreno incolto e impiantato dopo il ripristino delle “marogne”, mentre nella fascia pedecollinare di San Pietro in Cariano, in località Semonte, è localizzata una piccola parcella acquisita nel 1993.
La superficie vitata si estende complessivamente per 9 ettari. La produzione annua si aggira intorno alle 60 mila bottiglie con una gamma di vini composta dai rossi tipici della Valpolicella più qualche altra etichetta. Abbiamo apprezzato molto il Valpolicella Doc Classico Superiore Persegà 2018, un rosso schietto che ci regala una gran bella bevuta grazie alla croccantezza del frutto e a uno stile secco completamente diverso da quello basato sulla piacioneria del residuo zuccherino.
E’ ottenuto da Corvina per il 40 per cento, Corvinone per un altro 40 e Rondinella per il 20 per cento. Le uve provengono dall’omonimo vigneto che si estende per 1,2 ettari ad un’altitudine 250 metri sul livello del mare. Le viti di circa 7 anni di età sono allevate a guyot su un terreno argilloso-calcareo. Si pratica l’inerbimento totale, non vi è nessuna irrigazione e sono assolutamente banditi concimi e insetticidi chimici. La vendemmia viene effettuata manualmente a inizio ottobre.
Non è previsto alcun appassimento e per la vinificazione vengono effettuati 7-10 giorni di fermentazione in acciaio a temperatura controllata. Tutto si svolge in maniera molto semplice, rispettando al massimo la materia prima per poterne tirar fuori un’autentica espressione del territorio. Il Persegà matura in vecchie botti di rovere per 12 mesi. Versato nel calice, si fa subito apprezzare per il suo bel colore, un rosso rubino vivo e intenso con riflessi porpora. Ha un naso fragrante e spontaneo che risulta dominato da profumi di frutta rossa fresca, arricchiti da una nota floreale, un lieve tocco vegetale e cenni speziati.
La piacevolezza trova continuità nel sorso che rappresenta l’arma vincente di questo vino: è fresco, snello, saporito, teso, dotato di tannini garbati e un po’ sapido in chiusura. Davvero buono. E’ adatto a qualsiasi occasione in virtù di una capacità non comune di abbinarsi a cibi di diverso genere. Sarà perfetto a tavola con antipasti gustosi, primi piatti tradizionali o innovativi, carni bianche, carni rosse e formaggi. Da provare assolutamente durante un pomeriggio spensierato all’aria aperta con un tagliere di salumi.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
Antolini
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Marano di Valpolicella (Vr)
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