di Francesca Landolina, Taormina
A Taormina Gourmet una grande masterclass per un grande vino che onora una cantina di assoluto riferimento nel proprio territorio. E anche per celebrare un protagonista unico del vino italiano: Pio Boffa.
Protagonista è il Barolo Pio Cesare. La degustazione è condotta da Federica Boffa della cantina Pio Cesare con Federico Latteri e Nando Papa, head sommelier del Verdura Resort. “La nostra azienda ha origini antichissime che risalgono al 1881 – racconta Federica – A fine ‘800 Cesare Pio fu un pioniere e tra i primi a lasciare i confini italiani per far conoscere i suoi vini, Barolo e Barbaresco, al mondo. Agli inizi del ‘900 ottenne già numerosi premi che manteniamo ancora nelle nostre etichette, insieme allo stemma di Alba. Oggi ripetiamo e portiamo avanti la sua tradizione. Mio papà ha trasformato la Pio Cesare perché è giunto a produrre vini con uva di proprietà. Avendo compreso che il miglioramento passava per il vigneto, ha iniziato ad acquisire vigneti. E il primo fu acquistato nel 1974. L’idea precisa era quella di comprare le vigne localizzate lì dove prima si acquistavano le uve, per mantenere lo stile di famiglia, che non è mai cambiato. Oggi la cantina rimane a conduzione familiare ed io rappresento la quinta generazione.
Pio Cesare è al centro di Alba, nelle Langhe, in Piemonte nel nord ovest di Italia. Proprietaria di 70 ettari di vigneti in diversi comuni del Barolo e del Barbaresco. “Un insieme di grandi esposizioni zone diverse può quasi sempre produrre vini più rappresentativi rispetto a quelli che provengono da un singolo vigneto. Questo era il modo classico di produrre il Barolo e il Barbaresco a fine ‘800 e rimane la nostra filosofia”. Passando al vino in degustazione precisa: “Non chiamatelo Barolo base. Noi lo chiamiamo classico perché proviene da 5 comuni della zona del Barolo, ciascuno dei quali conferisce caratteristiche uniche. Mio papà si sarebbe arrabbiato a sentire chiamare il suo vino Barolo base”. La figura di Pio Boffa viene raccontata da Nando Papa: “È vero che Pio si arrabbiava quando il suo vino si chiamava base. Una volta mi rimproverò così tanto che lo ricordo ancora. Era una persona speciale. Era più meridionale di quanto si potesse pensare. Amava stare in mezzo a noi, la Costiera Amalfitana. In Sicilia, ricordo a Ferragosto, un pranzo al ristorante da Vittorio a Menfi, divertentissimo. A tavola, non sceglieva mai i propri vini e se mai si qualcuno di noi li ordinava, lui rispondeva ‘lascia stare quella robaccia, lasciamo scegliere altro’. Una eleganza assoluta. Ad ogni ordine fatto, mi rispondeva con una mail per ringraziarmi della fiducia. In Federica vedo la stoffa del padre”. Nei vini degustati il filo conduttore è la freschezza. E l’armonia. Da uve Nebbiolo proveniente da vigneti a Serralunga d’Alba, La Morra, Grinzane Cavour e da altre in Castiglione Falletto e Barolo.
Ecco i vini in degustazione:
Barolo Pio 2007
Un vino integro e senza cenni di cedimento, Al naso frutta più matura, more che lasciano spazio alle prugne. Al palato ben bilanciato, nonostante la difficile annata.
Barolo Pio 2010
Grande annata con un ciclo regolare. Naso elegante e complesso con frutti maturi scuri e floreale. Al palato equilibrio perfetto. Ottima la struttura, i tannini morbidi, quasi dolci. Da conservare in cantina per altri 5 anni.
Barolo Pio 2013
Un’annata quantitativamente e qualitativamente importante. Naso inteso, con un corredo olfattivo complesso, ricco, fresco con note balsamiche. Sorso fresco, sottile, teso, carnoso. Finale molto lungo e persistente. Al momento l’annata perfetta da bere.
Barolo Pio 2016
Annata perfetta, che ha donato al contempo equilibrio e potenzialità di longevità. Al naso frutto più giovane, con tannini ancora vivaci che hanno bisogni di un po’ di tempo per integrarsi.
Barolo Mosconi 2016
Da viti più vecchie di Nebbiolo provenienti da vigneti a Mosconi, zona prestigiosa. Molto più netto su profumi e palato. Più morbido a approcciabile rispetto alla medesima annata del Barolo Pio, anche se il tannino non è così maturo.
Barolo Pio 2017
Annata sorprendente, calda. Riflette le caratteristiche tipiche del Nebbiolo che con radici lunghe riesce a raggiungere le riserve d’acqua anche in annate siccitose. Un vino ancora giovanissimo, acerbo verde, con un tannino prepotente. Ha forti potenzialità.
LA GALLERY (ph Vincenzo Ganci)