di Michele Pizzillo
“E’ facile consigliare la riduzione delle rese di uva per poter fare grandi vini. Un po’ più difficile convincere i 160 capifamiglia che vivevano, purtroppo miseramente, dei proventi assicurati da piccole vigne”.
Così racconta Wolfgang Klotz, direttore commerciale di Cantina Tramin, di Termeno, terza grande struttura cooperativa dell’Alto Adige, aprendo i lavori dell’incontro “Dal Gewurztraminer allo Chardonnay: 30 anni di sfide per Willi Sturz e Cantina Tramin”, cioè, l’enologo che voleva la riduzione delle rese che preoccupò non poco i viticoltori devoti a Christian Schrott, parroco di Termeno, oltretutto anche deputato al Parlamento di Vienna, che in un momento storico in cui il prezzo dell’uva non era remunerativo – siamo nel 1898 – con la fondazione della cantina sociale avviò il progetto per rilanciare e sostenere il lavoro dei piccoli viticoltori della zona. “Cento anni dopo che facciamo, torniamo a produrre a costi quasi pari al prezzo dell’uva?”, pare che fosse stato il commento di qualche discendente dei primi vignaioli grati al parroco cooperatore. Ma il giovane enologo Sturz, che nel 1992 fu nominato anche direttore della cantina, era certo che per raggiungere l’eccellenza non bastava la sola selezione in cantina, bisognava intervenire in vigna, con qualche taglio, ovviamente. Un cambio di passo che richiese una lunga opera di mediazione con i soci, tanto che la prima “selezione” – questo il nome del progetto – iniziò con soli 5 ettari di vigna. Assicurando, poi, ai soci che aderivano alla Selezione importi fissi e garantiti, il progetto partì. Rischiò, però, di arenarsi nel 1995 a causa di una vendemmia molto scarsa. Solo la perseveranza di Sturz permise di portare avanti il progetto per arrivare nel 1997 alla produzione di un Gewurztraminer vendemmia tardiva e l’anno successivo alla conquista del primo di una serie di “Tre Bicchieri” di Gambero Rosso, con un Cabernet-Merlot riserva ’95. A cui segue, nel 2001, il pieno riconoscimento del Gewurztraminer Vendemmia Tardiva Terminum che conquista, sempre assegnato da Gambero Rosso, il premio di “migliore vino dolce italiano”. Nel 2004, Gambero Rosso premia direttamente Willi Sturz come “migliore enologo d’Italia”.
Per i soci della cantina non ci sono più dubbi: l’enologo che puntava sulle “sottrazioni” è, ormai, un novello don Schrott, perché vuole produrre grandi vini, assicurare la giusta remunerazione del lavoro dei vignaioli, valorizzare l’area più settentrionale dell’Italia con vigne collocate tra i 200 e gli 850 metri sul livello del mare, dotate di una particolare identità climatica e sbalzi termici tra il giorno e la notte. Traguardo raggiunto, visto i 100/100 di Robert Parker’s Wine Advocate a Epokale Gewurztraminer, il primo vino bianco italiano a raggiungere questo traguardo e i 20 “Tre Bicchieri” consecutivi del Gambero Rosso per il Nussbaumer Gewurztraminer che fanno di Tramin la cantina produttrice di grandi vini bianchi di montagna oltre ad essere riconosciuta come “la casa del Gewurztraminer” e che, contestualmente, aveva avviato il progetto Chardonnay con la cuvée Stoan e nel 2015 la nascita di Troy, Chardonnay Riserva che rappresenta la conferma della produzione di grandi vini bianchi di montagna. E, poi, ci sono i numeri della cantina a dare ragione a Willi Sturz: le 200.000 del 1991 che diventano 1,9 milioni di bottiglie nel 2021 e quasi tutti prevalentemente di varietà a bacca bianca, visto che i 270 ettari della base associativa di Tramin, sono passati dal 21% del 1991 al 70% del 2021 con prevalenza di Gewurztraminer (22%) e, a scalare; Chardonnay (12%), Pinot grigio (9,2%), Pinot bianco e Sauvignon (8,1%).
Una bella soddisfazione per Willi Sturz ma, anche, per tutti quelli che lo hanno sostenuto in questi trent’anni alla guida della grande cooperativa altoatesina. Un traguardo (noi abbiamo fatto una sintesi estrema ma la storia merita ben altro spazio) che il team di Cantina Tramin ha voluto ricordare a Milano, presso la “Terrazza Triennale”, la bella osteria con vista sul suggestivo skyline della città, con una straordinaria degustazione, guidata da Luca Gardini, di strepitosi bianchi che il sommelier campione del mondo ha definito “vini che non presentano imperfezioni” praticamente perfetti oltre che puliti, bevibili ed espressione del territorio dove nascono. Eccoli, senza considerare i rossi che assicurarono a Tramin il primo “Tre bicchieri” di Gambero Rosso.
(I vini degustati)
Cuvée Bianco doc Stoan 2005
Stoan è la pronuncia della parola tedesca stein cioè roccia, pietra e, quindi, ideale per indicare bianco ottenuto da uve raccolte in vigneti coltivati su terreno roccioso, che dopo 15 anni evidenzia una grande personalità, oltre ad essere ancora fresco, equilibrato e, come sottolinea Gardini, con la straordinaria pulizia che è un po’ il “marchio di fabbrica” di Sturz”. E’ ottenuto da un uvaggio di Chardonnay, Pinot bianco, Sauvignon e Gewurztraminer che assicurano una complessità olfattiva eccezionale e, in bocca, un’intensità gustativa molto piacevole tra note floreali, fruttate e balsamiche.
Troy Chardonnay riserva Alto Adige doc 2018
E’ la conferma della scelta di produrre vini riserva da uve Chardonnay selezionate in vigneti soggetti a forte escursione termica e che assicurano sentori floreali e agrumati, sostenuti da un tocco di mandorla e nocciola tostata, davvero delicati. In questo vino fa bella mostra, con molto eleganza, il suo carattere tipicamente alpino arricchito da un finale lungo e succoso.
Troy Chardonnay riserva Alto Adige doc 2015
Questo raffinato vino di colore giallo oro intenso è il frutto di un progetto enologico finalizzato a premiare il lavoro di vignaiuolo legati a questa terra e che fidelizzati da Sturz hanno permesso di produrre vini capaci di esprimere tutta l’eleganza e gli incomparabili profumi di un terroir unico. Senza trascurare il piacevole sapore che è un concentrato di note di frutta tropicale sostenuta da un’incredibile freschezza ancora integra. Di questa vendemmia sono stati prodotti solo 3.100 bottiglie più qualche magnum.
Terminum Gewurztraminer endemmia tardiva Alto Adige doc 2016
Meno di 5.000 bottiglie da 0,375 litri, la produzione di questo Gewurtraminer che per Gardini è uno dei migliori vini dolci italiani con i suoi intensi profumi di pesca, albicocca, mango, miele. In bocca è straordinaria l’aromaticità offerta da frutta gialla matura e burro caramellato. Ottimo l’equilibrio tra freschezza e dolcezza. E’ un vino che ha una potenzialità di invecchiamento che supera i 20 anni.
Nussbaumer Alto Adige Gewurztraminer doc 2003
Una siccheria che è difficile da trovare in commercio visto i quantitativi prodotti. Da sottolineare che quando fu messo in vendita, si assicurava una tenuta di invecchiamento di 4-8 anni. L’abbiamo degustato al superamento della maggiore età e il risultato è straordinario a cominciare dalla brillantezza del colore, ai sentori olfattivi ricchi ed intensi e all’eccellente sapore dolce e per niente stucchevole che lasciano ricordi indimenticabili.
Epokale Gewurztraminer Spatlese Alto Adige doc 2015
E’ un’anteprima davvero in esclusiva perché il vino è ancora nella miniera di Monteneve, ad oltre 2000 metri di quota, dove sta completando l’affinamento. Ma i profumi intensi ed inebrianti ci sono tutti tra le note varietali di rose, lavanda, frutta esotica e un importante profilo speziato. Come pure la grande struttura che riempie la bocca dove esplode per potenza ma anche eleganza e una lunga persistenza. Ha una potenzialità di invecchiamento di oltre 20 anni. E, anche un difetto, purtroppo, i quantitativi prodotti, solo 1.200 bottiglie.
In degustazione anche il Terminum Gewurztraminer vendemmia tardiva Alto Adige doc 2009, e le due ultime novità che saranno proposte entro la fine dell’anno: Glarea Chardonnay Alto Adige doc 2020 e Unterebner Pinot grigio Alto Adige doc 2019 che meritano un articolo a parte.